Sono pochi, davvero pochi, quelli che avrebbero scommesso su Lol – Chi ride è fuori. Non per mancanza di fiducia nei confronti di un colosso come Amazon Prime (che, diciamolo pure, sa benissimo su quali cavalli puntare), ma perché la sua semplicità poteva sembrare, scusate il paradosso, eccessiva.

La regola dello show era una sola: non ridere. Basica, essenziale. Sembrava non essere difficile soprattutto per chi della fine arte di scatenare la risata conosce ogni anfratto, come i dieci concorrenti in gara, maestri della comicità.

E invece, i giorni passano e il senso di stupore scatenato dal format permane: lo show si è concluso l’8 aprile e non c’è nessuno che non ne stia ancora parlando. Perché? Perché Lol ha colmato un vuoto che tutti avvertivamo, in maniera inconscia: quello del ridere di cuore.

Ah, allerta spoiler: se non vuoi sapere come finisce, non proseguire nella lettura!

L’affetto verso tutti i concorrenti (e i conduttori)

Incredibile ma vero. Per la prima volta, il grande pubblico è (quasi) tutto d’accordo. Certo, ci sono delle eccezioni, ma in linea di massima sui social sono tutti concordi nel dire che ha funzionato bene sia l’accoppiata Fedez-Maionchi (già rodata su altri banchi di prova) che la scelta dei concorrenti.

Comici mainstream hanno incontrato stand-up comedian di nicchia, volti noti del web hanno “affrontato” pilastri della comicità italiana: Caterina Guzzanti, Michela Giraud, Katia Follesa, Ciro e Fru dei The Jackal, Elio, Lillo, Luca Ravenna, Pintus e Frank Matano, ognuno con il suo background, sono entrati nei cuori di tutti.

Un’impresa per niente facile, considerando che la comicità non parla una sola lingua ma tocca diverse corde. Forse, però, proprio il fatto che ci fossero tutti questi micromondi in un unico luogo, a dare il meglio (e il peggio) per “far fuori” gli altri, ha fatto sì che tutti, proprio tutti, fossero contenti di ciò che stavano vedendo.

La comicità in rosa

Lo diciamo a gran voce: dateci più comiche. Dateci più donne che siano in grado di farci ridere come solo loro sanno fare. Lol ci ha regalato la resistenza, le esibizioni e la determinazione di tre artiste straordinarie, ognuna con il suo genere e il suo carattere.

Partiamo da Michela Giraud: ha maneggiato con cura argomenti apparentemente volgari, rendendoli freschi, divertenti e d’impatto e portando sull’orlo del collasso colossi del calibro di Lillo e Elio.

Poi, Caterina Guzzanti: impassibile, immutabile, di un’imperturbabilità che lasciava a bocca aperta finché non si trasformava in un’arma micidiale, in grado di far vacillare chiunque le fosse intorno con alcuni dei suoi personaggi iconici.

Infine, Katia Follesa. Per Katia c’è una menzione d’onore: artista a tutto tondo, si è messa in gioco in tutti i modi possibili e immaginabili senza mai esitare. Ha riso, sì, ma è arrivata in finale. E ha combattuto fino alla fine, guadagnandosi una fetta di pubblico che adesso la guarda con occhi nuovi.

La stima per Ciro Priello

Se la fascia d’età che va dai 25 ai 30 anni conosceva già Ciro Priello, con LOL il leader dei The Jackal si è spinto più in là, conquistando il pubblico di variegato di Amazon Prime e riuscendo a colpire sia i grandi che i piccini.

Giovane, felicemente sposato con una donna meravigliosa e padre di una bambina che gli fa scoprire ogni giorno come lo stupore sia fondamentale per approcciarsi alla vita, Priello è riuscito ad andare fino in fondo alla gara sbaragliando concorrenti con un’esperienza pluridecennale.

Priello ha vinto LOL pur essendo giovane. Ha mantenuto un atteggiamento serio anche durante le sue gag più spiazzanti, è riuscito a essere impeccabile pur arrivando in finale con due mostri sacri, Katia Follesa e Caterina Guzzanti.

