Ci aveva già provato dieci anni fa con un corso di tango da cui ero scappata dopo essere stata stretta e strattonata da uno sconosciuto per un’ora. Poi, una sera di queste tutte uguali, scandite dalle notizie del telegiornale che riportano i casi di contagio, ha messo Youtube sulla tv e mi ha proposto: «Perché non facciamo un corso online di Lindy Hop?».
Davanti a due ballerini, uno vestito di tutto punto e una con la gonna a ruota e i capelli mezzi biondi e mezzi rosa, ho detto sì a mio marito. E, dopo aver ascoltato le indicazioni dei nostri nuovi insegnanti virtuali, Kevin e Jo, abbiamo mosso i primi passi di questo ballo, uno swing afroamericano nato alla fine degli anni Venti ad Harlem, nella Savoy Ballroom, il locale dove bianchi e neri calcavano le assi di legno insieme, senza alcuna segregazione razziale.
Iniziamo col dire che Jo Hoffberg e Kevin St. Laurent sono campioni mondiali di Lindy Hop. E si vede. Non solo perché eseguono tutto alla perfezione ma perché sono chiari anche se parlano in inglese (alla fine basta guardare i movimenti e cercare di replicarli), sono simpatici e spiegano un passo alla volta facendolo vedere più e più volte. Per trovarli su Youtube basta andare nel canale iLindy by Kevin and Jo e, tra le playlist, scegliere Introduction to 6 Count Swing: dà accesso a 14 lezioni gratuite (su ilindy.com ci sono più di 1.000 video a pagamento). L’introduzione è illuminante: dice che in questa disciplina a portare e a seguire possono essere sia la donna sia l’uomo e si consiglia di provare entrambi i ruoli.
Non resta che scegliere con quale iniziare. Lascio quello di leader a mio marito che ha avuto l’idea e mi accontento di fare la follower. Del resto lui ha già in testa un cappello da gangster che gli ho regalato anni fa, mentre io sono in tuta (e mi rendo conto che questa quarantena non sta giovando al mio look). Si parte: un passo indietro, due da una parte e due dall’altra. Il difficile arriva quando dobbiamo ripetere i movimenti in tutte le direzioni e ci ritroviamo a saltellare per il salotto con le figlie che ci fissano a occhi sgranati. Guardo il contapassi che ho al polso, ne conta 2.500 in più da quando abbiamo iniziato mezz’ora fa: non male per la prima lezione.
“Tutto è ritmo, tutto è swing” è l’ebook di Camilla Poesio che racconta l’impatto del jazz sulla società italiana (11,99 euro, mondadorieducation.it).
Oltre a far salire il numero di passi sul mio contatore e ad attivare il sistema cardiocircolatorio (benefici non secondari in questi giorni di sedentarietà forzata), il Lindy Hop è caratterizzato da salti, calci rapidi, spostamenti in tutte le direzioni e persino acrobazie (quando saremo abbastanza bravi), quindi mette in moto gambe, glutei e bacino impegnandoli a seguire ritmi vivaci e incalzanti. Non solo, insegna anche al corpo a muoversi in modo coordinato nello spazio.
Durante la lezione Kevin dà le coordinate della stanza, fissa dei punti, insegna a ballare mantenendo equilibrio e tempismo. Mio marito che è un informatico coglie al volo e non fa che indicarmi punti invisibili del salotto che secondo lui dovrei raggiungere con precisione. Io penso piuttosto a eseguire i passi facendoli un po’ miei e saltello senza costrutto schiacciandogli varie volte i piedi. Inconvenienti del mestiere di ballerino, immagino.
Quando raggiungo via mail Kevin per chiedergli aiuto, lui dà ragione a entrambi: «La cosa più importante è divertirsi e ognuno di noi ha un’idea personale di divertimento» mi scrive. «Per qualcuno significa sorridere, muoversi, godersi la musica ed essere creativi. Per altri vuol dire sfidare le proprie possibilità fisiche e le proprie abilità per riuscire a padroneggiare la tecnica».
Il Lindy Hop è definito il “ballo del sorriso” e da subito capisco il perché. Intanto già alla seconda lezione mi sono messa un bel rossetto rosso sulle labbra (in modo da bilanciare la tuta che ancora indosso). E, poi, prendersi per mano, fare giravolte scontrandosi l’uno contro l’altro, cercare di tenere il ritmo è di per sé molto divertente. La musica è un’iniezione di buonumore e su ogni video sono riportati i titoli dei brani, noi li abbiamo segnati e ora li ascoltiamo anche a pranzo e cena.
«Secondo i neuroscienziati della Columbia University di New York, ballare ha un doppio effetto positivo: la musica stimola il sistema di ricompensa del cervello (quello che libera le emozioni positive), mentre la danza attiva i circuiti sensoriali e motori» mi spiega Jo, che sta facendo la quarantena a Berlino. «Lo swing sveglia la mente, allontana la noia, stimola la creatività, lenisce le preoccupazioni, fa divertire. È pura gioia». E di pura gioia abbiamo bisogno in questi giorni. Ecco allora una buona notizia. Se in casa non hai un compagno, puoi ballare da sola: nei video ci sono tante indicazioni per i single. Io intanto ho preparato una gonna a ruota per la prossima lezione con mio marito. È ora di dire addio alla tuta!
4 modi per saperne di più
1. Nonsolocharleston è il canale Youtube di una scuola milanese con videotutorial di Lindy Hop, Solo Jazz, Boogie Woogie e Shim Sham
(una danza mix tra tradizione africana e irlandese).
2. La scuola Lindy Hop in Florence, oltre a tenere corsi a Firenze ed Empoli, ha un canale su Youtube con i suoi spettacoli.
3. Al sito lindyhop.it trovi link ai videotutorial dalle accademie del mondo e appuntamenti in Italia (per quando si potrà uscire).
4. Lo swing accompagna molte scene della serie Netflix La fantastica signora Maisel: da vedere e ascoltare!