1/4 – Introduzione
La tristezza è una sintomatologia dell’essere umano che, lungo il corso della vita, qualche volta fa capolino in ognuno di noi: anche nel mondo vegetale però esiste la tristezza, ma non come la intendiamo noi. Molti di voi hanno sicuramente storto il naso nel vedere associata la parola tristezza accanto alla parola agrumi. In realtà la tristezza degli agrumi è differente dal modo nel quale, convenzionalmente, la intendiamo nel mondo umano e si tratta di una malattia che può portare alla morte gli alberi di agrumi colpiti da questo male. Vediamo dunque come riconoscere e prevenire la tristezza degli agrumi nei prossimi passi di questa guida.
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La tristezza degli agrumi è, fra le varie patologie che colpiscono questo genere di alberi, sicuramente la più grave, in quanto determina prima il deperimento e successivamente la morte del vegetale. Originaria del Sud-est asiatico, questa malattia si è diffusa anche nel bacino del Mediterraneo, ivi compresa l’Italia: il motivo è da rintracciare nell’importazione di materiale infetto, in particolare di un agente eziologico, tecnicamente denominato Citrus Tristezza Virus.
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Le piante non vengono infettate tutte allo stesso modo dal virus: si riscontrano infatti significative divergenze in base al tipo di pianta. Per esempio l’albero più esposto e vulnerabile risulta essere l’arancio. Gli indizi per riconoscere la presenza della malattia sulla pianta sono diversi e spesso sottovalutati perché associati ad altre patologie; il più importante sintomo è il disseccamento dell’albero e la conseguente defogliazione (vedi immagine), ma anche il nanismo ed il progressivo deperimento possono essere un sintomo -soprattutto negli alberi più giovani e realizzati per innesto. La sintomatologia più caratteristica, e direi anche curiosa, è data dalla presenza di estroflessioni sulla superficie del legno.
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La malattia è riconoscibile anche dai frutti che produce la pianta: questi infatti si presentano più piccoli, numerosi, deformi e di un giallo piuttosto sospetto. La diffusione di detta malattia si può combattere innanzitutto nei vivai, facendo controlli accurati e mettendo in quarantena il materiale vegetale proveniente dall’estero: il vettore di propagazione più veloce e comune è infatti costituito dagli afidi, ed è altresì opportuna l’eliminazione degli stessi con idonei metodi preventivi. Assolutamente consigliato è, infatti, utilizzare soluzioni disinfettanti quali, ad esempio, la candeggina o l’alcool diluiti in acqua che sono utili per igienizzare gli attrezzi di potatura.