1/6 – Introduzione
Le piante, la cui presenza riesce a rinnovare e rallegrare ogni ambiente, non sono soltanto piacevoli elementi di arredo, ma soprattutto esseri viventi che rispondono in modo positivo alle cure ricevute con uno sviluppo rigoglioso ed un sempre più gradevole aspetto. La rinvasatura, per esempio, si fa una volta all’anno fino a che la pianta raggiunge la maturità dello sviluppo: di solito si fa in primavera, in occasione della ripresa vegetativa annua della pianta. Le orchidee sono piante di origine tropicale che vengono acquistate con il timore che abbiano bisogno di cure particolari: ciò non è affatto vero perché vivono e fioriscono regolarmente nelle abitazioni e si adattano molto bene anche alle quasi impossibili condizioni ambientali. Rinvasare un’orchidea non è un’operazione complicata ed in questa guida vedremo come fare.
2/6 Occorrente
- Vaso
- Bark
- Cacciavite a stella
- Chiodo
- Funghicida
3/6 – Il bark
Innanzitutto, se si utilizza il bark, occorrerà metterlo in ammollo nell’acqua per almeno un giorno al fine di permettere all’acqua di penetrarvi ed idratarlo. Dopo la fase di “idratazione” per effettuare un buon rinvaso sarà opportuno utilizzare solo i pezzetti di bark che galleggeranno sull’acqua, mentre quelli che andranno a depositarsi sul fondo dovranno essere scartati poiché non idonei. Prima di estrarre l’orchidea dal vecchio vaso sarà opportuno bagnare le radici anche 24 ore prima del rinvaso al fine di renderle più morbidi e semplici da estrarre. Una volta estratta l’orchidea si procede con l’eliminazione di tutto il vecchio substrato e con l’asportazione di eventuali radici marce. Durante le fasi del rinvaso è necessario immergere l’apparato radicale in una soluzione di fungicida ed acqua per qualche minuto, al fine di effettuare una prevenzione di eventuali malattie fungine. È possibile, inoltre, utilizzare nuovamente il vecchio vaso dopo averlo pulito con acqua e varechina: in questo modo risulterà disinfettato e pronto per essere riutilizzato.
4/6 – Il materiale
Stendete un telo di plastica sul pavimento e disponetevi i materiali necessari. Sul fondo del nuovo vaso mettete uno strato di sassi o cocci o argilla espansa per assicurare un buon drenaggio. Forate lateralmente il vaso con un chiodo o un cacciavite a stella scaldati su fiamma, in questa maniera potrete migliorare l’aerazione dell’apparato radicale. Dopo aver predisposto il drenaggio sul fondo del vaso, mettete un po’ di substrato di coltivazione sul drenaggio e poi adagiatevi la pianta. Riempite il vaso con il restante substrato senza coprire il colletto della pianta o senza interrare eccessivamente i pseudobulbi.
5/6 – L’annaffiamento
Una volta effettuato il rinvaso è consigliabile non annaffiare la pianta per più di una settimana, fornire poca luce e non concimare fino alla ripresa dell’attività radicale, tranne che per i Paphipedilum e per i Phragmipedium che devono essere innaffiati subito dopo il rinvaso. Trascorsi i 7/10 giorni si potranno riprendere le annaffiature in maniera graduale e le concimazioni saranno effettuate quando l’attività radicale sarà nuovamente attiva, cioè quando le radici cominceranno nuovamente a svilupparsi. Il rinvaso può essere evitato se le orchidee sono coltivate su zattere e tronchetti.