Vestiti di Carnevale Veneziano
Il Carnevale in alcuni luoghi è particolarmente vissuto. Fra le città d’Italia che celebrano il Carnevale la più nota è probabilmente quella che fu casa del Doge. Ogni anno per il Carnevale di Venezia la cittadina si arricchisce di colori, luci, suoni e tantissimi vestiti che conservano nel loro essere una ricca storia. Alcuni di questi vestiti di Carnevale derivano dalla commedia dell’arte come Pantalone e Colombina ma ci sono anche maschere facciali di antica origine, come la Bauta. Nella cultura veneziana “Maschera” significava mettersi baffi e barba finti, oppure travestirsi da donna o da uomo.
In tutto questo, i vestititi di Carnevale per adulti assunsero simbolicamente significato di libertà e trasgressione verso le leggi dettate dalla Serenissima nel periodo del Carnevale. Ornamenti, tradizione e folklore permettevano cosi di fare decadere identità, ceti sociali, caste, fazioni. Tutti erano uguali in base a quello che è il significato del Carnevale più profondo e l’unico saluto che si udiva era: “Buongiorno Siora Maschera”. Scopriamo insieme le tipologie di vestiti, cosa rappresentano e come si realizzanp.
E’ possibile, infatti, fare dei vestiti di Carnevale fai da te ispirati a quelli veneziani, basta conoscere la loro fattura, così da spere come imitarli.
Tipologie di vestiti del Carnevale Veneziano
Esistevano due tipologie di vestiti e le famose maschere di Carnevale veneziane: quelle da teatro e quelle tradizionali. Queste sono probabilmente fra le più belle delle maschere di Carnevale tradizionali italiane e i vestiti derivanti dagli storici teatri veneziani e dalla commedia dell’arte teatrale Goldoniana fanno sognare anche oggi. Ecco quali sono:
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La Larva: detta anche “Bauta Maschera”è la semplice maschera bianca a forma di viso dai lineamenti duri e perfetti, che garantisce sicuro anonimato a tutti partecipanti del Carnevale di Venezia, sia del luogo, sia stranieri.
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La Bauta: è l’antica maschera completata poi con un Tabarro (matello) e un cappello scuri, un cappello a tricorno nero e la Larva sul viso. L’utilizzo si è intensificato nel XVIII secolo e si utilizza ancora oggi. Un tempo era utilizzata anche fuori dal Carnevale Veneziano per corteggiare oppure per essere corteggiati nel segreto e nell’anonimato.
- La Moretta: vestito di Carnevale femminile di velluto dal colore scuro e di piccola forma ovale che veniva e viene indossata con cappellino e ricchi ornamenti, oltre a indumenti raffinati ed eleganti. La particolarità del travestimento è che la maschera era muta: infatti, si teneva sul volto grazie ad un bottone interno che si mordeva coi denti, non permettendo così la parola. Di origine Francese, si diffuse per i delicatissimi e apprezzati lineamenti femminili.
- La Gnaga: maschera con sembianze di gatta, utilizzata dagli uomini per travestimenti di figure femminili. L’uomo che sceglieva la maschera da Gnaga, doveva anche indossare indumenti femminili, oltre che una cesta da portare sotto braccio, contenente un gattino.
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Il medico della peste: inquietante travestimento ancora molto in voga tra le calli anche se non si tratta propriamente di una maschera carnevalesca, ma di un elemento inquietante tra i frizzi e i lazzi delle altre mascherine. Fu ideata, infatti da un medico per scopi di sicurezza sanitaria durante la drammatica peste del 1630 a Venezia, sperando che questa semplice protezione bastasse ad evitare il contagio. Ogni anno, la terza domenica di Luglio ricorre da quasi cinque secoli, la festa del Redentore per ricordare la liberazione di Venezia dalla peste. La maschera del Medico della Peste simboleggia tra le altre cose una faccia della morte: la sua veste di lino o tela cerata arriva ai piedi, mani e capo sono protetti da guanti e cappello. Il particolare che salta subito agli occhi è il becco che ospitava in passato erbe profumate e una spugna bagnata d’aceto per purificare l’aria, ovviamente speranza vana.
Personaggi del Carnevale Veneziano
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Arlecchino e Brighella: Sono due vestiti di origine Bergamasca ma con cittadinanza veneziana, poiché secondo la tradizione tutte e due lavoravano come servi nel capoluogo veneto. Brighella era un servo, abile e scaltro, come Arlecchino che però a differenza sua era sciocco ma dotato di buonsenso. Queste due maschere erano quelle che davano vita alla commedia, da loro partivano tutti gli intrighi. Arlecchino è vestito con un abito multicolore a patch, mentre Brighella indossa un abito bianco con decori a righe orizzontali sui lati e in centro alla blusa.
- Pantalone e dottor Balanzone: Sono i due personaggi vecchi che ricoprono ruoli buffi e ridicoli nella commedia, perfetti per Carnevale. Pantalone, vecchio e attempato si innamora solo di donne che lo prendono in giro beffandolo alle spalle, mentre il dottore Balanzone è la parodia dell’erudito, colui che superficialmente pensa di sapere tutto mentre in realtà è dotato solo di superficiale conoscenza. Pantalone indossa abito rosso da capo a piedi con mantello marrone o nero, Balanzone abito nero ricco e corto con calzamaglia e ricco collare bianco a balze, guanti bianchi.
- Rosaura: Figlia di Pantalone, è una donzella che adora chiacchierare con la sua cameriera Colombina. È una giovane innamorata che porta con sé un ventaglio di colore rosa. È vestita con un abito blu, arricchito da fiocchi e nastri che viene indossato senza una maschera di Carnevale veneziana che celi il viso.
- Colombina: Furba servetta di Pantalone, riceve spesso dal padrone attenzioni non richieste. È scaltra e cinica, pronta a suggerire a Rosaura malizie e astuzie. Il suo ruolo è servire Rosaura e curarsi dei suoi sotterfugi domestici e amorosi.