1/6 – Introduzione
Lo sfagno (nome scientifico Sphagnum) è una varietà di muschio con la caratteristica di essere particolarmente leggero e permeabile. Allo stato naturale non possiede radici, ma soltanto dei filamenti bruni, un piccolo fusto, e foglioline verde chiaro. Con questo tipo di struttura esso costituisce un vero e proprio terreno acquifero, per cui le colonie di sfagni (sfagneti) sono come una spugna; assorbono grandi quantità di umidità, e nel tempo riescono a raggiungere estensioni molto ampie (nell’Europa centro-settentrionale, dove questo muschio è molto sviluppato, si parla anche di alcuni chilometri quadrati). Avendo, come detto, una grande capacità di ritenzione idrica, tutti i tipi di sfagni sono indicati per creare substrati e terricci. Vedremo in questa guida come utilizzare questo muschio nei rinvasi.
2/6 Occorrente
- Vaso trasparente
- Sfagno (secco o fresco)
- Radici di osmunda
- Cocci di vaso
3/6 – Utilizzare lo sfagno per la coltivazione delle orchidee
Date le sue caratteristiche, lo sfagno è perfetto in particolare nella coltivazione e nel rinvaso delle orchidee, che in natura tendono a crescere poggiandosi proprio su strati di muschio; dunque si cercherà di concentrarsi proprio su questo argomento. Normalmente sarà utilizzato sfagno secco (disidratato), più facilmente reperibile nei vivai; raramente si trova in commercio quello vivo, allo stesso modo valido. In quest’ultimo caso, l’aspetto più importante da considerare non è tanto la specie utilizzata, quanto la dimensione delle fibre: più grandi sono, più aria passerà, e dunque meglio si asciugheranno le radici del fiore.
4/6 – Scegliere un vaso trasparente
Passando agli aspetti più tecnici del rinvaso, una prima considerazione generale è di scegliere un vaso trasparente (le radici delle orchidee necessitano di luce), forato sul fondo e non troppo grande. Se si decide di utilizzare sfagno secco, esso dovrà prima essere sciacquato con acqua calda, poi strizzato, e fatto a pezzetti di dimensioni attorno a 1-2 centimetri. Dopodiché ne sarà posto un primo strato sul fondo del vaso, per poi posizionarvi sopra l’orchidea, a cui saranno state tagliate le vecchie radici. Riempire poi con il restante sfagno, senza comprimere troppo il tutto (per far passare l’aria) e infine liberare i fori sul fondo.
5/6 – Creare un composto solo con muschio e radici di osmunda
Se si vuole al contrario rinvasare l’orchidea con lo sfagno fresco, il consiglio è di creare un composto formato solo per un terzo da questo muschio, e per due terzi da radici di osmunda (un tipo di felce che si trova lungo i corsi d’acqua) di lunghezza intorno ai 4 cm. Aggiungere nel vaso cocci di vasi rotti è un’ulteriore aspetto consigliabile, in quanto permette un migliore drenaggio.
6/6 – Prendere le giuste precauzioni
Si ricorda infine, che è assolutamente essenziale prendere le dovute precauzioni, per evitare la diffusione di virus o di batteri, durante il rinvaso, da una pianta all’altra. Gli utensili da taglio devono essere sterilizzati prima dell’uso, immergendoli in una soluzione di 20 Physan per 10 minuti o riscaldandoli con una fiamma. Pulire la lama con un tovagliolo di carta e mettere i taglienti dell’utensile in un contenitore con la soluzione Physan. Lavare l’utensile prima dell’uso. Non riutilizzare pentole, pali, clip, ecc tra le piante a meno che non siano stati sterilizzati prima. I fogli di giornale o la carta assorbente, forniscono una superficie comoda e pulita su cui lavorare.