1/7 – Introduzione
Negli ultimi anni sono sempre piú numerose le persone che si appassionano ai coleotteri, in Giappone per esempio, allevare scarabei è una cosa più che normale. Tuttavia gli scarabei sono una famiglia di insetti molto ampia e variegata, all’interno della quale convivono specie dalle caratteristiche e dalle abitudini più svariate. In questa guida vedremo come allevare in cattività alcuni degli scarabei più comuni in commercio, ovverosia quelli appartenenti alle sottofamiglie dei Cetonini e dei Dinastini.
2/7 Occorrente
- una coppia di scarabeidi o delle larve
- un terrario adeguato
- terra, humus, foglie morte e legno marcio per nutrire le larve
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Diciamo pure che gli scarabei più facili da allevare sono senz’altro i Cetonini e i Dinastini, in quanto le loro larve si nutrono di legno in decomposizione e detriti vegetali (xilofago-detritivore). Possono essere acquistati sia allo stato di larva che allo stato di adulto. Reperirli è possibile, in una fiera specializzata o su internet in uno dei tanti siti di scambio e compravendita per appassionati. Ricordiamo comunque che occorrono molti mesi perché le larve diventino adulte. Adesso affrontiamo quindi gli aspetti pratici, iniziando dal terrario.
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In commercio si trovano svariate tipologie di vasche, ciascuna adatta alle caratteristiche e dimensioni delle differenti specie. Anche la composizione del terriccio varia a seconda della specie, seppur nel rispetto delle seguenti regole. Se si parla di una coppia di adulti, preparare un terrario che abbia un profondo substrato cosí composto: 1/3 di humus o terriccio, 1/3 di foglie morte, 1/3 di legno marcio. In un consorzio agrario procuriamoci del terriccio, facendo attenzione che non contenga fertilizzanti o sostanze chimiche.
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Per quanto concerne le foglie morte, usare solo latifoglie, niente conifere (aghi). Anche il legno marcio dev’essere sbriciolato fino ad ottenere una consistenza simile alla segatura ed anch’esso unicamente di latifoglia. Per i Dinastini il legno marcio dovrà rappresentare i 2/3 del totale. Queste componenti vanno mescolate e deposte sul fondo del box. Per terminare distribuiamo qualche ramoscello e delle cortecce, su cui gli scarabei potranno arrampicarsi e per aiutarli a raddrizzarsi, qualora dovessero capovolgersi. Il terrario va tenuto in casa ma non esposto direttamente al sole. La temperatura ideale infatti è di 25 °C e durante l’inverno bisognerà riscaldarlo. A tal proposito, possiamo procuraci una resistenza o cavetto riscaldante per terrari oppure appendere sulla teca una lampadina.
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Le uova si schiudono in larve; queste ultime, dopo alcune mute, diventano pupe ed infine adulti. Una volta raggiunta la maturitá sessuale, gli accoppiamenti durano parecchio tempo. Spesso le specie in cattivitá hanno maschi aggressivi; in questi casi è meglio allevare gli insetti singolarmente e mettere insieme maschio e femmina solo per il tempo dell’accoppiamento. Al termine dell’accoppiamento gli insetti torneranno alle loro solite attività di scavo e nutrizione.
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Una volta fecondata, la femmina scaverà nel substrato fino a trovare il posto che considera migliore per deporre singolarmente le proprie uova. Il substrato dovrebbe essere profondo almeno 6-8 volte la lunghezza della femmina e, durante questo periodo dev’essere mantenuto leggermente umido. Dopo 4-5 settimane dovremo prelevare il terriccio, svuotarlo su carta da giornale e andare alla ricerca di uova e larve. Queste ultime vanno infatti allevate separatamente, essendo carnivore.