Ascoltare un concerto di chitarra acustica straiati sull’erba al tramonto, col garrire delle rondini in sottofondo, oppure passeggiare tra i boschi alla ricerca di installazioni artistiche, o ancora, immergersi nella storia di comunità hippie ante litteram.

L’arrivo dell’estate porta con sé varie rassegne che ci portano fuori – finalmente! – lontano dagli schermi dei computer, per tornare ad apprezzare la vita semplice, senza le contaminazioni (e le complicazioni) della quotidianità. Eccone tre da scoprire in lentezza, al proprio ritmo.

Bologna: Scena Natura – dal 30 giugno a ottobre 2021


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– Scena Natura


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– I calanchi


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– Un’edizione passata di Scena Natura


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– Il ristorante – esterni


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– Il B&B


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– Il ristorante

Metti un antico fienile immerso nello spettacolare contesto dei calanchi dei colli bolognesi (ma a soli 10 minuti dal centro città), dove teatro, musica e arte si incontrano. È l’idea dell’attrice, autrice e regista Angelica Zanardi, che nel 2008 ha creato Fienile Fluò, un luogo che è tante cose insieme – un’associazione culturale, uno spazio teatrale, un’azienda agricola, un ristorante, un B&B – tutte accomunate da un unico obiettivo: quello di far scorrere la creatività in sintonia con la natura. Da qui è nata Scena Natura, rassegna multidisciplinare che esplora le interazione tra le arti e l’ambiente, nata dalla collaborazione tra Fienile Fluò e Crexida/Anima Fluò, associazione culturale no-profit. Una rassegna che è un piccolo gioiello da scoprire. A partire dal 30 giugno fino a ottobre, Scena Natura animerà gli spazi esterni del casale con performance, danza, proiezioni, concerti e spettacoli, alcuni dei quali nati in seguito a residenze artistiche. Ogni mese sarà dedicato a una disciplina diversa: si parte il 30 giugno con la presentazione in anteprima dello spettacolo OUT!, un progetto di Allegra de Mandato e Angelica Zanardi che rievoca il periodo pandemico e il costante bisogno di un dialogo tra il dentro e il fuori. Luglio sarà poi il mese dedicato alla musica con escurSonica, una mini-rassegna di quattro concerti curata dal critico musicale Pierfrancesco Pacoda, mentre agosto sarà dedicato al cinema con i cinque film selezionati dallo scrittore Roy Menarini. A partire dal tramonto, gli eventi si faranno largo nel piccolo anfiteatro tra i calanchi, oppure in un sentiero panoramico sulle colline, o nel vigneto dell’azienda agricola. Da non perdere, perché di pura poesia si tratta, è Tra gli alberi walk, una passeggiata dove ogni tappa è una lezione immersiva sulla storia di un albero – il ciliegio, la quercia, il melo, il noce – accompagnata dalle note del violino di Erica Scherl. Settembre è poi dedicato alla danza con la collaborazione con il giovane coreografo Carlo Massari e tre anteprime, oltre al laboratorio di danza in natura Corpi Intuitivi, ideato dalla compagnia di danza Mualem/De Filippis DAnce Projects. “Scena Natura è una nuova prospettiva sull’ambiente che ci ospita, un palcoscenico in cui la natura è ispiratrice e l’arte diventa forma del nostro sguardo e del nostro passaggio”, racconta Angelica Zanardi.

San Martin de Tor (BZ) – SMACH – Constellation of art, culture & history in the Dolomites – dal 10 luglio al 12 settembre

Foto: Gustav Willeit
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– Giacomo Savio, “Blu delle Dolomiti”, 2021, installazione ambientale, location Tru di Lêc.

Foto: Gustav Willeit
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– Nicoletta Aveni & Elisabetta Trussoni, “sup-Portare”, 2021, installazione ambientale, location Pares.

Foto: Gustav Willeit
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– Dimitri Khramov, “MAMA”, 2021, installazione ambientale, location Armentara.

Foto: Gustav Willeit
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– VAZ: Andrea Ventimiglia & Alessandro Zotta, “2035”, 2021, installazione ambientale,
location Pederü.

Foto: Gustav Willeit
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– Xinge Zhang & Jiaqi Qiu, “Fragile as a Rainbow”, 2021, installazione ambientale, location Chi Jus.

Foto: Gustav Willeit
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– Sara Ambrosini & Giorgia Marchetti, “Metafisica dell’occasione”, 2021, installazione ambientale, location Lé de Munt da Rina.

