Ricevere doni di Natale è meraviglioso: la voglia di scartare i pacchi, scoprire cosa hanno pensato per noi amici, parenti e colleghi è un gesto che rinnoviamo sempre con la stessa gioia. C’è, però, da fare una riflessione: anche se frutto di una paziente e meditata ricerca, una buona parte dei doni risulta essere, per chi la riceve, inutile, non gradita, un doppione di quanto già posseduto o, più semplicemente, non soddisfa i nostri gusti e/o le nostre necessità.
Alzi la mano chi non ha mai fatto “regifting”, riciclando quel regalo assolutamente anonimo ricevuto a Natale dalla zia o dalla cugina. Quando ci si imbatte in un dono sgradito o nel classico “doppione” difficilmente lo si fa presente e si preferisce immaginare strade alternative per “piazzare” quell’oggetto, quel libro o quel capo di abbigliamento. C’è chi ha fatto del “regifting” una pratica quasi scientifica, stoccando in armadi e cantine i regali più improbabili, pronti per essere re-incartati e gentilmente re-indirizzati. Certamente si tratta di una pratica piuttosto comune, soprattutto in occasione del Natale, quando la sorpresa spesso cela qualcosa di completamente inutile.
Regali di Natale
In base ai dati diffusi da Business Leader nel 2018, nel Regno Unito si stima che ogni anno almeno 4 miliardi di sterline vengono spese per acquistare regali indesiderati il cui peso, in termini ambientali, corrisponde all’incirca a 8 kg di CO2 pro-capite. Secondo una ricerca di SWG condotta per Deliveroo, ben 1 italiano su 3 si dichiara non soddisfatto dei regali che riceve e la percentuale sale al 43% tra chi ha 35/44 anni. C’è, però, da dire che fortunatamente non tutto finisce nella pattumiera o in un cassetto.
Regali di Natale da riciclare
Mancano pochi giorni alla fatidica festa della famiglia e alla questione “doni”, fonte da sempre di gioie e sorprese che sanno di dispetti. Esiste un piccolo galateo su questo tema che è utile ripassare. Se la confidenza è poca, ricordatevi che i regali si aprono sempre di fronte a chi li ha fatti, quindi preparate una reazione disinvolta nel caso dalla scatola dovesse spuntare una gazzella in ceramica, un portagioie di perline o un elfo di cristallo. Attenzione al “ma non dovevi!”: va detto con innocente disincanto. Gli oggetti super riciclabili sono in genere quelli “non pensati” per la per persona che li riceve.
Possono essere candele, accessori per la casa, a volte gli stessi libri, sciarpe, guanti, maglioni di Natale, cravatte, ma anche profumi (inclusi quelli per ambiente) e bigiotteria: pare siano questi i doni a maggior rischio di regifting. Di cosa parliamo? Della possibilità di essere re-impacchettati ed iniziare a passare di mano in mano (chissà quante volte) divenendo, da regalo ricevuto, un dono da fare ad amici e parenti.
Se si intuisce che il presente non verrà mai utilizzato, dopo aver controllato che non vi siano cartoncini con nomi o altri riferimenti personali all’interno della confezione, spesso si finisce per riporre il pacchetto (spesso addirittura lasciandolo all’interno della medesima confezione) per poi utilizzarlo come dono per qualche vicino o vecchio conoscente che ci inviti ad una festa all’ultimo momento… tanto il pacchetto natalizio è valido fino alla Befana (ma ovviamente attenti a cambiare il biglietto!).
Come riciclare i regali di Natale: il regifting
Se preferite riciclare i regali indesiderati per il Natale dell’anno successivo, ricordatevi chi lo ha donato e cercate di regalarlo al di fuori della sua cerchia di conoscenti: chi vi assicura che non sia già stato oggetto di riciclo tra amici? Assicuratevi quindi che il presente non sia facilmente riconoscibile o tracciabile da chi lo ha fatto originariamente. Ad esempio, evitate di riciclare un regalo ricevuto da un familiare o da un amico stretto a una persona che frequenta lo stesso ambiente.
Le vie del regifting infatti sono infinite… salvo che non ci sia la data di scadenza: occhio quindi ai prodotti gastronomici e/o ai cosmetici. Perché siano ri-regalati, è importante tenere la confezione originale dei doni non graditi e che non siano stati usati. Inoltre, adeguate il dono al contesto e alla relazione con il destinatario: evitate di riciclare un regalo troppo formale a un’amica intima e viceversa.
Se volete bypassare eventuali imbarazzi, se avete confidenza con la persona che riceverà il regalo potete giocare con l’autoironia e denunciare apertamente che state facendo regifting: “Ho ricevuto questa cosa, io non la userò mai ma credo che a te possa piacere…”. In generale ricordatevi sempre: controllare che il dono di Natale che sta per essere riciclato non contenga dediche, bigliettini e riferimenti al fatto che era per voi. L’alternativa meno emotiva è invece quella di limitarsi a riciclare carta da pacco e nastrini e partecipare (o organizzare in casa propria, evitando di invitare chi ci ha regalato l’oggetto brutto) a uno swap party post natalizio, che potrebbe rivelarsi un’occasione simpatica (e produttiva) per continuare a festeggiare anche dopo la Befana.
