1/5 – Introduzione
La comunicazione felina è un intricato schema di vocalizzi e movenze che, quanto a complessità, non ha nulla da invidiare a quello umano. I gatti, infatti, comunicano le proprie emozioni sia tramite suoni che tramite lamenti, postura e marcatura. Strano ma vero, i miagolii non rappresentano affatto una via di comunicazione tra animali adulti, soprattutto fra i felini selvatici. Questi suoni così gradevoli, che rendono gli amici dalle lunghe vibrisse buffi e simpatici, sono infatti emessi soltanto in due casi: dai cuccioli per richiamare l’attenzione della mamma e dai gatti domestici per allertare gli umani. All’interno di questa guida vedremo assieme come comunicano i gatti tra di loro, come sfruttare queste conoscenze e quando fare attenzione.
2/5 – Segnali acustici e vocalizzi
I gatti si servono di numerosi segnali acustici, sia per per scoraggiare i potenziali nemici che per comunicare con i membri della propria colonia. Il “ringhio” è il tipico suono emesso dal felino in fase difensiva e si associa spesso al “soffio”. Questi due avvertimenti, che vengono compiuti a bocca aperta, si completano poi con lo “strillo”, un suono molto imponente che può precedere l’attacco fisico. Se il gatto invece è in fase di gioco, è possibile sentirlo guaire, ossia emettere un suono acuto e vivace. Gli animali che vivono in appartamento, e che non hanno modo di raggiungere i cortili esterni, possono comunicare la presenza di prede (magari uccellini visti attraverso i vetri delle finestre) tramite il battito dei denti. Questo movimento ritmico della mandibola è la manifestazione più eclatante dell’attivazione dell’istinto predatorio, che tuttavia non ha nulla di minaccioso. Infine, “trillo” e “miagolio” sono suoni acuti cinguettanti, emessi sia dalle mamme gatte che dai cuccioli, per favorire il rispettivo avvicinamento.
3/5 – Linguaggio del corpo
Il linguaggio del gatto è principalmente non verbale: a svelare i sentimenti dell’animale è infatti la postura, la dilatazione delle pupille, il posizionamento delle orecchie e quello della coda. I gatti rilassati, ad esempio, presentano sottili pupille ellittiche e code verticali, a volte leggermente curve sulla punta. Quelli in fase difensiva, invece, portano indietro le orecchie, abbassano la coda e gonfiano il pelo. Bisogna poi fare attenzione anche allo sguardo, che rimane fisso solo nei confronti degli avversari. I soggetti amichevoli, infatti, tendono a socchiudere le palpebre, comunicando così fiducia ed assenza di ostilità. Ciclicamente, le gatte femmine esprimono la disponibilità sessuale rotolandosi per terra; tale comportamento è tuttavia osservabile anche in gatti maschi, particolarmente remissivi, giovani e non dominanti.
4/5 – Marcatura e profumi
Uno dei metodi impiegati dai gatti per esprimere il proprio benessere, sincerandosi di quello altrui, è sfruttare i profumi. Questi sono veri e propri odori, emessi da apposite ghiandole sparse su tutto il corpo e capaci di produrre feromoni. Tali sostanze hanno una doppia funzione: marcare tutto ciò che è familiare per incrementare il senso di sicurezza dell’animale e segnalare ai possibili rivali la propria presenza. Per tale ragione non è insolito vedere gruppi di gatti strusciarsi le guance tra loro: questo comportamento, infatti, segnala l’appartenenza dei membri ad una colonia. Conoscere il linguaggio felino è importante per rapportarsi meglio al proprio animale e per favorire un clima disteso in caso di nuova adozione. Osservando in modo certosino il proprio amico dalle orecchie a punta, infatti, è possibile capire se questo vive con stress una determinata situazione, anche se non lo manifesta con azioni incisive.
5/5 Consigli
- In caso di comportamenti violenti o particolarmente aggressivi, rivolgetevi ad un medico veterinario comportamentalista