Foto: Gustav Willeit
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– Atelier Poem: Alice Cecchini & Roman Joliy, “La casa della narrativa”, 2021, installazione ambientale, location Chi Jus.

Un percorso tra i sentieri incontaminati della Val Badia per scoprire, nel silenzio delle montagne, installazioni e opere d’arte in dialogo col paesaggio. Giunge alla quinta edizione SMACH – Constellation of art, culture & history in the Dolomites, la biennale di land art nata nel 2012 da un’idea di Michael Moling, Katharina Moling e Gustav Willeit e organizzata all’interno di aree protette delle Dolomiti, patrimonio Unesco. Tema di questa edizione è “Fragile”: un argomento strettamente collegato al periodo attuale sul quale gli artisti partecipanti si sono espressi liberamente, senza limiti di tecnica e contenuto. Le opere vincitrici – selezionate da una giuria internazionale tra 1061 progetti inviati da 72 paesi di tutto il mondo – sono state allestite durante le residenze tra il 31 maggio ed il 4 giugno, in un percorso accessibile esclusivamente a piedi tra boschi, laghetti e sentieri. Per scoprire tutte le opere è stato organizzato un percorso escursionistico di trekking della durata di tre giorni che include due notti di pernottamento in rifugio e che, in tre tappe, porta alla scoperta di tutti i 10 siti che ospitano la biennale. Il tragitto totale è di 72,5 km, per una durata complessiva di oltre 25h, e i siti si trovano tra i 1.100 e i 2.300 mt. di altitudine. Per chi desiderasse invece percorsi più brevi, è possibile optare per un percorso giornaliero. Un progetto “glocal” che coniuga realtà locali con tematiche sentite a livello internazionale.

Monte Verità – Golden Age – Dal 2 luglio al 31 ottobre 2021

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– Fabrizio Dusi – Golden Age


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– Un’immagine tratta dalla rassegna Giardini in arte


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– Monte Verità – Giardino


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– Monte Verità – Giardino


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– Monte Verità – Giardino


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– Il Padiglione Elisarion

In Svizzera, nel Canton Ticino, c’è un luogo affascinante e magico che fu teatro dei primi movimenti proto-hippie del XX secolo: il Monte Monescia ad Ascona, poi ribattezzato Monte Verità. Qui, a partire dai primi anni del XX secolo, si insediò una comunità di persone alla ricerca di una vita alternativa in sintonia con la natura e in piena ribellione alla nascente industrializzazione. A fondare la comunità furono alcuni intellettuali provenienti dal Nord Europa che, vestiti di bianco e portando i capelli lunghi, iniziarono a lavorare giardini e campi, a vivere in capanne in legno e a rilassarsi facendo bagni di sole completamente nudi. La loro vita si basava sul veganesimo e su un sistema cooperativo che aveva lo scopo di raggiungere l’emancipazione della donna e di trovare nuovi modi di coltivare la mente e lo spirito. Adoravano la natura, predicandone la purezza e interpretandola simbolicamente come l’opera d’arte ultima. Da questa comunità, negli anni, passarono teosofi, riformatori, anarchici, scrittori, poeti e artisti, tra cui Herman Hesse, Isadora Duncan, Hans Richter e pare addirittura Lenin e Trotsky. Nel 1920, dopo che i fondatori emigrarono in Brasile, a Monte Verità seguì un breve periodo bohémien, che durò finché il complesso venne acquistato come residenza dal Barone von der Heydt. Il suo arrivo segnò l’avvento dell’architettura moderna in Ticino, e fu costruito un albergo in stile Bauhaus. Oggi, quell’hotel – ancora oggi aperto – è parte del Complesso Museale di Monte Verità ed è teatro di varie mostre e installazioni organizzate dalla Fondazione Monte Verità. A partire dal 2 luglio fino al 31 ottobre 2021, andrà in scena la mostra Golden Age di Fabrizio Dusi, un corpus di opere ispirate agli ideali della comunità che si insediò qui. A cura di Chiara Gatti, è un percorso composto da neon, ceramiche e forme in alluminio che punteggeranno alcuni spazi interni ed esterni con parole-simbolo come “Liberi”, “Anarchy” e “Utopia”, insieme a immagini che evocano un ritorno allo stato di natura. Un omaggio all’era d’oro di questa collina così speciale.