1/7 – Introduzione
La malta edile è un composto costituito da un insieme di materiali atti a legarsi fra di loro, come la sabbia, l’acqua ed il cemento, allo scopo di creare un impasto che, una volta asciutto ed indurito, sia in grado di essere compatto, resistente e di fare presa. Nel mondo dell’edilizia viene infatti utilizzato principalmente per realizzare intonaci o per creare le basi delle pavimentazioni sulle quali attaccare le piastrelle. Una volta che la posa del pavimento è terminata, questo materiale sigillante che unisce le mattonelle è piuttosto visibile nei punti che distanziano le piastrelle le une dalle altre, ossia le fughe. Si tratta di punti davvero difficili da pulire, ma sia dopo la messa in posa del pavimento che periodicamente, bisognerà intervenire in modo specifico. Vediamo come.
2/7 Occorrente
- Guanti
- Spugna metallica, spatola per stucco per raschiare, spazzola a setole sottili, acido cloridrico.
- Candeggina delicata con acqua ossigenata, o acqua e bicarbonato, o fecola di patate e acqua ossigenata, spazzolino, panno.
- Acido cloridrico o idrossido di potassio oppure ammoniaca, spazzolino.
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Quando il lavoro sarà terminato, dobbiamo attendere la completa asciugatura che dura un mese ed oltre. Passato questo periodo, i residui di malta si saranno seccati ed induriti. È importante eliminare accuratamente i sedimenti in questa fase poiché, col passare del tempo, sarà sempre più difficile farlo. Armiamoci di pazienza perché c’è molto lavoro da fare e ci servirà una spugna metallica, una spatola per stucco per raschiare e una spazzola a setole sottili. In ultima analisi, per macchie più insistenti, possiamo impiegare l’acido cloridrico da maneggiare con cura ed estrema attenzione.
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Quando la pulizia diventa necessaria per i depositi di sporco che si creano negli interstizi, occorre che periodicamente eliminiamo questi eccessi, perché a lungo andare possono diventare ritrovo ideale per batteri e muffe pericolosi per la salute, soprattutto per gli ambienti umidi di casa come bagno e cucina. La prima soluzione efficace per i casi più lievi è quella di preparare uno spruzzino di candeggina delicata con acqua ossigenata, o in alternativa una soluzione di acqua e bicarbonato. Lasciamo agire anche per una intera notte e dopo passiamo un vecchio spazzolino e un panno umido per rifinire il lavoro. Altro metodo rispettoso verso la natura è la creazione di una pastella formata da acqua ossigenata e fecola di patate da posare negli incavi e lasciare agire per alcune ore. Infine bisognerà asportare lo sporco nello stesso modo di prima e lavare normalmente la superficie.
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Se i precedenti trattamenti non ci soddisfano, allora dobbiamo affidarci a sostanze chimiche più aggressive, da maneggiare secondo le indicazioni riportate sull’etichetta e con la massima attenzione. Il primo aiuto è il già citato acido cloridrico da passare sulle fughe senza mischiarlo con nessuna sostanza chimica. Altra soluzione è la comune candeggina da applicare allo stesso modo, o ancora l’idrossido di potassio diluito con acqua in rapporto 1 a 3 e, in ultimo, possiamo anche usare l’ammoniaca in alternativa. Sono tutti rimedi da provare per cercare quello più adatto al nostro caso.
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7/7 Consigli
- Attenzione a non mischiare più sostanze chimiche insieme.