Lady e Mario sono convinti di essere marito e moglie: lei è un’oca e lui è un cane che si crede un Maremmano anche se non lo è. Insieme, vivono nel Rifugio Enpa di Monza, dove nessuno può entrare in contatto con uno senza che l’altra si arrabbi (e viceversa).

Il centro viene chiamato canile, ma al suo interno coabitano almeno 20 specie diverse di animali domestici a conferma che questo è prima di tutto un luogo di amore e accoglienza. Non si dice mai di no a nessuno: se c’è un animale in difficoltà, tutti gli addetti e i volontari si prodigano. E durante una giornata caldissima di settembre, ci siamo passate anche noi di Donna Moderna in occasione del lancio della nuova campagna Ultima Petfood che racconta del potere curativo dei nostri amici a quattro zampe.

La campagna di Ultima Petfood

Lo studio di Ultima: gli animali domestici ci rendono migliori

Uno studio condotto dall’azienda in diversi paesi europei e comprovato dal veterinario Jaume Fatjò conferma infatti che gli animali domestici rendono le nostre vite migliori sotto diversi aspetti. Ma i pet parents lo sanno già, ora lo confermano i dati scientifici.

«Vivere con un animale domestico e prendersene cura ci ricorda che siamo soprattutto una specie sociale e che la nostra più grande risorsa è sempre stata la capacità di aiutare e ricevere aiuto dagli altri» spiega il veterinario. «Cani e gatti ci offrono molto di più della loro presenza e della loro compagnia. Ci invitano a vivere la nostra vita sociale attraverso un prisma più autentico e arricchente. In un certo senso, possiamo dire che vivere con gli animali ci rende più umani».

Su un campione di 1.115 pet parents intervistati dagli esperti di Ultima, l’85,2% ha dichiarato di essere stato influenzato in modo positivo dal proprio animale domestico. L’89,3% ritiene che con un amico a quattro zampe si gestisca meglio lo stress, mentre per il 91,6%, cani e gatti aiutano a ridurre l’ansia. La domanda «Da 1 a 10, quanto sei felice con il tuo animale domestico?», ha raggiunto addirittura la media di 8,7 su 10.

La magia del rifugio Enpa

Durante le prime ore di visita al rifugio Enpa, eravamo tutti intenti a fare mille cose, distratti dai nostri cellulari e computer, pronti a scrivere ogni dichiarazione.

Quando Giorgio Riva – Presidente dell’Enpa di Monza – ci ha accompagnato a conoscere cani, gatti, conigli, cavalli, tartarughe e gli animali ospiti, ci siamo tutti disconnessi da social e computer. Non esisteva Outlook, non esisteva Whatsapp: gli unici cellulari attivi riprendevano i cuccioli che ci leccavano le dita o le tartarughe che ci inseguivano.

Il motivo l’aveva chiarito poco prima Gabriella Tani (veterinaria di Ultima Petfood), intervistata da Margherita Paiano (etologa di Kodami): «L’interazione con gli animali è un’esperienza diretta, non virtuale. Ha un impatto immediato sul nostro benessere fisico e mentale». Esattamente come è capitato a noi, i pet parents sono molto più “disconnessi” grazie agli animali: «Il 70% dei padroni abbandona quello che sta facendo quando animale domestico vuole attenzioni e il 50% si rivolge a loro quando vuole staccare. Tutto questo si traduce in meno tempo passato con dispositivi elettronici».

Gli animali domestici ci rendono più umani

Come ha spiegato l’antropologa e Presidente nazionale Enpa Carla Rocchi, la società di oggi si fonda sulla convinzione che ci siano profonde differenze tra noi e gli animali. «Siamo vittime di queste classificazioni, che ci separano dalle altre specie e ci fanno credere di essere superiori. Queste idee ci imprigionano».

