1/5 – Introduzione

Il problema dell’abbandono dei cani è, purtroppo, ancora vivo nel nostro paese e nel mondo. Il randagismo è un fenomeno che non accenna a sparire. Così come non sparisce l’irresponsabilità e la freddezza di migliaia di padroni sconsiderati. Questi animali, oltre al dolore dell’abbandono, corrono seri pericoli. Potrebbero morire a causa di incidenti stradali o di stenti. Ma noi, nel nostro piccolo, possiamo dare una mano concreta. Aprire un rifugio per cani sfortunati è un’opera di gran cuore, ma richiede risorse e organizzazione. Richiede, inoltre, delle figure capaci di occuparsi del benessere degli animali. Vediamo insieme alcune linee guida per aprire questo tipo di attività.

2/5 Occorrente

  • Ampio terreno di proprietà per la costruzione della struttura
  • Box conformi alla normativa vigente
  • Strutture adeguate e servizi professionali
  • Figure professionali affidabili e disponibili
  • Sostanzioso budget per finanziare l’opera

3/5 – Conoscere le normative in materia

Anzitutto occorre disporre di un terreno sufficientemente ampio, meglio se di proprietà. All’interno si dovranno costruire dei box spaziosi e adatti ad ospitare i cani. Servirà una struttura da utilizzare come infermeria. Avremo bisogno di un magazzino per lo stoccaggio di mangimi e attrezzature. Per le questioni amministrative dovremo dotarci di almeno un ufficio. Esistono leggi, su base regionale, che definiscono le caratteristiche dei box. Indicano le metrature minime per ogni animale e i requisiti in termini di spazio. Generalmente, ogni box deve essere di almeno 8 metri quadri se ospita un solo cane. Per ogni animale in più si allarga di 5 metri quadri. Occorre quindi consultare la normativa regionale in materia e seguirla minuziosamente.

4/5 – Costruire la struttura e ottenere le autorizzazioni

I box dovranno avere delle cucce sollevate da terra. Parte del box dovrà affacciarsi all’aperto, per garantire aria e sole. La parte restante deve offrire ombra contro il sole della stagione calda e riparo da freddo e intemperie. Con la struttura pronta dovremo procurarci le autorizzazioni comunali e il via libera dalla ASL. Aprire un rifugio è particolarmente oneroso. Oltre al costo iniziale (variabile, ma al di sopra dei 40000 euro) c’è quello del mantenimento. Veterinario, cibo, farmaci, personale qualificato e assicurazione obbligatoria… Tutti costi da aggiungere al budget. Portiamo avanti il progetto solo se davvero possediamo le risorse finanziarie. Ogni anno i costi potrebbero salire fino a cifre esorbitanti.

5/5 – Assumere il personale adatto

Prima di avviare la struttura e accogliere i cani, è consigliabile analizzare le risorse umane disponibili. La cura dei cani e le pulizie dei box richiedono parecchio tempo. Un cane in malattia, inoltre, richiede una grande elasticità in termini di turni e orari. Si può fare affidamento anche sui volontari amanti del contatto con i cani. Per i compiti quotidiani, tuttavia, è meglio contare su presenze fisse che possano garantire sicurezza e stabilità. I cani avranno bisogno di almeno un pasto al giorno, adatto alla loro stazza e allo stile di vita. L’acqua fresca dovrà essere sempre disponibile. Dovremo regolarmente rimuovere le feci dai box e lasciar uscire i cani almeno una volta al giorno. Potremmo anche sottoscrivere una convenzione con un ambulatorio veterinario esterno. Optiamo per dei professionisti che garantiscano la reperibilità 24 ore su 24.