Ha saputo fare scuola, dimostrando di avere delle doti attoriali davvero invidiabili e di essere determinato quanto basta, anche quando intorno a lui il mondo si riempie di strambi tip tap, di oggetti inverosimili e dichiarazione d’amore improbabili.

I vincitori morali di Lol

Come ogni competizione che si rispetti, oltre agli onori per il vincitore assoluto Lol – Chi ride è fuori ci ha lasciato anche dei vincitori morali. Che, a dirla tutta, sono destinati a impazzare ancora per mesi.

Su Facebook, Twitter e Instagram i protagonisti assoluti sono Elio e Lillo, con una menzione speciale per Frank Matano. Le ragioni di questo tripudio dei social sono da ricercarsi nelle loro gag, non sempre originali ma in grado di diventare dei veri e propri tormentoni.

Ma prima di passare ai tormentoni in questione e ai meme che ne sono derivati, occorre capire perché Elio, Lillo e Frank hanno davvero fatto furore in questa edizione.

Posaman

Durante la gara, a Lillo, Ciro Priello e Frank Matano viene richiesto di fare un numero dove avrebbero dovuto interpretare un supereroe a loro scelta. Lillo è riuscito a crearne uno davvero geniale: un eroe che non fa altro che posare, ovvero Posaman.

Posaman è di fatto inutile, non potrebbe aiutare nessuno, ma fa delle pose bellissime, che sono state emulate e ripostate da migliaia di persone. Che dire, non l’eroe che meritavamo ma quello di cui avevamo bisogno.

Il tip tap di Elio

Se vestirsi da Gioconda non bastava, svelare di essere un ballerino di tip tap è servito a portare Elio ancora una spanna più su rispetto alla sua (già inarrivabile) posizione nel panorama comico italiano.

Con la sua esibizione, il frontman di Elio e Le Storie Tese, creatore di contenuti comici sin dai tempi di Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu, ha messo a dura prova tutti gli altri concorrenti. E ha conquistato tutti i social.

L’irriducibile Matano

Non solo un comico ma un vero maratoneta: un esperto della fuga che ha rischiato più volte di essere vittima non solo degli altri, ma anche delle sue stesse gag.

Frank Matano è un vincitore morale perché è riuscito ad andare (quasi) fino in fondo ed è stato eliminato da un agguerritissimo Elio, che è riuscito ad avere la meglio e a costringerlo a una resa tanto spontanea da essere dolce. L’impressione è stata quella di un bambino che scoppia di fronte allo zio buffo, il siparietto talmente bello da rimanere nella storia.

Matano, però, di certo non è un bambino e torna poi per vendicarsi: è “colpa” sua, probabilmente, se Elio non ha vinto LOL. Ma non poteva andare meglio di così.

I tormentoni

Un programma di successo non è tale se non lascia in eredità dei tormentoni destinati a durare per mesi. Già dopo il rilascio delle prime puntate Lol ha lasciato il segno.

Il primo è la frase «Mi sento un oggetto» di Elio: travestito da Monna Lisa, dunque da quadro, l’artista ha centrato l’obiettivo di entrare nella mente degli spettatori con una frase breve ma d’impatto.

Il secondo, è il più “grossolano” «Hai ca***o» di Angelo Pintus, anima della festa fino alla sua eliminazione: trash se letto fuori contesto, ma assolutamente liberatorio (perdonate il gioco di parole) se visto nell’ambito della gag che stava portando avanti.

Acclamatissima anche le canzoni di Michela Giraud: Mig****ne pazzo e Sono una fregna sono diventati dei motivetti cantati davvero da chiunque e chissà che il primo non diventi un vero singolo in collaborazione con Elio e Le Storie Tese.

In ultimo, ma solo ed esclusivamente per finire in bellezza, la semplicità: «Sono Lillo». Lillo è riuscito a far ridere con sole due parole. Perché in fondo, la comicità è tutta qui: non servono orpelli, solo semplicità.