Una volta c’erano i gattini. Carinissimi, tenerissimi, così wow da diventare l’escamotage perfetto per acchiappare like sui social senza sbattersi troppo. Così pelosetti e infingardi da riuscire a imbucarsi persino a casa mia in piena pandemia, quando le difese dell’intera umanità si sono abbassate e pure io ho ceduto a una micia coinquilina che mi azzanna i piedi, beve solo dal rubinetto e di notte si avvinghia alla porta come fosse una quercia secolare, sbriciolandola. Provo una certa soddisfazione, quindi, nel segnalare che il trend gattini è decisamente in ribasso, in favore di un’altra super mania che spero aiuterà a dare un tetto sicuro anche agli amici scodinzolosi: come si diceva una volta nelle redazioni, è il momento dei cani.
I cani influencer che ci rubano il cuore
A lanciare la tendenza, ci hanno pensato nientemeno che il Papa, con dichiarazioni tipo «oggi ci sono più veterinari che pediatri», e i soliti Ferragnez. Paloma è la nuova fotogenica Golden retriever dei reali digitali d’Italia, decaduti per via di un pandoro: entrata nell’attico di City Life da 4 mesi, ha sostituito Matilda la bulldog francese che aveva condiviso 13 anni di vita con Chiara Ferragni. Pare che Fedez abbia qualche problema a disciplinarla, ma bastava chiedere a me: la famelica Golden della mia amica mangia qualsiasi cosa trovi per terra quando va per parchetti, e non vi dico che felicità quando si intoppa.
Chico: il re dei cani influencer
Sto comunque contando i minuti al post condiviso – magari per recuperare qualcuno dei follower persi – tra Paloma e Chico, altro cane infuencer superstar che ho intercettato una sera tra gli ospiti di Che tempo che fa insieme a una sfegatata Ornella Vanoni, sua fan su Instagram. Cosa ci faceva lì il barboncino da 650.000 follower? Presentava il libro Ciao, io sono Chico (Rizzoli), scritto a quattro zampe con il suo umano, Francesco Taverna, che nei reel su TikTok gli subaffitta la voce. Devo farmi un memo per regalarlo alle colleghe “canare” che staranno un po’ friggendo per questo pezzo facilone.
I cani influencer che fanno aumentare le adozioni
Aspettate fiduciose, l’argomento a breve prenderà una piega più seria a suggello, come dire, del trend. Diamo un po’ di numeri: secondo l’Anagrafe animali d’affezione del ministero della Salute, nelle nostre case ci sono 13.863.734 cani microchippati, circa uno ogni 4 persone. Ma la vera notizia è che negli ultimi 12 mesi c’è stato un aumento dell’11%. Anche il rapporto settore pet nell’ultimo Eurispes 2023 segnala in testa alla classifica dei coinquilini preferiti in Italia i cani, seguiti in ordine da gatti, pesci, uccelli, tartarughe, conigli e gli immancabili criceti. In base all’ultimo Rapporto 2023 Assalco-Zoomark, bibbia del anno sono state vendute 673.000 tonnellate di alimenti per animali. E i padroni non si risparmiano neppure sul lato più fun: il 47% degli umani gestisce ormai un account social del proprio peloso-pinnato-piumato.
Tanti altri animali in attesa di essere adottati
Ma per quanti fortunati quattrozampe abbiano trovato una famiglia, altrettanti sono in attesa. L’ultimo report di Legambiente Animali in città 2023 fa una fotografa poco esaltante: esistono circa 2 milioni di cani fantasma non registrati alle anagrafe canine e 71.000 di loro sono stati abbandonati dai padroni. Le municipalità provano a correre ai ripari: Roma è scesa in campo con la campagna “L’amore non ha età” per promuovere l’adozione di cani e gatti adulti e anziani accolti nei rifugi e nelle oasi della Capitale. Attraverso il suo canale Instagram, il Comune di Milano pubblica invece ogni settimana foto e storie degli ospiti del Parco Canile di via Aquila in attesa di una vita diversa.
L’effetto social dei cani influencer
È proprio grazie ai social che oggi si può fare la differenza: lo sanno bene i 2 milioni di follower di Kodami, web magazine dedicato alla relazione tra uomini e animali, che dal 2021 a oggi ha raccolto 400 appelli di adozione grazie a un form creato ad hoc, e lo testimoniano i tantissimi volontari che combattono il randagismo, soprattutto al Sud, organizzando staffette per tutta la Penisola. Personalmente, ho una vera addiction per le stories di @Qualazampa.
Thomas, al secolo l’istruttore Thomas Giovanni Tortorici, che l’algoritmo mi propone a raffica insieme ai cani del rifugio Fondazione Squadra 4 Zampe di Vidigulfo (Pavia) e al più cool Navid Tarazi, filmaker iraniano autore del format strappalacrime @DoggoDailyPage: in pratica, ferma cani e padroni per strada facendosi raccontare la loro zuccherosa relazione. Niente a che vedere sia con le tinte noir dell’ultimo film di Luc Besson, Dogman, una cupa tragedia dove il protagonista sopravvive grazie all’aiuto dei suoi fidati amici, sia con quel povero diavolo di Cane Puzzone, l’antieroe della serie di libri cult per bambini edita da Terre di Mezzo, ora in libreria con una limited edition.
Segnalo anche il caso letterario francese Son odeur après la pluie dell’alpinista Cédric Sapin-Defour: ha vinto il premio Goncourt per gli animali con lo struggente ricordo del suo cane Ubac. Siamo in attesa di traduzione.
L’antistress perfetto è a quattro zampe
D’altronde, che gli animali da compagnia siano membri effettivi della famiglia e aiutino a vivere meglio è universalmente noto, pare abbassino i livelli di stress e la frequenza cardiaca, ma oggi stanno diventando pure, un benefit per migliorare le giornate in ufficio o di smart working. Italo, per esempio, lo scorso 3 novembre ha organizzato il primo Pet Day aziendale, ovvero una giornata di formazione per i dipendenti insieme ai propri cuccioli d’affezione, con la possibilità di diventare futuri volontari grazie a una collaborazione con la Fondazione Cave Canem Onlus e con Empethy, piattaforma digitale per le adozioni di cani e gatti abbandonati.
La regione Piemonte ha stanziato un fondo da 1 milione di euro per sostenere servizi di welfare per bambini e animali domestici negli studi professionali o nelle imprese, come baby room e pet hub. Le sedi Purina sono invece pet-friendly da quasi 10 anni: con il programma Pets At Work, i dipendenti possono lavorare quotidianamente in compagnia del proprio cane. Un “format” che è diventato un programma di welfare aziendale seguito da 10 realtà italiane e più di 200 a livello europeo. Bau!