1/6 – Introduzione
Le piante carnivore, denominate anche “insettivore” hanno la proprietà e la caratteristica di consumare ed intrappolare animali e protozoi, in particolar modo gli insetti, allo scopo di nutrirsi. Tale peculiarità è stata ottenuta a causa della loro esigenza a doversi adattare in determinati ambienti (torbiere, rocce affioranti o paludi) privi di nutrienti, come l’azoto. In tal modo le piante carnivore riescono ad integrare, tramite la digestione delle proteine animali, le sostanze ad esse mancanti. Esistono all’incirca 600 specie di piante carnivore, suddivise in diversi generi e famiglie, ma per essere davvero considerate tali, devono avere la capacità di aver sviluppato cinque diversi modi per intrappolare le loro prede: trappole ad ascidio, adesive, a scatto o tagliola, ad aspirazione ed a nassa. Nel primo caso la preda viene catturata all’interno della foglia che ha la forma di una caraffa, dove poi viene digerita. Nel secondo caso le foglie posseggono una sostanza adesiva, la mucillagine, tramite la quale gli organismi rimangono incollati. Le trappole a scatto o a tagliola invece rilevano, attraverso la loro sensibilità, il movimento delle prede e le bloccano al loro interno. Con la trappola ad aspirazione avviene il risucchio della preda tramite l’utricolo, una particolare vescica. Nell’ultimo caso, la trappola a nassa, la pianta possiede dei peli che attraggono le vittime all’interno della pianta stessa, senza dar loro quasi alcuna possibilità di scampo. Vediamo dunque qui di seguito quali sono le migliori piante carnivore per eliminare gli insetti.
2/6 – La Drosera capensis
La Drosera capensis è la più nota fra le piante carnivore, dotata di peli ghiandolari che emettono un liquido colloso. Qualora un insetto si appoggerà su questi peli, rimarrà incollato e successivamente avvolto dagli stessi. Questa pianta trasformerà poi le proteine che trarrà dall’insetto in sostanze ricche di azoto, capaci di essere assorbite.
3/6 – La Dionaea muscipula
La pianta si presenta alta non oltre i 10 cm di altezza e possiede le sue trappole nella zona finale delle sue foglie a cerniera, dotate di setole percettive in grado di attrarre gli insetti. Queste setole, se toccate ripetutamente, riescono a far scattare le foglie ed a farle chiudere, imprigionando gli insetti. Anche in questo caso l’insetto catturato verrà trasformato in nutrimento ricco di azoto per la pianta. Una volta terminato il processo, la Dionaea muscipula riaprirà la trappola per cacciare le prede. In estate la pianta ha un’attività piena, riuscendo a catturare molte mosche ed altri tipi di insetto volante.
4/6 – La Sarracenia purpurea
La Sarracenia purpurea si può considerare la più efficace fra tutte le piante carnivore, possedendo delle lunghe foglie che vanno a formare un imbuto formato. Riesce a raggiungere anche i settanta centimetri in lunghezza ed alcune varietà hanno cappuccio colorato, in grado di attrarre gli insetti. Possiede infatti una sostanza narcotizzante che li stordisce, facendoli cadere dentro all’imbuto e facendoli annegare in un liquido presente al suo interno. Può essere coltivata piuttosto facilmente ed i suoi fiori sono molto appariscenti, soprattutto nella stagione primaverile.
5/6 – La Nephentes
La Nephentes possiede delle foglie modificate, denominate “ascidi”, tramite le quali gli insetti vengono catturati, non prima di essere stati attirati dal loro colore, nonchè da un tipo di nettare presente sul loro bordo. Il nettare, rendendo viscida la superficie delle foglie, fa cadere l’insetto all’interno della pianta e facendolo annegare, anche in questo caso, in un liquido che si trova interiormente ad essa.
6/6 – Darlingtonia californica
La Darlingtonia californica ha un rizoma breve ed i suoi ascidi possono misurare da qualche centimetro ad oltre un metro. Si presentano di colore verde smeraldo ed a forma di tubo espanso, con un tipico piccolo coperchio in cima, che impedisce all’acqua piovana di diluire il liquido gastrico e viscido presente al suo interno. Il suo nettare attrae gli insetti che, nel volo, urtano sul “coperchio” della pianta, finendo anche stavolta al suo interno, dove verranno digeriti. La Darlingtonia trova il suo ambiente ottimale in una serra fredda, umida, ombreggiata e va tenuta a temperatura il più possibile costante, anche se nella stagione estiva può essere posizionata in zone soleggiate, ma dal terreno umido.