Come riciclare i regali di Natale: il regifting di beneficenza
Se rimettere in circolo un regalo ricevuto, come se fosse un oggetto da voi personalmente scelto ed acquistato, non è un gesto che avete voglia di fare, ma, al contempo, non avete intenzione né di tenerlo né di rivenderlo, un’ipotesi sempre valida è quella della beneficenza. Oltre a generi di prima necessità o raccolte fondi, sono diverse le realtà solidali che raccolgono regali, possibilmente già confezionati. Ciò che si chiede è di identificare il potenziale destinatario del dono: uomo, donna, bimbi o bimbe, per poter fare così una sorpresa alla persona giusta. Il consiglio è, però, di informarsi bene: a volte son previste solo alcune tipologie di doni mentre, in altri casi, si chiede di unire un bene durevole (ad esempio una sciarpa) a qualcosa di gustoso e che scaldi come, ad esempio, una barretta di cioccolata.
Come riciclare i regali di Natale: la tombolata
Chi non ama giocare a tombola o a mercante in fiera? I giochi delle feste divertono chi cerca la fortuna, chi preferisce più essere fortunato in amore, chi non fa caso ad aver completato la cartella o avere la carta vincente. Insomma, tra sorrisi e battute, si trascorrono veri momenti di spensieratezza. Se di solito, però, quelli baciati dalla dea fortuna riescono a portare a casa i premi migliori, esiste anche una tombola che va al contrario.
C’è chi la definisce “tombole degli orrori” e chi addirittura “schifotombola” e, seppur le sue regole siano le stesse rispetto al gioco tradizionale a cambiare sono i premi in palio: si tratta, infatti, dei regali che son piaciuti meno (o per nulla) ai partecipanti, magari escludendo i doni ricevuti dai presenti! Visto che sono ammessi anche gli omaggi degli anni passati (o ricevuti in occasioni diverse, come un compleanno), sarà il caso quindi di cercare di ricordarvi bene da chi erano arrivati.
Maggiore è il numero dei regali da far girare maggiore sarà il numero delle sfide che si potranno organizzare anche perché, se vincete qualcosa che non fa per voi, potrete subito rimetterla in palio! Potrà poi capitare che molte persone, anche quando avranno completato la loro cartella, per paura di portarsi a casa qualche cianfrusaglia che non sta bene neanche dietro il televisore o un libro motivazionale del quale non hanno bisogno, eviteranno di gridare “TOMBOLA” (ma anche solo cinquina): per scoraggiare queste “strategie” ricordatevi di confezionare il regalo (magari utilizzando carta di risulta come quella dei “volantoni”).
Come riciclare i regali di Natale: gli scambi
Intendiamoci: non è detto che il regalo sia sempre brutto. A volte semplicemente non fa per noi, è troppo grande per il nostro appartamento o è semplicemente un doppione. Allora perché non dare il via ad uno swap party? Si può decidere il numero di oggetti da portare e si inizia la trattativa. Tra le regole che vi suggeriamo vi è quella di non far caso al valore economico dell’oggetto ceduto né di quello ricevuto, ma solamente alla voglia di far circolare ciò che non ci serve e di poter così (far) adottare un oggetto a chi ne ha davvero desiderio o bisogno. Certo è che se qualcosa rimane comunque, potreste mettere in tavola una schifotombola o una estrazione a sorte confidando che non ripeschiate quello che avete portato.
Come riciclare i regali di Natale: vendere online
Se le soluzioni precedenti non fanno al caso vostro, non disperate. Arrivano in vostro soccorso negozi dell’usato e piattaforme web. Va, però, posta attenzione a dove e quando rivendere l’oggetto. Se si tratta, ad esempio, di piatti decorati con disegni natalizi, i negozianti li prenderanno in carico solo nel periodo ottobre-dicembre perché difficilmente troverete qualcuno che è già alla ricerca di questo genere di oggetti dopo l’Epifania. Sarà quindi più saggio tenerli stipati per un anno. Se si tratta, invece, di abbigliamento invernale, non tergiversate: saldi e innalzamento delle temperature, potrebbero rendere letteralmente fuori stagione il capo per un po’ di tempo.
Occhio alle piattaforme online (le più indicate sono Subito, Vinted, Etsy o E-bay) e ai gruppi Facebook: se avete profili riconoscibili (magari con il vostro nome e la vostra foto), perché siete soliti già rivendere quel che non vi serve più, i vostri amici potrebbero esserne a conoscenza. Fate una buona descrizione del prodotto, mettendo in evidenza le sue caratteristiche e i suoi punti di forza e scattate delle foto chiare e realistiche dell’oggetto, mostrandolo da diverse angolazioni. Se non volete far sì che chi ha fatto il regalo possa dispiacersi per il destino riservato a quello che considerava un oggetto indimenticabile e irrinunciabile nelle vostre vite, potreste chiedere ad una vostra amica di metterlo in vendita al posto vostro magari ricambiando il favore e mettendo in vendita un bene che lei ha ricevuto in dono e del quale vuole disfarsi.
Il lato verde del riciclo
Permettendo agli oggetti di avere una seconda vita, il riciclo dei regali di Natale può essere una scelta ecologica. Non si accumulano gli oggetti rischiando che il tempo li possa corrompere né si buttano in discarica, si evita di consumare energia per realizzare nuovi prodotti. Si contribuisce a diffondere una cultura del riutilizzo e del riciclo, che è fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente e della sostenibilità.