Per assurdo, cercando senza sosta di migliorare la nostra “esperienza umana”, ci stiamo disumanizzando: siamo pieni di appendici tecnologiche che ci rendono più freddi e meno socievoli. Ecco perché ci fa bene tornare a connetterci con gli animali. E non lo dicono solo i pet parents, ma veri e propri studi.

La dottoressa Tani ha spiegato che vivere con un animale migliora il nostro carattere anche perché ci obbliga a essere responsabili non solo di noi stessi, ma di un altro essere che dipende da noi. «Prenderci cura di loro ci gratifica, ci fa sentire utili e ci fa organizzare la giornata con tempi stabiliti per la cura del nostro pet».

Michele Iacuone, Carla Rocchi, Juanjo Torres, Luca Trincavelli e Gabriella Tani all’evento di Ultima

Gli animali domestici come catalizzatori sociali

«Diventiamo più simpatici, più socievoli, perché gli animali sono catalizzatori sociali» ha continuato Tami. Infatti, quando siamo insieme al nostro animale domestico, abbiamo maggiori possibilità di interagire con le persone perché attira l’attenzione di molti.

Lo studio condotto da Ultima conferma questi dati: «Per sette dog parents su dieci, le relazioni personali e sociali sono state influenzate positivamente dal loro cane. Cinque su dieci hanno conosciuto persone nuove grazie al loro quattro zampe». Il fenomeno non è legato solo ai cani: nonostante i gatti siano meno socievoli, il 43.7% dei cat parents sostiene che le sue relazioni interpersonali abbiano sperimentato un beneficio grazie alla loro presenza; il 51% ha conosciuto persone grazie al proprio gatto.

Gli animali hanno un effetto benefico non solo per le nostre vite sociali, ma anche per il nostro corpo: le coccole con i nostri pets sono state paragonate dagli studiosi a una “SPA biologica”. «Quando accarezziamo i nostri animali sperimentiamo rilascio di ossitocina, una sostanza importantissima per le nostre relazioni e che riduce ansia e stress. Entrano in gioco anche dopamina ed endorfine, che ci danno una sensazione di calma e benessere» continua l’esperta. E un’ulteriore conferma arriva dai dati: su dieci pet parents, nove sostengono che i propri animali li aiutino a ridurre lo stress; otto affermano di aver superato, grazie a loro, momenti difficili.

L’importanza delle adozioni

La campagna di Ultima ha un duplice obiettivo: non solo dimostrare l’effetto benefico degli amici a quattro zampe, ma anche promuovere l’adozione. Grazie alla collaborazione con Enpa, l’azienda diffonde un messaggio importante: gli animali da salvare sono ancora tanti, l’adozione è sempre la scelta migliore quando si vuole scegliere un cucciolo di cui prendersi cura.

Come ci viene spiegato durante la visita al rifugio, nelle zone del nord e del centro Italia la Legge 281 (in difesa degli animali e per la prevenzione del randagismo) ha funzionato molto bene: il fenomeno dell’abbandono è quasi completamente debellato e la maggior parte degli animali che arrivano da qui sono protetti da microchip e vaccinati.

Il progetto di Enpa

Molto diversa è invece la situazione al sud, come ci spiega Giusy D’Angelo, esperta cinofila Enpa: «Il fenomeno del randagismo è molto diffuso e le realtà presenti fanno fatica a gestirlo: ci sono canili con 500 animali, addirittura in Calabria si arriva a 3000». Enpa si sta occupando di aiutare le regioni in difficoltà per permettere ai pets di ricevere le cure necessarie senza essere prelevati dal loro ambiente.

«Valorizziamo molto la personalità dell’animale: se è fobico, in una città come Milano, starebbe male» ci ha spiegato. Enpa ha una rete di canili e gattili tale da poter aiutare animali in difficoltà provenienti da aree dove non c’è questo servizio. «Ogni sezione ha a disposizione dai due ai cinque box per accogliere gli animali randagi, farli visitare e avviare il processo di adozione. Con questo processo entro 3 mesi riusciamo a far adottare il cane» conclude Giusy D’Angelo.