Storie forti, di femminismo, speranza e coraggio: le donne raccontano (e si raccontano) nelle grapich novel. Romanzi a fumetti che sono diventati, sempre di più, una forma narrativa straordinaria in cui si intrecciano tematiche importanti e trame avvincenti. 5 grapich novel scritte da donne che dovresti leggere quest’estate sotto l’ombrellone.
La rosa più rossa si schiude di Liv Strömquist
Graffiante e originale Liv Strömquist è un’artista svedese, autrice di fumetti cult come Il frutto della conoscenza. In questa grapich novel affronta il tema della fine dell’amore in modo inedito. Il suo lavoro parte da una considerazione scherzosa e ironica. Come è possibile che Leonardo DiCaprio, noto attore e divo di Hollywood, abbia avuto diverse relazioni con modelle bellissima, ma non si sia mai innamorato di nessuna? Da qui una tesi: innamorarsi è – purtroppo – sempre più raro. L’autrice cerca dunque di dimostrare questa affermazione, portando in scena tanti personaggi diversi, dalla mitica Samantha di Sex and The City a Socrate, sino a Beyoncé, per parlare di amore, relazioni e sesso. “Siamo bloccate in un’idea culturale che dice che dobbiamo trovarci qualcuno che ha gli stessi soldi e la stessa istruzione – spiega -, oppure qualcuno più ricco e più istruito, ma dato che siamo sempre più ricche e più istruite abbiamo sempre meno uomini tra cui scegliere”.
Indomite di Pénélope Bagieu
Una coraggiosa e forte Pénélope Bagieu ci racconta le donne in modo sagace e senza buonismo. Ritratti di grandi personalità che hanno segnato l’arte, la scienza, la politica e la cultura. Si va da Frances Glessner Lee, signora della scienza forense, a Temple Grandin, affetta dalla sindrome di Asperger e isolata da bambina per questo, ma divenuta, grazie alle sue forze, professoressa presso la Colorado State University, diventando un simbolo per la tutela dei diritti delle persone autistiche. Sino a The Shaggs, gruppo musicale al femminile che ha ispirato artisti del calibro di Kurt Cobain. Cosa hanno in comune le donne di questa grapich novel? Sono coraggiose, tenaci e non si arrendono mai.
Bastava chiedere di Emma
Blogger e artista francese, Emma ci racconta il femminismo da un altro punto di vista, quello della vita quotidiana. In un mondo in cui le donne, purtroppo, sono ancora considerate le uniche a doversi occupare del carico mentale e fisico dell’organizzazione domestica. Dai lavori domestici agli impegni dei bambini: sono le donne a portare avanti la famiglia, spesso senza nessun aiuto. Il motivo? Gli uomini sono convinti che sia “compito loro”, così quando vengono accusati di non aver fatto nulla rispondono semplicemente: “Bastava chiedere”. Partendo da questa frase Emma ci porta alla scoperta di dieci episodi domestici, piccole e grandi sfide per superare preconcetti e pregiudizi che ogni donna è costretta a subire ogni giorno. Nella prima tavola l’autrice si reca a casa di un’amica per un’uscita. Lì, mentre la donna si prepara dà a mangiare ai figli. A fargli compagnia il marito che si limita a guardare mentre beve una bibita. Qualcosa va storto e da quel momento nasce una lunga riflessione sulle donne e sul femminismo quotidiano.
Donne senza paura di Marta Breen e Jenny Jordahl
Donne senza paura è una grapich novel unica nel suo genere che raccoglie storie di donne eccezionali. Personalità forti e straordinaria che hanno cambiato, a modo loro, il mondo. Si va dalla storia di Sojourner Truth, che ha combattuto per abolire lo schiavismo e a favore dei diritti delle donne negli Usa, a Malala Yousafzai, attivista pakistana e vincitrice del premio Nobel per la pace, sino alla drammaturga Olympe de Gouges, che durante la rivoluzione francese scrisse la celebre Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina.
Possiamo essere tutto di Alessia Puleo e Francesca Ceci
Realizzata in collaborazione con Amnesty International, questa graphic novel è un messaggio per nuove generazioni che racconta una storia di forza e integrazione. Protagonista Raja e Amal, due ragazze di origini marocchine e di religione islamica, che lottano per affermare la loro identità ed emanciparsi. Amal porta il velo, non per costrizione, ma per scelta. Quando si presenta ai colloqui però deve fare i conti con chi è convinto che la sua religione potrà interferire con il lavoro. Così le chiedono se sarebbe disponibile a togliersi il velo quando parla con i clienti. Raja ha un taglio afro e corto, per questo attira gli sguardi di persone che la fissano sui mezzi pubblici a Roma, città in cui vive con la famiglia. Entrambe raccontano la difficoltà di confrontarsi con pregiudizi e razzismo, ma soprattutto con la sfida più grande: quella di essere donne.