1/7 – Introduzione
La migrazione rappresenta uno spostamento di un qualsiasi essere, da quella che è la sede abituale verso un’altra, che risulti essere più congeniale ed adeguata a delle nuove necessità. Il fenomeno della migrazione caratterizza molte specie animali che, trovandosi in una momentanea condizione sfavorevole in un certo ambiente, hanno la necessità di spostarsi da un luogo ad un altro per trovare una sistemazione maggiormente consona. Fra tutte quante le specie di animali, sicuramente gli uccelli possono essere definiti come i classici migratori. Ogni anno, infatti, essi partono e ritornano nel luogo originario durante la stagione primaverile, per fare il nido e per aspettare il periodo della riproduzione. Conosciamo benissimo come il ritorno delle rondini a marzo, per fare un piccolo esempio, nonché la loro migrazione alla fine dell’autunno. Nelle specie mammifere, invece, un classico esempio è rappresentato dalle foche del Pacifico. Tuttavia possiamo anche affermare che i pesci compiono notevoli fenomeni di migrazioni. Ad esempio i salmoni hanno come habitat consueto quello delle acque marine, ma appena giunge il tempo della riproduzione, risalgono verso i corsi di acqua dolce. Inoltre non ci si deve dimenticare degli elefanti. Questi animali, nonostante la loro mole, mettono in pratica delle vere e proprie migrazioni, con la finalità di riprodursi. In questa pratica guida, pertanto, andremo a vedere come avviene il fenomeno della migrazione degli animali.
2/7 Occorrente
- Documentari e riviste sull’argomento.
3/7 – Molti animali vivono nelle zone più fredde del globo
Molti animali abitano nelle regioni più fredde della Terra. La gran parte di queste specie di animali vive nelle zone artiche. Per mantenere il calore del corpo anche quando la temperatura esterna è gelida, i mammiferi hanno dei manti pelosi particolarmente spessi. L’estate artica è abbastanza breve, ma illuminata quasi di continuo dal sole. Certe specie animali, come ad esempio il caribù, migrano a nord in cerca di pascoli. Successivamente, con l’arrivo dell’inverno, tornano verso sud in luoghi più caldi, alla ricerca degli alimenti. Una curiosità che vi possiamo dare riguarda le caratteristiche delle orecchie. Nel caso in cui le orecchie siano grandi, ciò vuol dire che aiutano a disperdere il calore. Invece le orecchie piccole aiutano a mantenerlo. Per questa ragione gli animali delle regioni fredde presentano delle orecchie piccole. La lepre artica, ad esempio, ha le orecchie molto più ridotte rispetto alle lepri delle regioni calde.
4/7 – Le cause che sono alla base del fenomeno della migrazione
Alcuni uccelli percorrono notevoli distanze tra il punto in cui hanno nidificato e quello che hanno stabilito per passarvi l’inverno. Al tempo delle migrazioni, gli uccelli riescono a trovare la giusta strada grazie al sole ed alle stelle. La sterna artica nidifica nell’Artide, per poi trascorrere l’inverno nell’Antartide. Questa abitudine la costringe a percorrere circa 30000 chilometri all’anno. Le principali cause che portano gli uccelli a migrare sono diverse, e le andiamo a citare a seguire. Tra queste, annoveriamo i cambiamenti delle condizioni atmosferiche. In secondo luogo, anche la comparsa di nuove risorse in luoghi differenti è un aspetto fondamentale. Inoltre, gli uccelli devono organizzare il loro viaggio alla perfezione. Infatti, essi trascorrono circa sei mesi in viaggio, ed hanno poco tempo a disposizione per effettuare altre attività come la riproduzione. Per questo motivo devono essere particolarmente, senza ritardare la loro partenza.
5/7 – I principali tipi di migrazione esistenti
Solitamente, gli uccelli si spostano in gruppo mentre gli insetti si spostano sia in piccoli gruppetti che individualmente. Sulla terra, i mammiferi si spostano in grandi branchi. Nella savana le antilopi, le gazzelle e le zebre migrano in numerosi gruppi. Anche gli anfibi sono interessati dal fenomeno della migrazione. Ad esempio le rane lasciano il loro habitat naturale dopo l’accoppiamento, per potervi ritornare l’anno seguente. Le tartarughe compiono delle migrazioni spostandosi tra la terra e l’acqua. Le balene compiono tantissimi chilometri tra i freddi mari polari e quelli tropicali, con la finalità riproduttiva. Secondo gli studiosi, le migrazioni possono essere suddivise in varie categorie. Tra queste annoveriamo quelle trofiche, nelle quali l’obiettivo finale è quello di rimediare gli alimenti. Poi ci sono le migrazioni continue, le quali sono costanti. Inoltre citiamo le migrazioni discontinue, le quali non sono regolari e genetiche, che il più delle volte ha una finalità riproduttiva.
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7/7 Consigli
- Osservare il comportamento degli animali serve ad arricchirci ed a trarne spunto in qualche occasione della nostra vita.