1/6 – Introduzione

Nella tecnica costruttiva, può rendersi necessario giuntare parti metalliche tra di loro. Questa giuntura può avvenire per mezzo di svariate modalità, più o meno aderenti alla fattispecie concreta in relazione sostanzialmente allo stato tensionale previsto, alla tipologia di elementi che devono essere collegati ed agli usi previsti per il manufatto che si realizzerà. Quando si sceglie di giuntare degli elementi metallici per mezzo della saldatura, si sceglie di collegare permanentemente le due parti, atteso che si realizzerà la continuità strutturale. È possibile praticare saldature per mezzo di differenti tecniche: TIG, MIG/MAG, ad elettrodo rivestito, ossiacetilenica, ad arco sommerso e ad attrito. Anche in questo caso, la scelta della tecnica di saldatura varia in ragione di numerosi parametri che esulano dagli obiettivi della presente guida. Difatti nel seguito vediamo come tappare un buco nella saldatura ad elettrodo.

2/6 Occorrente

  • Una saldatrice ad elettrodo rivestito a corrente alternata;
  • Degli elettrodi rivestiti adatti;
  • Carta vetrata a grana fine e degli stracci da bagnare con del solvente;
  • Un flessibile;
  • Vernice.

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La corretta esecuzione di una saldatura passa sicuramente attraverso una buona conoscenza della tecnica utilizzata. La saldatura ad elettrodo rivestito è tra le tipologie più semplici e più utilizzate, specie considerando che non richiede un ambiente protetto per essere realizzata. Inoltre la macchina per saldare, nota come saldatrice, ed il materiale di consumo, ovvero gli elettrodi, sono molto economici. La saldatrice impiega tipicamente corrente alternata per riscaldare il metallo e consentirne la fusione con quello di apporto, fornito dall’elettrodo. Così facendo si deposita del nuovo metallo nella zona di interesse, che andrà a fondersi con quello preesistente, generando un tutt’uno.

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Per eseguire correttamente una saldatura con elettrodo rivestito per tappare ad esempio un buco in una lamiera, bisogna dapprima pulire accuratamente la zona interessata, rimuovendo ogni traccia di polvere o in generale di materiale contaminante come potrebbero essere anche i grassi che tipicamente si utilizzano per trattare a livello industriale le lamiere. Bisogna rimuovere anche la probabile ruggine che si forma in superficie. Dopo di ciò, bisogna eseguire la cianfrinatura. Si tratta della svasatura della superficie di attacco della saldatura. In essa alloggerà il nuovo materiale d’apporto, che si fonderà più agevolmente con il precedente garantendo una migliore resa meccanica del prodotto finale. Infatti così facendo il materiale si estenderà per tutto lo spessore utile del metallo. Nel caso del buco, consiglio una cianfrinatura a “V” fra i lembi estremali.

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Dopo aver eseguito la cianfrinatura, si può iniziare a saldare. Chiaramente la saldatrice va un minimo regolata. Un apposito manettino permette di regolare l’impedenza del trasformatore della saldatrice, in modo da variare la quantità di corrente in uscita dal esso, per poter quindi adeguare questa e quindi la potenza saldante alla sezione dell’elettrodo impiegato.

6/6 Consigli

  • Regolate bene la tensione di lavoro della vostra saldatrice, eseguendo delle prove su un pezzo di scarto, andando ad osservare che l’elettodo non “si attacchi” al metallo ricevente.
  • Prima di saldare, la superficie di interesse deve essere sempre accuratamente pulita.
  • Eseguite un’opportuna cianfrinatura per migliorare la presa della saldatura.
  • Al termine delle operazioni di saldatura, attendete il tempo necessario per far raffreddare la zona, rimuovete il cordone di saldatura con dei colpetti dati per mezzo dell’apposito martelletto fornito con la saldatrice. Successivamente verniciate l’area per evitare che si inneschi il fenomeno della corrosione.