1/6 – Introduzione
Il camaleonte è sicuramente uno degli animali più affascinati, conosciuti e largamente utilizzati come metafore per la loro strabiliante capacità d’attamento, cambiando il colore della loro superficie adeguandolo a quello dell’oggetto su cui poggiano.
Il loro nome, “camaleonte”, deriva dal latino chamaeleon, che a sua volta deriva da due vocaboli greci (che, mi passerete, ma non vi riporterò in questa guida, data la mia scarsa conoscenza della lingua), che significano letteralmente “leone (che striscia) sulla terra”.In questa guida analizzeremo tutte le principali caratteristiche di questo animale, sperando di rispondere alle molteplici vostre curiosità.
2/6 – La descrizione
Questi animali, indicati anche come “draghi nani”, hanno dimensioni variabili, che possono andare dai 3 agli oltre 60 centimentri. I loro occhi, caso unico nel mondo animale, possono muovesi indipendentemente l’uno dall’altro. Questa capacità gli permette una visuale completa, di 360 gradi. Funzionalità che si rivela molto utile nel puntare una preda, quando entrambi gli occhi (quasi interamente coperti dalle palpebre) si rivolgono al malcapitato. Quest’ultimo consiste in un gruppo costituito da insetti, che il camaleonte “afferra” con la sua lingua incrediblmente lungua, la quale è dotata all’estremità di un muscolo appiccicoso, utile a catturare il pranzo. Questo animale è comunemente privo di orecchie e risultano sordi; gli esperti infatti pensano che essi comunichino attraverso particolari vibrazioni.
3/6 – L’alimentazione
L’alimentazione prediletta dai camaleonti verte intorno a locuste, mantidi e grilli, ma le specie più grandi arrivano addirittura a nutrirsi di piccoli uccelli. Contrariamente da quanto comunemente pensato infatti questo animale non si nutre di mosche, tranne in Africa, considerato l’enorme numero di mosche presenti.
4/6 – Il mutamento di colore
Alcune spcie di camaleonte, ma non tutte, pssono mutare il loro colore superficiale come reazione a determinate caratteristiche fisiche o fisologiche o come manifestazione di alcune emozioni, per esempio la paura. Influiscono inolte sulle tonalità assunte anche la temperatura e le condizioni di luce. Tale cambiamento cromatico è dovuto ad alcuni strati di cellule che si trovano sotto la pelle trasparente dell’animale, influenzate da sostanze quali la guanina e la più comune melanina.
5/6 – L’habitat
La maggior parte dei camaleonti si trova in Africa, sebbene si siano ritrovate alcune specie anche in Europa Meridionale, in Asia Minore e nel Medio Oriente, nella Penisola Arabica, nello Sri Lanka e in India. Nelle Hawaii e in Florida invece una particolare specie di questo animale è stata introdotta dall’uomo; i cosiddetti “camaleonti di Jackson”.
Essi sono essenzialmente erborei, ma possono vivere anche nelle lattiere delle foreste o nei cespugli. Oltre alla conosciutissima capacità di modificare il loro colore corporeo, essi sono anche in grado di adattarsi agli ambienti più svariati, passando dalla foresta pluviale e tropicale alla savana ed alle zone semi-deseriche.
6/6 – La riproduzione
La maggior pate dei camaleonti depone le uova nel terreno per un periodo che può equiparare la nostra gestazione, ovvero arrivare fino a 9 mesi. Però diversamente dai nostri neonati che necessitano di insegnamenti ed attenioni, i camaleonti appena nati sono del tutto indipendenti.