1/5 – Introduzione
Il vetro di Boemia, chi non ha mai avuto modo di ammirarne la trasparenza in suppellettili di produzione artigianale alzi la mano? Splendido vetro-cristallo decorativo e trasparente, i cui resti più antichi ritrovati in Boemia sono datati intorno al XIII° secolo, ha iniziato a diffondersi durante il periodo barocco, nel XVII° secolo. I vetrai boemi si resero conto che mescolando cloruro di potassio con gesso si poteva ottenere un vetro incolore, più stabile di quello italiano. Si può perciò dire che la sua storia ebbe inizio a partire dalle risorse naturali del territorio: nel sottosuolo erano presenti calcare e silice, e la stessa cenere prodotta dal legname usato nei forni di fusione poteva servire a creare potassio. Si scoprì inoltre che questo vetro si poteva lavorare tramite un tornio da vasaio. La facilità con cui poteva essere lavorato, la sua resistenza, la sua grande bellezza hanno contribuito al suo successo e alla conseguente espansione di tale arte vetraria negli anni a venire. Le principali tecniche di lavorazione per la produzione del vetro di Boemia, tramandate nel corso dei secoli, verranno illustrate qui, in questa guida.
2/5 – Usare il metodo della soffiatura
Se si vogliono ottenere oggetti di piccole dimensioni, si è soliti ricorrere al metodo ormai diffusissimo della soffiatura, a sua volta distinto in due tecniche, quella del soffio libero oppure quella in stampo. In entrambi i casi si tratta di portare il vetro al punto di fusione. La parte iniziale dunque è comune, ciò che muta è invece la fase successiva.
3/5 – Utilizzare la tecnica a cilindro
La qualità degli ingredienti è essenziale: per produrre il vetro di Boemia servono anzitutto ottime materie prime, quali le sabbie per vetrerie, dal colore estremamente chiaro o addirittura bianco. Devono contenere quarzo e altri minerali pesanti. All’inizio il vetro di Boemia si produceva semplicemente mescolando la soda e il potassio al vetro. Una prima tecnica di lavorazione, solitamente impiegata nella Lorena, è quella a cilindro; consiste nel far roteare una quantità di pasta di peso compreso tra i 10 e i 20 Kg, finché si ottiene un cilindro lungo circa 50 cm, a cui andranno tagliate le due estremità. Viene poi inciso tramite la punta di un diamante, quindi trasferito in un forno. Sarà da aprire a libro, in modo da ottenere una lastra. Una volta riscaldato nuovamente, va lavorato per conferirgli la forma desiderata.
4/5 – Impiegare la tecnica di lavorazione meccanica
In ambedue i tipi di lavorazione, si procederà a nuove fasi di riscaldamento, indispensabili per conferire maggiori dettagli ai contorni dell’oggetto stesso. A seconda del risultato che si vuole ottenere, si potranno aggiungere all’oggetto anche dei piedini, oppure un piedistallo vero e proprio. Un’ulteriore tecnica di lavorazione è rappresentata da quella meccanica, da effettuarsi interamente con l’ausilio delle macchine oppure con l’intervento manuale dell’artigiano in alcune particolari fasi.
5/5 Consigli
- Leggere attentamente la guida.
- Questa guida è redatta a solo scopo informativo, perciò chiedete sempre suggerimento a persone esperte nel settore.