1/7 – Introduzione
Il fico d’India è una pianta succulenta della famiglia delle Cactaceae, originaria del Messico ma naturalizzata in tutto il bacino del Mediterraneo e nelle zone temperate di America, Africa, Asia e Oceania. È una tipica pianta arido-resistente che richiede temperature superiori a 0 °C, al di sopra di 6 °C per uno sviluppo ottimale. È una pianta molto adattabile alle diverse condizioni pedologiche. I suoli idonei alla coltura hanno una profondità di circa 20-40 cm, i cui valori di pH che oscillano tra 5.0 e 7.5. Dal punto di vista altimetrico, le superfici destinate alla coltivazione possono andare dai 150 ai 750 metri sul livello del mare. Questo tipo di pianta è una delle più resistenti e duttili. Bastano infatti pochi centimetri di terra e tanto sole per consentire la crescita e la proliferazione. Nella seguente guida, passo dopo passo, vi daremo dei consigli su come moltiplicare il fico d’India. Vediamo insieme come procedere,.
2/7 – Eseguire la concimazione
La moltiplicazione del fico d’India avviene per talea, ovvero tagliando longitudinalmente in due parti cladodi di uno due anni, che vengono lasciati essiccare per alcuni giorni e poi immessi nel terreno, dove radicano facilmente. La potatura, da eseguirsi in primavera o a fine estate, serve ad impedire il contatto tra i cladodi, nonché ad eliminare quelli malformati o danneggiati. Per migliorare la resa è opportuna una concimazione fosfo-potassica, preferibilmente organica.
3/7 – Mettere la pianta a dimora
Il fico d’india fiorisce nel periodo primaverile e cresce quasi esclusivamente in luoghi con clima mite in cui gli inverni non sono eccessivamente rigidi. La pianta è un cactus che presenta un fusto dal quale si dipartono numerosi “articoli carnosi” di forma piatta ed ellittica, chiamati comunemente pale. Le pale sono cosparse da noduli sui quali sono presenti setole gialle e della lanugine, mentre i fiori presentano numerosi petali e sono di color giallo. Questa pianta viene allevata per il suo frutto e per l’aspetto estetico molto caratteristico. Gli esemplari giovani possono essere allevati in vaso, mentre gli esemplari adulti vanno posti preferibilmente in piena terra. I frutti sono delle bacche ovali, rivestite da una buccia verde che con la maturazione cambia il colore virando dal giallo all’arancio, fino al rosso e al viola. La polpa di tali frutti è profumata e zuccherina mentre la buccia presenta fastidiose spine, motivo per cui la raccolta è difficoltosa.
4/7 – Eseguire la riproduzione per talea
La riproduzione delle piante di fico d’india si effettua per talea e si opera staccando alcune pale e collocandole in un terreno normale da giardino. Le annaffiature delle talee, ma anche delle piante di fico d’india in genere, devono essere moderate durante l’intero periodo estivo e devono essere più abbondanti durante la fioritura. Le pale da trapiantare devono essere scelte in base al loro aspetto, prediligendo pale giovani e ben strutturate, quest’ultime, mediante l’ausilio di appositi guanti, necessari per proteggere le mani dalle lunghe spine presenti, andranno recise con un coltello, e poste in terriccio che deve essere mantenuto umido. Porre le talee in luogo riparato e a mezzo sole. Il periodo migliore per effettuare le talee è quello primaverile, anche se i cactus, come la maggior parte delle piante grasse possono essere riprodotte anche durante l’inizio dell’estate o alla fine della stessa.
5/7 – Travasare le piante
Nel periodo invernale le piante poste in vaso e le giovani talee andranno ricoverate in luogo riparato onde evitare che le gelate possano rovinarle o ucciderle. Le piante adulte poste in terra, andranno pacciamanate al piede ed eventualmente riparate con incannucciate. In primavera aggiungere un po’ di concime organico per favorirne lo sviluppo e la fruttificazione. Con il clima idoneo questa pianta è di facile coltivazione e riproduzione.
6/7 – Distribuire i semi
Anche se in casi più rari, il fico d’India si moltiplica anche per seme. In questo caso però occorre sapere che non si ha la certezza di avere piante uguali alla pianta madre. Subentra infatti la variabilità genetica mentre nel caso di moltiplicazione per talea è possibile avere tale certezza. Bisogna poi sapere che la pianta attraversa una lunga fase giovanile e che la fruttificazione inizia dopo diversi anni. Per poter raggiungere la piena produzione, sarà poi necessario attendere almeno 7 anni. Le giovani piantine hanno infatti una crescita molto lenta, a differenza della riproduzione tramite talea. La moltiplicazione per semi si effettua generalmente in autunno; i semi devono essere lavati per bene così da eliminare la polpa del frutto e si lasciano poi asciugare. I semi sono dotati di una cuticola molto spessa che deve essere rimossa mettendoli in una bacinella con acqua calda. Fatto ciò, i semi si distribuiscono poi in modo uniforme sul terreno formato da terriccio per semi e in parte da sabbia.
7/7 Consigli
- Usare dei guanti e fare attenzione