1/6 – Introduzione

Il cane: l’amico dell’uomo, il più fidato ed il più affezionato. Dispiace sempre tanto quando per motivi vari, o anche solo per lavoro, bisogna lasciarlo da solo in casa. Il distacco è triste e malinconico, non solo per il cane ma anche per il suo padrone, tuttavia certe volte si rende necessario e non ci sono altre soluzioni. Qui di seguito, allora, vediamo come fare per rendere meno triste questo distacco, soprattutto per il cane che non è abituato a rimanere solo e che, nei casi più estremi, non ne vuole proprio sapere, piangendo a dirotto o combinando guai. C’è da capire, tuttavia, che ci sono certamente delle regole e dei consigli da seguire, ma non si può assolutamente pensare che in un solo giorno il cane diventi buonissimo ed ubbidiente. Tutto sta, però, nel cominciare ed avere tanta ma tanta pazienza.

2/6 – Incrementare la durata

Per prima cosa, si deve agire in modo graduale, cioè lasciare il cane le prime volte per un tempo molto breve, iniziando da poche decine di minuti e piano piano incrementando sempre di più la durata. Di solito si inizia ad abituare il cane a rimanere da solo quando è ancora cucciolo e cioè tra i due e i quattro mesi. Si potrebbe persino pensare di “fingere” la propria assenza nei primi tentativi, lasciando il cane in una stanza da solo mentre il resto della famiglia, in silenzio, rimane nelle altre stanze.

3/6 – Controllare le emozioni

È importante, poi, che il proprietario del cane, quando va via, resti sereno e non faccia pesare molto il distacco al suo cane, con baci e abbracci come in una sorta di addio. Il cane, infatti, potrebbe scambiare questo atteggiamento come un vero e proprio abbandono. Quando, poi, il proprietario rientra non dovrebbe subito fare le coccole al suo cane, che sicuramente inizierà a fargli le feste e ad agitarsi, ma aspettare che si calmi. In questo modo, dunque, si renderà la separazione ed il relativo rientro a casa come dei fatti naturali ed assolutamente normali.

4/6 – Intrattenere il tempo

Bisognerà, poi, cercare di rendere la solitudine del cane che resta da solo in casa meno triste. A questo scopo si potranno lasciare degli ossi adatti da sgranocchiare, lo stereo o la tv accesi a volume moderato, dei giochini di gomma da mordicchiare e tutto quanto possa servire per fargli compagnia. Certo, con i cani più adulti la missione risulterà più difficile. In questo caso, se i vari tentativi provati dovessero aver fallito, ci si potrà rivolgere ad un educatore esperto che insegnerà al cane a restare solo a casa in tutta tranquillità, grazie alla sua esperienza e professionalità nel settore.

5/6 – Gestire le emergenze

Ci sono, poi, dei cani che una volta da soli in casa iniziano ad abbaiare continuamente (con grande dispiacere dei vicini), a sporcare o distruggere casa, un po’ per sfogo e un po’ per dispetto. Anche in questo caso, la figura dell’educatore potrebbe rivelarsi fondamentale. Il cane, inoltre, deve poter uscire di casa, non solo per i suoi bisogni, ma anche per socializzare, correre e divertirsi. Anche i proprietari del cane, però, hanno diritto qualche volta ad uscire da soli, per un cinema, un teatro o una pizza con gli amici. Potrebbe, poi, anche verificarsi un’emergenza o un impegno imprevisto in cui la presenza del fedele amico a quattro zampe non è opportuna. È bene, quindi, che il cane impari a restare da solo a casa, in tutta tranquillità e senza avere il minimo dubbio che il padrone non ritorni mai più e abbia potuto abbandonarlo. Sarà bene, quindi abituarlo a dover rimanere solo in qualsiasi momento della giornata e per durate di tempo imprecisate.

6/6 – Evitare i rimproveri

Bisognerà sempre tener presente che il cane, avvertendo la mancanza del padrone quando è via, potrebbe iniziare a fare danni in casa o lasciare escrementi in giro. In questi casi, il proprietario del cane, al suo rientro in casa, non dovrà punire o sgridare il cane, anche perché non capirebbe minimamente il rimprovero. C’è da tenere presente, infatti, che non si può parlare al cane come se ci si stesse rivolgendo ad una persona. I rimproveri per una marachella vanno necessariamente rivolti nel momento del fatto, affinché il cane capisca il nesso di “causa-effetto”. Un rimprovero a posteriori, per una cosa che il cane ha compiuto ore prima in assenza del padrone, quindi, non potrà essere associato dal cane a quella sua determinata azione, rendendo assolutamente inutile e controproducente il rimprovero.