Essere prolissi sui social network è un vizietto che abbiamo avuto tutti. Ci siamo passate nell’adolescenza, nei momenti complicati, e magari ci siamo passate se abbiamo sperimentato almeno una volta con le pagine da gestire. Perché ci piace così tanto dilungarci? Ma soprattutto: perché sarebbe meglio evitarlo?
Innanzitutto, è importante dire che chi gestisce i social media di un’azienda o ha una pagina personale molto seguita, dovrebbe imparare a conoscere le tipologie di post che “piacciono”. Quali sono le pubblicazioni che ricevono più interesse e scambio di opinioni sui tuoi canali? In che modo il tuo target interagisce con i suoi post preferiti?
Ciò detto, la lunghezza di un post è un discrimine molto importante per comprendere a fondo il significato e il valore delle proprie attività digitali.
Essere prolissi sui social è giusto?
Partiamo dal presupposto che ogni social network ha le sue regole. Pensiamo a Twitter, dove i caratteri sono estremamente limitati. Pensiamo a Instagram, dove la fotografia la fa da padrona assoluta del contenuto. E poi pensiamo a Facebook, dove sì la foto gioca un ruolo importante, ma il numero di caratteri è ampissimo. Perché non usarli tutti? Innanzitutto, perché sono veramente troppi.
Se ogni social network ha le sue regole, è anche vero che Facebook non presenta particolari restrizioni di caratteri. Tuttavia, non è tanto la decisione a livello di programmazione che deve orientare la nostra opinione, quanto le necessità del target. Che significa? Significa che solo perché puoi essere prolissa, non significa che tu debba esserlo per forza.
La lunghezza include tutto, hashtag e immagine compresi
A volte non ci pensi, ma un post sui social risulta davvero prolisso e lungo per il semplice fatto che hai aggiunto una quantità di hashtag e un’immagine molto articolata. Anche la parte dedicata, per esempio, ai link e alle sponsorizzazioni potrebbe influire sulla lunghezza del post in maniera molto negativa, soprattutto perché non aggiunge valore alla pubblicazione agli occhi degli utenti che ti seguono.
Facebook, proprio come tutti gli altri social network (e non solo, purtroppo) si basa su quello che viene definito il colpo d’occhio. Le persone scorrono il loro feed social dando un’occhiata “trasversale” a ciò che passa loro davanti, senza soffermarsi sui contenuti con particolare attenzione. Ciò significa che davanti a un post di lunghezza spropositata il 99% degli utenti sceglieranno di disertarti e passare oltre. Per quanto splendido, incredibile e potente possa essere il tuo contenuto, la lunghezza è un discrimine assoluto.
Essere prolissi sui social? Meglio scremare gli argomenti
Nessuno ha intenzione di trascorrere la sua pausa pranzo leggendo un romanzo racchiuso in un post su Facebook. È l’amara ed assoluta verità, e dobbiamo imparare a rispettarla al fine di riuscire a comprendere l’importanza di scegliere le proprie battaglie. Che significa? Significa che i post sui social hanno pochi secondi, a volte un paio e basta, per attirare l’attenzione. Essere prolissi sui social network ti impedirà di ottenere questo risultato.
Mantenendo il rispetto per l’etichetta e le regole del buon senso, in questi due secondi dobbiamo convincere che valiamo quel minuto che serve a completare la lettura della pubblicazione. Il colpo d’occhio, insomma, dev’essere abbastanza invitante da convincere il lettore che questo è quello che vuole vedere.
Pubblicazioni corte, non prolisse, anche se le cose da dire sono tante. L’unico posto dove esprimere in maniera estesa la propria opinione è il proprio sito, o magari il blog. Insomma: il pubblico adora le opinioni e soprattutto adora le storie. Sai però che cosa adora ancora di più? Opinioni e storie corte.
Essere prolissi sui social? Meglio evitare
Alcune ricerche hanno dimostrato che i post social corti e ben studiati, corredati di immagine e mai di link che porta fuori dal social media per accedere a un sito parallelo, sono quelli che ricevono più attenzione e coinvolgimento. Non solo perché gli utenti li preferiscono, ma anche perché l’algoritmo dei social media predilige questo formato di realizzazione dei contenuti. Essere prolissi sui social network, dunque, non porta a nulla di buono.
Si tratta di una politica ormai consolidata su tutte le piattaforme, pensata per creare contenuti immediatamente fruibili, veloci, dinamici, colorati e soprattutto che non ti invitano a uscire dalla applicazione. Insomma: rimani su Facebook e continua a scorrere il tuo feed!
Chi è il tuo lettore, e cosa cerca da te? Se cerca approfondimenti, opinioni, ricerche, è giusto che tu fornisca il prodotto di cui ha bisogno. Tuttavia, i social media sono uno strumento di fruizione rapida, e non la sede perfetta per discettazioni complesse. Usa i social come rampa di lancio verso un blog, per esempio, sede perfetta per i tuoi contenuti più prolissi.