Ogni brava leader che si rispetti sa di dover contare su gente sveglia, smart, attenta e scrupolosa. Non tutte, però, sanno che un team composto da persone curiose è essenziale per riuscire ad andare davvero avanti e affermare la propria realtà.
La curiosità, per tanto tempo “accusata” di essere un comportamento istintivo fastidioso, è una delle doti più straordinarie e dei doni più importanti che si possano avere.
Le persone curiose, infatti, hanno dei talenti unici, essenziali nell’ambiente lavorativo. Quali sono? Vediamoli insieme!
Apprendono per natura
Le persone curiose hanno una tendenza naturale ad apprendere. La loro sete di conoscenza li spinge a investire tempo e risorse nel visualizzare e migliorare qualsiasi problematica o criticità.
Ciò le rende molto più propense a seguire corsi di formazione e ad accettare più responsabilità sul lavoro, cose che a loro volta li designano come le persone ideali cui delegare mansioni impegnative o fondamentali.
Chi è curioso, infatti, non aggira i problemi, ma si scervella per trovare il modo corretto per superarli, cosa essenziale per qualsiasi leader che abbia bisogno di dedicarsi agli affari più urgenti senza temere eventuali disastri.
Ma non è tutto qui: le persone curiose permettono anche di migliorare la comunicazione all’interno della squadra, perché le persone curiose espongono spesso in maniera chiara le proprie perplessità, mosse dalla voglia di andare oltre.
Vanno sempre un po’ più in là
Andare oltre, dicevamo. La curiosità è una spinta fortissima verso la soddisfazione, che viene sempre perseguita a costo di passare giornate (e nottate) intere per trovare soluzioni o per sfruttare opportunità.
Un team composto da persone curiose tende a essere coeso e produttivo in modo quasi spontaneo, per il semplice motivo che la ricerca di nuovi stimoli e nuove strade è una sfida che tiene alta l’attenzione di tutti.
Le persone curiose fanno in modo che i membri della squadra non si focalizzino solo su ciò che fanno ma si confrontino anche con gli altri. E che avvertano fortemente il desiderio di crescere.
Non si uniformano
Una persona curiosa si muove in maniera sciolta e serena verso gli obiettivi che migliori. La capacità di analisi di questo tipo persone è rafforzata dalla loro inclinazione a indagare, a esplorare ogni aspetto di ciò che hanno di fronte.
Ciò li porta sì a fare gruppo, ma senza uniformarsi: non cederanno al lassismo di eventuali colleghi “pelandroni”, né saranno influenzati da eventuali pettegolezzi. Avranno sempre voglia di esplorare, investigare e imparare qualcosa dalle persone e dall’ambiente che le circonda.
Questo può fare la differenza anche negli inevitabili rapporti diretti con clienti o partner in affari: essendo mosse dal desiderio di sapere, le persone curiose tenderanno a individuare subito punti di forza e di debolezza di chi hanno di fronte, cosa utilissima per chi lavora con loro.
Sono alla ricerca di un costante miglioramento
Ultimo punto di forza, che è probabilmente il più importante: proprio per la loro attitudine a saperne sempre di più, le persone curiose cercano perennemente di migliorarsi. Tendono ad apprendere anche ciò che non gli “compete” strettamente, con gli occhi rivolti a tutti coloro che li circondano.
Sono i più motivati quando vengono proposte iniziative per imparare a sfruttare meglio gli strumenti esistenti sul posto di lavoro o quando ne vengono adottati di nuovi.
E non solo: non temono le trasformazioni sul lavoro, ma le abbracciano e cercano di sfruttarle a loro vantaggio. In buona sostanza, dunque, un team composto da persone curiose è un team che cresce, che non demorde, che si muove sempre un passo avanti.
Come riconoscere una persona curiosa?
Un team composto da persone curiose è un valore aggiunto per qualsiasi azienda o realtà lavorativa, che affronta giornalmente le rapide evoluzioni dettate da innovazioni, scoperte e ricerche.
Per questa ragione è bene sapere riconoscere una persona curiosa. Come? Facendo le giuste domande durante il colloquio di lavoro o mentre si fanno quattro chiacchiere durante le pause.
Per esempio, si può chiedere alla persona che abbiamo di fronte cosa ha imparato di recente, quali abilità (a prescindere dal lavoro) vuole migliorare e in quante occasioni passate ha preso l’iniziativa per progetti sia professionali che privati.
Le giuste risposte permettono di capire subito se abbiamo di fronte un nuovo promettente membro del team e di non farcelo scappare.
Come non fare annoiare le persone curiose
Attenzione però: se è vero che un team composto da persone curiose è una vera spinta, dall’altra parte bisogna essere in grado di dare loro il giusto spazio all’interno del quale muoversi.
Tenere sempre alta l’attenzione dei membri del team più curiosi è una sfida positiva, perché spinge l’intera squadra ad affrontare situazioni nuove e a evolversi.
La cosa migliore da fare è adottare un approccio fluido, che consenta di pensare fuori dagli schemi, in modo da consentire la messa in discussione di pratiche consolidate a favore di alternative più stimolanti.