1/5 – Introduzione
La Farfalla cobra è una grande falena appartenente alla famiglia delle Saturniidae, composta da più di 1800 specie. Questa farfalla, nota anche con il nome di Attacus atlas, è molto diffusa nelle foreste tropicali e subtropicali del Sud-Est asiatico, in particolar modo in Cina, India, Indonesia, Filippine e Thailandia. Lo studioso americano Patrick Malone ha sottolineato che la farfalla cobra è l’unica specie di insetto in grado di imitare con successo un rettile predatore come mezzo di difesa.
2/5 – Le caratteristiche
Queste farfalle hanno ali di forma caratteristica, approssimativamente triangolare, e di colore marrone-ruggine. Presentano disegni geometrici di diverso tipo, rossi, bianchi e neri. Una linea rossiccia mediana dalle ali anteriori prosegue in quelle posteriori. I margini si caratterizzano per delle chiazze marroni con il bordo più chiaro. I modelli e le colorazioni variano tra le diverse sottospecie. Il maschio si distingue dalle femmine per le dimensioni più piccole, le ali più grandi e affusolate e le antenne più folte e pennate. Il loro corpo è coperto da un pelo di chitina, più comunemente chiamato seta, ed è abbastanza rigido da irritare la pelle e le mucose dei tessuti di alcuni animali predatori. La loro lunghezza è sproporzionatamente breve rispetto alla struttura alare, ma il mesotorace e il metatorace forniscono le adeguate dimensioni interne necessarie per l’attacco, rispettivamente, dei muscoli di volo e di coordinamento.
3/5 – L’adulto vive solo 5-10 giorni
Poiché questa falena non ha sviluppato né un apparato masticatore per cibarsi né una proboscide per succhiare il nettare, non può nutrirsi e dedica la sua vita interamente alla riproduzione. La sopravvivenza avviene grazie alle riserve di grasso accumulate durante lo stadio larvale. L’accoppiamento può richiedere molto tempo, a volte anche un giorno intero. La femmina, appena uscita dal bozzolo, non se ne allontana mai, ma attende l’arrivo del maschio, attirato dai potenti feromoni da essa rilasciati; i maschi li captano con l’aiuto di chemio-recettori situati sulle loro grandi antenne piumate. In questo modo possono essere attratti anche a diversi chilometri sottovento.
4/5 – Questa specie è abbastanza facile da allevare
I bruchi prediligono ambienti caldi e umidi (60-80% di umidità). La temperatura consigliata è di almeno 20-22°. Se è inferiore ai 24° la crescita sarà più lenta. Possono essere tenuti in ampi contenitori ben aerati. Mangiano moltissimo, soprattutto negli ultimi stadi dello sviluppo larvale. Le piante di cui si nutrono non sono reperibili in Italia; pertanto, per la loro alimentazione, ricorrete alle foglie di ailanto, che, però, possono esser trovate solo in estate, e ligustro, una pianta sempreverde che rende possibile anche l’allevamento nei mesi invernali. Quindi, ricordate che, prima di iniziare ad allevare questa specie, dovete essere certi di avere enormi quantità di piante a disposizione.
5/5 Consigli
- Man mano che crescono, spostate i bruchi in contenitori via via più grandi.