La storia di Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino sbarca su Amazon Prime con un’attesissima serie tv. Era il 1978 quando Christiane F, 16enne tedesca, sconvolse il mondo raccontando in un libro la sua adolescenza fra prostituzione minorile ed eroina. L’autobiografia si intitolava Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino e arrivò al successo grazie anche a un film del 1981 diretto da Uli Edel in cui compariva David Bowie nei panni di se stesso.

La serie tv

La serie tv Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, è composta da otto episodi ed è una rivisitazione del libro di Christiane F. Racconta la storia della giovane protagonista e dei suoi amici che si riuniscono al Bahnhof Zoo, la stazione di Berlino. Nelle puntate il pubblico scopre le storie e le vicende che coinvolgono sei adolescenti che si sentono incompresi da genitori e insegnanti. Christiane (Jana McKinnon), Stella (Lena Urzendowsky), Babsi (Lea Drinda), Benno (Michelangelo Fortuzzi) Axel (Jeremias Meyer) e Michi (Bruno Alexander) vivono la loro esistenza senza limiti, fra eccessi e droghe, sperimentando la libertà, ma accorgendosi, a poco a poco, che stanno precipitando in un baratro.

Il libro

Il libro Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, sconvolse un’intera generazione, portando alla luce una realtà conosciuta da pochi. Venne scritto grazie a una serie di interviste realizzate dai giornalisti Kai Hermann e Horst Rieck a Christiane Vera Felscherinow. All’epoca la 16enne era imputata in un processo per droga. Gli incontri fra i giornalisti e la giovane durarono per circa due mesi. Il racconto inizialmente venne pubblicato sul settimanale tedesco Stern a puntate. In seguito, grazie all’interesse del pubblico, nacque un libro.

Nel romanzo Christiane inizia la sua discesa negli inferi della dipendenza e della prostituzione a 12 anni. L’età giovanissima dei protagonisti e le vicende crude raccontate fecero molto scalpore, sconvolgendo l’opinione pubblica. In Italia il libro venne pubblicato nel 1981, in contemporanea con l’uscita dell’omonimo film.

La serie Amazon Prime è stata realizzata partendo proprio dalle registrazioni fatte da Kai Hermann e Horst Rieck. Gli sceneggiatori hanno utilizzato quel materiale per tratteggiare meglio la personalità di Christiane, ma anche per dare maggiore spazio ai suoi amici. Il risultato è quella che Annette Hess, creatrice della serie tv, ha definito una anti-favola. “Ci sono cose che non sono cambiate, quindi credo che possa avere lo stesso impatto oggi come allora – ha spiegato a Repubblica –. I ragazzi sono sempre alla ricerca della propria identità, nel tentativo di superare i propri traumi, di lasciarsi alle spalle le questioni dolorose familiari e di trovare la propria strada. Era così negli anni Settanta e pure oggi”.

Le polemiche

Negli anni Ottanta, quando Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino uscì al cinema, il regista venne accusato di favorire le droghe e fare propaganda. Anche la serie tv è stata travolta dalle polemiche, in particolare in Germania, dove la storia di Christiane F. ha cambiato per sempre una generazione. Secondo i critici i ragazzi sarebbero troppo belli e ci sarebbero troppi momenti che raccontano divertimento e feste legati alle droghe. “Qualcuno ci ha accusato di aver fatto una serie ‘troppo attraente’ come allora il film era ‘troppo attraente’ – ha replicato Annette Hess -, ci hanno detto che mostravamo i ragazzi che ballavano e si divertivano e che non si vedevano fin dall’inizio gli effetti negativi delle droghe. A queste critiche ho risposto che andavano mostrati entrambi gli aspetti, pro e contro, anche perché se ci fossero solo contro nessuno ne farebbe uso. Ovviamente man mano che la serie si sviluppa, le conseguenze mortali delle droghe diventano evidenti, questa responsabilità l’abbiamo sentita molto forte”.

La vera storia di Christiane F.

Classe 1962, Christiane Vera Felscherinow è la ragazza protagonista di Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino. Ha iniziato a fare uso di droghe a 12 anni e, come ha raccontato lei stessa, ha assunto per la prima volta dell’eroina un mese prima del quattordicesimo compleanno in occasione di un concerto di David Bowie. Da quel momento la sua vita è cambiata per sempre, portandola a trascorrere i suoi pomeriggi e intere giornate alla stazione dello Zoo, Charlottenburg, alla disperata ricerca di droga, procurata anche prostituendosi. Nel 1977 la rinascita, con la disintossicazione, la stesura del libro e il grande successo. Negli anni l’esistenza di Christiane è passata da grandi trionfi a rovinose cadute, con una carriera nel mondo della musica e il trasferimento a Los Angeles con il compagno, ma anche la ricaduta nel tunnel della droga e la scomparsa dalle scene. Nel 2007 ha pubblicato un altro libro, La mia seconda vita, divenuto un successo, e ha confessato di essere affetta da epatite C, una patologia molto grave, contratta probabilmente negli anni della tossicodipendenza, che ne ha debilitato fortemente la salute.