La bellezza è una questione di proporzioni. Così teorizzava Leonardo da Vinci nel XV secolo, inaugurando la scuola rinascimentale. Un’intuizione che, a più di 500 anni di distanza, continua a orientare le tendenze in campi apparentemente lontani dall’arte, come la medicina estetica. Sì, perché anche la “medicina della bellezza” ha le sue proprie tendenze, al pari delle altre categorie beauty, come il trucco e i capelli.
Se nei primi anni 2000 andavano di moda gli zigomi prominenti, volumizzati da filler di acido ialuronico à gogo, oggi si cercano volumi più misurati che rispettino le proporzioni del volto. Stesso discorso per la fronte: ieri doveva essere levigata come marmo, senza traccia alcuna di corrugamento, oggi ben venga la conservazione della naturale espressività (con annessa motilità del viso). E si potrebbe continuare sullo sguardo e sulle labbra, le zone più richieste per il fatidico ritocchino: non più effetti finti, ma desiderio di naturalezza.
Risultati sempre più naturali con la medicina estetica
Come si può intuire, la medicina estetica segue delle correnti di pensiero che, in questi 20 anni di boom, si sono avvicendate nel seguente ordine: trasformativa, correttiva, conservativa. Sicuramente nessuno auspica a vedersi trasformato da filler e botox, come accadeva di frequente in passato. Semmai oggi si desidera correggere i segni dell’età, in primis linee di espressione e cedimenti cutanei. Restando possibilmente se stessi. Giusto un po’ ringiovaniti. Quel tanto che basta a vedersi meglio allo specchio.
La buona notizia è che le recenti metodiche di medicina estetica, sempre più sofisticate, permettono di ottenere quel miglioramento soft che soddisfa le aspettative. E nello stesso tempo rassicura dal fatto che non si riceverà l’etichetta di “rifatta”. Insomma, se dietro un viso fresco e riposato non si intuisce la mano del chirurgo, è meglio.
Rispetto dei lineamenti senza trasformarli
Il bisogno di “recupero” della propria faccia (così com’era prima del ritocco esagerato) è talmente attuale che dall’America, culla delle novità nel settore, arriva la tendenza del filler dissolving di cui si è parlato all’ultimo congresso di Agorà, tenutosi a Milano a ottobre 2022. «Si chiama così perché indica la possibilità di sciogliere l’acido ialuronico attraverso l’enzima preposto alla sua dissolvenza, la ialuronidasi» spiega il dottor Sergio Noviello, specialista in Microchirurgia sperimentale.
«Dopo 15 anni di uso massiccio di filler riempitivi, sempre più donne americane stanno chiedendo di poter tornare a com’erano una volta, di mantenere un aspetto più autentico con trattamenti meno invasivi o trasformativi. Anche in Italia cominciamo a ricevere simili richieste, poiché si sta finalmente comprendendo che l’eccesso di acido ialuronico comporta effetti poco gradevoli. Innanzitutto, altera le proporzioni dei lineamenti, e poi non fa sembrare più giovani, anzi. In alcuni casi, può rendere il viso più mascolino, poiché allarga la mascella».
Cura, oltre che correzione dei segni dell’età
«Oltre al ringiovanimento soft, uno degli ultimi trend estetici è la conservazione di ciò che Madre Natura ci ha donato, malgrado il passare degli anni. Come dire: si può avere un bell’aspetto nonostante le rughe, ma su una pelle curata desteranno meno preoccupazioni di apparire invecchiati» dice il prof. Paolo Bonan, specialista in dermatologia e docente di Laser e Energy-based Devices presso l’Università di Siena.
Ed è qui che entra in gioco la nuova concezione curativa della medicina estetica. Il ritocco serve sì a renderci più belli, ma anche a curare la nostra pelle. «Una pelle invecchiata è una pelle poco sana, che spesso ha perso la propria funzionalità di proteggersi dagli agenti esterni e dai fattori interni che potrebbero ulteriormente danneggiarla. Diventa, infatti, più esposta ai meccanismi infiammatori che subentrano con il tempo e con le abitudini scorrette» continua il prof. Bonan.
