1/6 – Introduzione
Un rebus è uno dei più classici giochi di enigmistica e ne esistono diverse tipologie. Preparare dei rebus è un compito non semplicissimo, e per farlo bisogna attenersi a dei veri e propri schemi, che cerchero’ di elencare il più sinteticamente possibile nei paragrafi a seguire. Questi schemi aiutano l’enigmista sul come preparare dei rebus, senza incorrere in errori che ne compromettano la qualita’ degli stessi.
2/6 – Tipi di Rebus
Un rebus puo’ essere statico o dinamico. Un rebus statico si risolve mediante la denominazione degli oggetti: per oggetto si intende un disegno (o figura) di una vignetta illustrata, mentre per denominazione si intende un insieme di lettere (od una lettera) poste visivamente sopra tale disegno: questo insieme di lettere è detto grafema. L’insieme di un oggetto e dei suoi grafemi è detto chiave. Un rebus dinamico si risolve descrivendo la relazione fra più chiavi mediante l’interposizione di verbi o aggettivi, che spiegano l’azione di un oggetto rispetto all’altro. Esistono anche i rebus fotografici, che semplicemente usano una foto per illustrare gli oggetti, al posto di una vignetta a matita, la più classica che tutti conosciamo.
3/6 – Preparare dei rebus
Una volta scelto il tipo di rebus che si vuole presentare al solutore, si passa alla sua preparazione. Una regola fondamentale è la preparazione di un diagramma numerico, che deve indicare la lunghezza delle parole e la loro relazione, in quella che è detta frase risolutiva. Una seconda regola è il dover posizionare sia oggetti che grafemi in modo che risultino leggibili da sinistra a destra come nella normale lettura che noi maggiormente conosciamo. La terza regola, non del tutto impositiva, consiste nell’evitare che fra i termini che costituiscono le chiavi e le parole che compongono la soluzione non ci sia affinita’ etimologica, cioè evitare che le chiavi finiscano per evidenziare o rafforzare cio’ che è nascosto nella soluzione.
4/6 – Il triangolo brighiano
Il tringolo brighiano è un insieme di regole che vengono utilizzate per la valutazione della bellezza di un rebus: prende nome da Giancarlo Brighenti, considerato all’unanimita’ il padre del rebus moderno. Dice sostanzialmente che nel preparare dei rebus bisogna seguire i tre passi seguenti: coerenza fra gli oggetti illustrati e della vignetta nel suo insieme; contenuto della soluzione; illustrazione artistica. Una delle invenzioni del Brighenti è il rebus stereoscopico, la cui soluzione è il raffronto fra più scene in sequenza temporale. Ovviamente nella preparazione di questi rebus non basta più sapere le regole, ma si evince la necessita’ di una certa esperienza da enigmista. Per non dilungarmi troppo oserei fare un parallelo con gli scacchi, dove ci sono problemi semplici, ma anche problemi molto fini e complicati, la cui composizione è sempre frutto di una mente molto preparata sotto parecchi aspetti, senza nulla togliere a tutti i bravissimi neofiti.
5/6 – Altri tipi di rebus
Sul come preparare dei rebus, una volta recepite bene le regole da tenere, ci si puo’ veramente sbizzarrire. Esistono rebus a cambio ed a scarto, dove la soluzione si ricava cambiando o scartando alcune lettere dalle chiavi; rebus ad incastro, che propongono la soluzione inversa allo scarto; rebus ad intarsio, dove la soluzione deve essere ridefinita in un diagramma indicato; il sandwich, un tipo di rebus dove bisogna incastrare tutte le parole nella prima chiave per arrivare alla soluzione; l’anarebus, dove la soluzione è data da un ulteriore anagramma; il rebus mnemonico, dove non vengono utilizzati i grafemi; la tallografia, dove è necessario variare la posizione di una sola lettera; l’imago, simile al rebus mnemonico con l’aggiunta di una frase sotto l’immagine che ne articola la soluzione finale; la transgrafia, la cui soluzione si trova spostando la prima lettera in fondo alla soluzione consentendo la lettura da destra verso sinistra.
6/6 – Conclusioni
Con questa sintesi su come preparare dei rebus ho cercato di elencare nel modo più sintattico possibile, la complessita’ che si cela dietro questo vero e proprio lavoro. Ci tengo a precisare che nei primi due passi ho descritto quelle che sono le regole alle quali si è obbligati ad attenersi per costruire un rebus valido. Come precedentemente accennato il resto è frutto di grande abilita’ e fantasia nell’intarsiare le idee giuste, composte da disegni in simbiosi fra loro atti a descrivere una soluzione che nulla ha a che vedere con le chiavi trovate dal solutore. La bellezza di un rebus è data dalla sua semplice complessita’, la parola stessa usata spesso come metafora nelle azioni più comuni, sintetizza poche parole apparentemente casuali con azioni altrettanto casuali, per giungere ad una soluzione che è una vera e propria sorpresa.