1/5 – Introduzione

I rilevatori antincendio si differenziano tra loro in base alla strategia di rivelazione. In commercio, ne esistono di tre tipi: rivelazione di calore, rivelazione di fumo e rivelazione di fiamma. Ad essi, è affidato il compito di tradurre una rivelazione di tipo ottico, termico o di altro tipo, in un segnale (trasmesso poi ad una centrale di controllo e segnalazione) di probabile incendio. Questi dispositivi sono disposti in tutti i locali in cui si intende operare la sorveglianza (con particolare riferimento a quelli in cui non vi è occupazione continua delle persone). Vediamo come funzionano.

2/5 Occorrente

  • Rilevatori antincendio

3/5 – Identificare il raggiungimento della temperatura tramite il rilevatore di calore

Il primo tipo di rilevatore è progettato in modo da rivelare variazioni di temperature nel loro immediato intorno. Essi, possono identificare il raggiungimento di una data temperatura (detta temperatura di risposta statica) o l’incremento troppo rapido della stessa, come potenziali pericoli derivanti dal fuoco. Questo tipo di dispositivo è progettato sfruttando il principio di attenuazione della luce. In particolare, un trasmettitore emette un raggio ottico verso dei riflettori o direttamente verso dei ricevitore. Se quest’ultimo capta il raggio ottico con delle variazioni o attenuazioni (causate dal fumo del fuoco) segnala la situazione di incendio.

4/5 – Evitare di disporre i rilevatori in locali troppo ventilati

Questi dispositivi hanno un raggio di azione piu ampio rispetto al primo (all’incirca 7 metri) ma non vanno disposti in locali troppo ventilati, poiché il fumo verrebbe immediatamente ventilato senza attenuare il raggio ottico. In entrambe le situazioni, il dispositivo segnala alla centrale il possibile rischio incendio e questo darà l’allarme. I rilevatori di calore sono divisi in base alla temperatura di risposta statica ed al tempo di risposta. Generalmente, essi sono applicati al soffitto ed il loro raggio operativo non è considerabile maggiore di 4,5 metri.

5/5 – Utilizzare il rilevatore di fiamma per una risposta più immediata

L’ultima tipologia di rilevatori sono quelli di fiamma. Questi rilevano direttamente raggi IR (infrarossi) e UV (ultravioletti) come indicatori della presenza di differenti tipi di fuoco. I rilevatori di fiamma sono caratterizzati da tre diversi livelli di sensibilità: classe 1, classe 2 e classe 3. La differenza sta principalmente nelle distanze nelle quali essi riescono a rispondere: la classe 1 risponde a distanze fino a 25 m, la classe 2 fino a 17 m, la classe 3 fino a 12 m. Questo tipo di rilevatore, inoltre, presenta tempi di risposta piu immediati rispetto ai precedenti ed è spesso utilizzato per sorvegliare edifici ad alto rischio di incendio.

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