1/6 – Introduzione
In paleontologia, un fossile (parola derivante dal latino “fodere”, che significa scavare) indica solitamente i resti parziali o integri di organismi vissuti nel passato (come le ossa, i denti, le uova. Le foglie e i tronchi), ma viene utilizzato anche per una testimonianza di una vita trascorsa geologicamente. La trasformazione di un organismo vivente in fossile (fossilizzazione) potrebbe avvenire tramite un processo che dura milioni d’anni, ma rappresenta un evento molto improbabile perché l’animale o la pianta morta subisce immediatamente una decomposizione, seppure le loro parti maggiormente dure rimangono a lungo se non vengono disgregati dagli agenti esterni oppure dagli animali necrofagi. Per un geologo o paleontologo, la ricerca dei campioni mineralogici e paleontologici è un’attività abbastanza interessante: una delle azioni più complicate ed interessanti da compiere è quella di dedicarsi meticolosamente alla preparazione del fossile rinvenuto. Nella seguente pratica e dettagliata guida, vi fornirò alcuni suggerimenti utili su come bisogna levigare e lucidare un fossile.
2/6 – Lavare il fossile con acqua
Innanzitutto, dovete sapere che esistono: tecniche ed operazioni basilari che bisogna eseguire per mettere in luce i campioni raccolti; e procedure maggiormente complesse e specialistiche, con delle apparecchiature di laboratorio non facilmente realizzabili. Per pulire un fossile, è necessario procedere con il proprio lavaggio con l’acqua del rubinetto, purché riesca a tollerare il trattamento con questa sostanza naturale (non idrosolubile): infatti, prima di cominciare l’operazione, è meglio accertarsi che il campione non rischi di sciogliersi o perdere il colore o la propria lucentezza, facendo la prova su un frammento che si è scartato.
3/6 – Detergere grossolanamente il campione
Adesso, tramite l’ausilio di un’apposita spazzola, potrete detergere il campione grossolanamente, immergendolo dentro una bacinella riempita d’acqua: sarà necessario cambiarla diverse volte e lasciare a mollo il campione stesso (anche per un giorno completo). Considerando che l’acqua del rubinetto contiene tanti sali minerali sciolti e potrebbe lasciare delle patine saline che possono fare reazione sul campione, occorre agitare bene quest’ultimo nella bacinella, metterlo sotto l’acqua corrente (se desiderate rendere il processo di pulizia più veloce), utilizzare in aggiunta un pennello bagnato o ricorrere alla pistola a getto d’acqua (quando è presente uno sporco resistente e infiltrato).
4/6 – Asciugare il reperto
Successivamente, procedete all’asciugatura del campione in un ambiente ben areato e su un supporto fatto di rete (non sotto ai raggi solari, perché lo potrebbe scolorire o causare shock termici), allo scopo di eliminare la possibilità di depositi/tracce di sali minerali oppure impedire dei residui d’acqua nei pori dello stesso e, quindi, la formazione delle muffe. Le patine e i materiali grossolani possono anche essere rimossi meccanicamente con l‘utilizzo di un punteruolo e tanta pazienza. Si potrebbe fare anche la pulizia con gli ultrasuoni, ma ha un costo eccessivo troppo elevato: infatti, questo metodo viene utilizzato solitamente in oreficeria e nelle industrie, impiegando l’acqua distillata. Anche l’uso degli acidi o dei reagenti chimici permette di togliere le patine o i sali minerali ancora resistenti, ma devono essere adottati cautamente per evitare dei danni (specialmente alle persone inesperte).
5/6 – Levigare e lucidare il fossile
Per lucidare il campione, è possibile utilizzare una tecnica abbastanza grezza che prevede il taglio della superficie piatta, attraverso un “frullino” da uso domestico. Questo sistema non è semplicissimo, poiché occorre: fissare saldamente la roccia; sgrossare con la carta vetrata e l’acqua; lucidare la superficie ritagliata, strofinandola sopra una lastra di vetro con un movimento circolare, mediante una pasta abrasiva e l’acqua. Il vetro deve essere molato, altrimenti ci si potrebbe far male. Naturalmente, è indispensabile l’olio di gomito, ovvero parecchia forza e resistenza al lavoro. Se non possedete una morsa per fissare il campione, è preferibile non provarci nemmeno, ma bisogna comunque fare molta attenzione a non farsi male.
6/6 Consigli
- In alcune situazioni, potrebbe risultare necessario l’utilizzo dell’acqua distillata, ma sommariamente l’acqua uscente dal rubinetto va benissimo.
- Per gli spazi più piccoli, bisogna utilizzare un ago.