1/6 – Introduzione
La leishmaniosi è una malattia canina grave ed insidiosa, dovuta all’infestazione delle cellule della pelle e delle mucose da parte del protozoo flagellato Leishmania. Il periodo di incubazione ha una durata assai variabile, da alcune settimane a qualche mese, o persino molti anni; nei casi più gravi portare alla morte del nostro amico a quattro zampe. Fortunatamente oggigiorno disponiamo di una serie di accorgimenti che ci permettono di curare e prevenire al meglio questa infezione protozoaria: vediamo come procedere.
2/6 Occorrente
- Esame del sangue
- repellenti (collari, spray, spot-on)
- vaccino
3/6 – Diffusione
Questa patologia è provocata da un parassita il Leishmania Infantum, che viene trasmesso all’animale attraverso la puntura delle femmine di flebotomo, piccoli insetti simili alle zanzare. In Italia sono popolarmente conosciuti come pappataci e sono attivi tra Maggio ed Ottobre.
Purtroppo sono presenti nella quasi totalità del nostro territorio: sino a qualche decennio fa infatti erano diffusi quasi esclusivamente nelle fasce più calde ed umide della penisola, oggi invece anche le regioni del Nord Italia vedono aumentare i casi di questa infezione, soprattutto in Emilia Romagna, Trentino e Lombardia.
4/6 – Sintomi
I sintomi appaiono progressivamente: dimagrimento, affaticamento, pallore, affanno e soprattutto febbre irregolare, sangue dal naso, dolori alle articolazioni, diminuzione dell’appetito, alopecia intorno agli occhi, ulcerazioni sulle orecchie, crescita sproporzionata delle unghie, insufficienza renale. Tuttavia una diagnosi precisa può essere fatta esclusivamente dal veterinario attraverso un esame del sangue, lo Snap test Leishmania che in una decina di minuti indicherà se il vostro cane avrà contratto la malattia oppure no. La leishmaniosi può colpire anche gli esseri umani (soprattutto le persone immunodepresse) sempre attraverso la puntura di questo flebotomo, dato che il contagio non avviene mai tra animale e uomo.
5/6 – Rimedi e prevenzione
Vediamo ora come prevenire e combattere questa affezione. Evitare le uscite serali, far dormire il cane in casa e l’uso di repellenti (collari, spray e spot-on) sono le prime mosse da attuare. Ricordate però che questi medicamenti non sono assolutamente adatti per i gatti, anzi le piastrine risultano essere estremamente tossiche. Se possedete dei mici non dimenticate di far asciugare completamente il prodotto prima di lasciare di nuovo insieme i due animali. Da qualche tempo poi è disponibile sul mercato anche un vaccino (che non esclude l’impiego dei repellenti) che prevede richiami annuali. La prima vaccinazione può essere fatta dai sei mesi in poi e l’immunità si ha circa quattro settimane dopo l’ultimo richiamo.