1/6 – Introduzione

A volte capita di ritrovarsi a dover lavorare con viti troppo piccole, con il rischio costante che queste possano cadere e sia difficile ritrovarle o che in casi estremi possono addirittura perdersi. In questi casi, spesso, siamo costretti a perdere tempo a cercare un rimpiazzo. Altre volte le vitine si trovano in fondo a buchi profondi e non vogliono assolutamente uscirne. Tuttavia esistono dei metodi con i quali evitare di trovarsi e fronteggiare questo problema. Uno di questi segreti è l’uso di cacciaviti con la punta magnetizzata, in modo tale che questo impedisca alle viti di cadere a terra e di perdersi. Prima di trovarci a frugare per ore sotto i mobili, vediamo come magnetizzare la punta di un cacciavite!

2/6 Occorrente

  • Cacciavite
  • Calamita
  • Magnetizzatore

3/6 – Magnetizzazione per contatto

La procedura che permette di magnetizzare un cacciavite è molto semplice e tutto sommato rapida. Tutto ciò che vi serve sono il cacciavite che desiderate magnetizzare ed una calamita molto potente. Se la lega ferrosa del cacciavite viene sottoposta all’effetto della calamita, una parte della magnetizzazione resterà nell’attrezzo per quello che si chiama tecnicamente effetto ferromagnetico. Per ottenere un minimo di magnetizzazione è sufficiente strusciare ripetutamente la calamita sulla punta del cacciavite, come per affilarlo, stando attenti a segure sempre la stessa direzione, altrimenti non si otterrà il risultato desiderato. Invertire i poli della calamita o il verso di percorrenza vanifica completamente il lavoro e può in casi estremi rendere praticamente impossibile un secondo tentativo.

4/6 – Limiti

Il procedimento riportato non è permanente, anzi, a meno che la calamita impiegata non sia estremamente potente, come per esempio un magnete al neodimio che per esempio si può estrarre da un hard disk con un po’ di fatica, la magnetizzazione durerà pochissimo. In ogni caso la frazione di forza magnetica che si può pretendere di trasmettere direttamente al cacciavite sarà molto bassa, ed è necessario ripetere molti cicli, sempre andando dal collo dell’attrezzo fino alla lama per ottenere un risultato minimo.
La carica di magnetizzazione che si riesce a trasmettere direttamente all’attrezzo è poco stabile e si disperde progressivamente man mano che lo si usa, quindi può esser e necessario ripetere più volte l’operazione. Purtroppo l’uso e persino gli urti possono alterare le proprietà di un cacciavite magnetizzato con questa soluzione d’emergenza, quindi, a meno che non si tratti di un una tantum, è necessario trovar un metodo più efficace per trasmettere in maniera duratura la proprietà all’attrezzo.

5/6 – Metodo alternativo

Se si ha a disposizione un grosso magnete permanente si può cercare di impiegare il suo campo per trasmetterlo in maniera definitiva al nostro attrezzo. Sarà sufficiente tenere il cacciavite sempre attaccato alla calamita quando non lo si usa per fare in modo che gli atomi di ferro si orientino in maniera preferenziale perché sempre sottoposti al campo di grossa intensità. La magnetizzazione che si ottiene con questo sistema è leggermente migliore per intensità rispetto alla soluzione presente, ma non è permanente neanche in questo caso. Se l’attrezzo viene lasciato a lungo lontano dalla sua sorgente magnetica perderà invariabilmente le sue proprietà in breve tempo e peggio ancora potrebbero manifestasi fenomeni di isteresi che impediscono poi una ricarica efficace. Questo metodo funziona anche con gli spilli, e spesso, infatti, negli atelier dei sarti, gli aghi vengono tenuti su una calamita.

6/6 – Metodo efficace

In realtà l’unico sistema per ottenere una vera magnetizzazione permanente è quello di orientare i grani della lega ferrosa in fase di forgiatura dell’acciaio dolce del cacciavite. Tuttavia, se si ha sotto mano un cancellatore per tag di tipo magnetico, si possono ottenere dei buoni risultati. Si tratta di un potente elettromagnete che si impiega per cancellare il capo presente i particolari RFID detti Magnetic Tag, che si usano spesso per proteggere la merce in esposizione. Con questo strumento si può imporre un potente campo magnetico al cacciavite ed orientare per un tempo anche piuttosto lungo le particelle ferrose, dipendentemente dalla lega con cui è stato realizzato l’attrezzo. Si deve comunque ricordare che si tratta sempre di soluzioni caserecce e poco affidabili, che risolvono il problema solo temporaneamente e che se si ha intenzione di avvalersi di un attrezzo affidabile, è sempre meglio comprarne uno magnetizzato in fabbrica, perché sicuramente funzionerà meglio e più a lungo.

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