ORIGINE DELL’ALBERO DI NATALE
Esistono diverse versioni riguardanti l’origine dell’albero di Natale. Sembra che gli antichi egizi fossero soliti addobbare un’imitazione in legno delle antiche piramidi. Si trattava di un rito propiziatorio che un viaggiatore decise di portare in Europa: alcuni popoli nordici adottarono questa usanza durante il solstizio d’inverno, quando applicavano alla piccola piramide di legno dei bastoncini da bruciare. L’abete da addobbare fu introdotto invece da Martin Lutero. L’utilizzo dei bastoncini fu sostituito dalle candele la cui luce rappresentava la vita.
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Alcune leggende sostengono che già i Druidi addobbavano l’abete durante l’inverno, perché lo consideravano simbolo di lunga vita. Inizialmente l’abete veniva decorato con frutta a cui furono poi aggiunti dolci, caramelle e biscotti. L’usanza prevedeva che si mettessero anche 12 candele che rappresentavano i dodici mesi dell’anno.
Sono numerose le leggende che circondano l’origine dell’albero di Natale.
Quello che è certo è che la tradizione di addobbare l’abete in vari modi si è diffusa in quasi tutto il mondo.
ORIGINE DEL PRESEPE
Fu San Francesco d’Assisi a dare origine al presepe. Il 25 dicembre 1223, a Greccio, nel Lazio, il Santo con l’aiuto di abitanti del luogo e di alcuni frati diede vita alla prima rievocazione della Natività all’interno di una grotta. Questa rievocazione fu dipinta da Giotto e si può ammirare nella Basilica Superiore di Assisi.
Il più antico presepe inanimato, invece è quello dello scultore ed architetto Arnolfo di Cambio, che scolpì nel 1283 alcune statue per Papa Onofrio IV. Le statue erano di legno, ad altezza naturale e alcune sono conservate ancora oggi nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma. Fu solo a partire dal 1700 che il presepe si diffuse in tutta Italia.
Proprio nel ‘700 la rappresentazione della natività raggiunse il suo massimo splendore a Napoli, grazie a Carlo III di Borbone.
ORIGINE DEL PANETTONE
Il panettone è un tipico dolce milanese diventato per tradizione il dolce natalizio più diffuso. Sono diverse le leggende che circondano le sue origini; la più nota è sicuramente quella del garzone Toni. Alla corte del Signore di Milano, Ludovico Sforza, come ogni Natale, si teneva un sontuoso banchetto, dove erano servite numerose portate.
Il cuoco e i servitori erano impegnatissimi per fare in modo che andasse tutto per il verso giusto, ma purtroppo si dimenticarono del dolce che stava cocendo nel forno e che si bruciò. Il cuoco era disperato, aveva paura di essere condannato a morte, ma un garzone, Toni, si fece timidamente avanti dicendo che aveva tenuto per sé e per la sua famiglia un po’ dell’impasto del dolce, per offrirlo durante la cena ai suoi bambini. Aveva anche aggiunto all’impasto iniziale frutta candita, zucchero e uvetta.
Il cuoco accettò l’offerta di Toni, e mise l’impasto nel forno, e una volta cotto, portò il dolce in tavola. Quello strano dolce piacque così tanto che il cuoco fu costretto a servirlo ogni anno.
Al dolce fu dato il nome di “Pan de Toni”.
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ORIGINE DEL PANDORO
Il pandoro è un dolce tipico di Verona.
Secondo alcuni le origini sono austriache. Nel XVIII secolo, i pasticcieri a servizio della famiglia reale degli Asburgo iniziarono a produrre un dolce che ricordava molto il “Pan di Vienna” e la brioche francese.
Altri fanno risalire l’origine del dolce al Rinascimento quando le ricche famiglie venete erano solite consumare il “Pan de Oro”.
La leggenda che ha più fondamento è quella che fa risalire le origini del pandoro al Nadalin. Era un dolce a forma di stella che i veronesi mangiavano a Natale alla fine del XIX secolo.
L’unica cosa certa è che il nome “pandoro” deriva dal colore dorato che le uova danno all’impasto.