1/6 – Introduzione

Le pile sono accumulatori di energia in grado di garantire un’autonomia, seppur limitata, ai dispositivi che ne hanno bisogno (ad esempio cellulari, telecomandi, lampade portabili). Il primo, rudimentale, prototipo di batteria è stato creato nel 1799. Successivamente, dopo diversi stadi intermedi, si è arrivati alla creazione delle batterie ricaricabili e al litio, prive di “effetto memoria”, la scomoda caratteristica delle vecchie batterie di perdere in prestazioni se poste sotto carica senza essere state prima completamente scaricate. Le pile, dunque, sono oggetti preziosi e indispensabili per la vita di tutti i giorni, ne esistono di vari tipi e di varie dimensioni, ma hanno però un altissimo potere inquinante. Di recente le batterie che contenevano mercurio, sostanza ad altissimo livello di tossicità sia per l’uomo che per l’ambiente sono state bandite dal mercato. È perciò importante non gettarle nell’ambiente ma riporle negli appositi contenitori e questa guida vi sarà d’aiuto per sapere cosa fare con le pile usate.

2/6 – Perché smaltire le pile esauste

Nel mondo vi è un consumo elevato di pile, sono infatti numerosissimi i dispositivi che richiedono l’utilizzo di batterie. Col tempo tutte le pile che contengono mercurio sono state bandite, ma anche le attuali tipologie di pile contengono elementi altamente nocivi quali metalli pesanti, acido solforico e piombo. Per questo motivo è importante smaltire le pile esauste nel modo corretto, ma solo dopo aver accertato che siano effettivamente prive di carica energetica.

3/6 – Dove smaltire le pile usate

Le prime normative in fatto di smaltimento delle batterie risalgono ai primi anni novanta e riguardano solo quelle a base di piombo. Tutte le batterie, come per esempio quelle che utilizziamo per orologi e piccoli elettrodomestici, devono essere necessariamente smaltite per evitare che possano inquinare l’ambiente. Dello smaltimento, solitamente, se ne occupano le aziende che, localmente, hanno la gestione dei rifiuti. Attraverso l’installazione di appositi contenitori per la raccolta differenziata o dando la possibilità al cittadino di consegnare determinate tipologie di rifiuti all’interno delle cosiddette “isole ecologiche”, chiunque avrà la possibilità di limitare l’impatto ambientale.

4/6 – Centro di raccolta pile e accumulatori

Di recente il Dlgs n.188 del 20 novembre 2008, ha esteso anche in Italia l’obbligo di recupero di pile e accumulatori basati sull’impiego di altri metalli diversi dal piombo. In questo caso si fa riferimento a tutte le pile usa e getta o ricaricabili a stilo o a bottone utilizzate per l’alimentazione di piccole apparecchiature elettroniche. A tal fine è stato costituito un nuovo ente il “Centro di coordinamento pile e accumulatori” per rendere più agevole la raccolta di tali pile usate e favorirne il corretto smaltimento attraverso campagne di sensibilizzazione e di informazione.

5/6 – Riciclo batterie esauste

Ben il 60% del materiale che compone una pila è riciclabile, e può essere utilizzato per creare oggetti nuovi quali pentole e utensili da cucina. Per esempio dallo zinco si può ricavare argenteria, dal rame i cavi elettrici. Dal cobalto si ricavano i magneti, dal cadmio le saldature e dal piombo le nuove pile. È importante però, prima di smaltire le pile, assicurarsi che non abbiano ancora energia. Questo controllo lo si può fare inserendole in un altro apparecchio che richiede meno energia, se questo funziona allora le nostre batterie hanno ancora delle ore di autonomia da utilizzare.
http://www.nonsprecare.it/recupero-pile-usate-riciclo-dati-ricerca-duracell
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6/6 Consigli

  • Quando è possibile è sempre meglio acquistare pile ricaricabili. Queste hanno infatti un doppio vantaggio: primo ci faranno risparmiare denaro e secondo riducono considerevolmente il problema dell’impatto ambientale