Le nuove metodiche stimolano la pelle a rinnovarsi
Mentre corregge gli inestetismi dell’età, la medicina estetica cura. Effettuare trattamenti dall’azione bio-stimolante rientra in un piano più ampio di cura di sé. «Le metodiche più nuove rinnovano i tessuti danneggiati, fornendo loro uno stimolo a “ricostruirsi” attraverso le proprie risorse». Un esempio? «Contro i segni del tempo la risorsa principale insita nella pelle è costituita dal collagene, la proteina della compattezza che negli anni tende a diminuire. Ripristinare le riserve di collagene vuol dire assicurarsi un viso tonico più a lungo, senza vedere alterati i propri lineamenti. Un risultato possibile grazie ai trattamenti che stimolano la produzione di nuovo collagene, come ad esempio i macchinari con ultrasuoni microfocalizzati e i filler a base di idrossiapatite di calcio» precisa il prof. Bonan.
Mantenimento dell’unicità di ogni viso
Un’altra parola chiave della medicina estetica del futuro è mantenimento, il che non riguarda solo la giovinezza della pelle, ma anche i lineamenti del viso. Che devono essere rispettati nella loro autenticità di partenza. Questo non vuol dire rifuggire da ogni cambiamento, come volumizzare le labbra, livellare la gobba del naso col rinofiller o togliere la stanchezza dallo sguardo con la tossina botulinica. Ma la sfida è ottenere quei cambiamenti in modo misurato. È quanto emerso dal forum internazionale MEXS (acronimo di Merz Aesthetics Expert Summit) che nel novembre 2022 ha riunito a Vienna medici estetici di tutto il mondo, per discutere delle nuove possibilità della medicina estetica.
Tra le novità spiccano i trattamenti sempre più personalizzati per ogni paziente, un approccio lontano anni luce dai protocolli standard a cui seguivano risultati ugualmente standardizzati. In quest’ottica diventa centrale il rapporto tra medico e paziente, che deve includere l’ascolto (fino all’80% del tempo della seduta!) con un intento educativo. I pazienti, spiegano dal MEXS, vanno educati al risultato migliore per sé. Ma in certi casi, occorre rassicurarli sul fatto che la medicina estetica sta diventando sempre meno trasformativa e più “adattabile” ai lineamenti di ognuno, senza timore di stravolgimenti. Tale sfida è possibile grazie ai progressi delle tecniche e alla versatilità delle sostanze iniettabili, le quali si amalgamano con sicurezza nei tessuti. In altre parole, il viso può essere rimodellato, certo, ma non più gonfiato come una maschera di gomma!
Trattamenti personalizzati e…artistici
Nella medicina estetica del futuro i selfie rivestono un ruolo crescente. Da essere bistrattati perché ritenuti responsabili di una percezione distorta del proprio viso, i selfie possono diventare un alleato per migliorare l’aspetto del viso con l’aiuto del medico estetico. È una delle intuizioni che arrivano dal MEXS 2022: nella pratica, i medici dovrebbero incoraggiare i pazienti a non essere schiavi dei filtri del telefono, che a conti fatti non corrispondono alla realtà. L’invito è a una maggiore cautela di uno strumento – l’autoscatto – che va padroneggiato con senso critico. Ecco che, attraverso i selfie, i medici possono illustrare i punti di forza del viso, come se lo smartphone fosse uno specchio parlante. Del resto, basta un’angolazione diversa del telefono per sembrare più belli! Da qui alla valorizzazione estetica il passo è breve. E a portata di iniezione.
Un ulteriore input alla personalizzazione della medicina estetica arriva dal make-up, e ancor prima dall’arte. Le tecniche future, sempre secondo le relazioni del MEXS 2022, si rifaranno al chiaroscuro, metodo ampiamente usato in pittura per valorizzare il viso nei dettagli e nel complesso attraverso la distribuzione di luci e ombre. Sarà sufficiente qualche punturina nei punti giusti per acquisire una tridimensionalità ricercata spesso con il trucco (ti dice niente il contouring?). L’effetto 3D cambia il viso a colpo d’occhio, senza sapere dove e perché. Magia o scienza? Un mix di entrambi, o forse la medicina estetica, oltre che tecnica, è arte.