Sui social e sui siti i video sono imbattibili. La forma di comunicazone preferita in assoluto. La conferma arriva dall’ultima mossa di YouTube che estende a oltre 100 paesi nel mondo, tra cui l’Italia, la funzionalità Shorts, che dal 14 luglio, permette di produrre e pubblicare brevi clip verticali.
Perché sono stati aggiunti ai soliti video
Se ti chiedi quanto è visto YouTube, ecco la risposta: ha 2 miliardi di utenti, 36,2 milioni nel nostro Paese (dati del 2020), è il secondo sito più visitato al mondo dopo Google, che ne detiene la proprietà. Il 42% degli utenti italiani ha un’eta tra i 19 e 44 anni. Numeri grandi ma che sottostimano la realtà, visto che sono i minorenni i veri divoratori dei video online.
La regola dice che sotto i 14 anni non si può avere un account personale autonomo e non si possono pubblicare video senza il consenso o il controllo di un genitore. Ma chiunque abbia un bambino in casa sa che oggi la piattaforma video è utilizzata come una tv, ben sotto i 14 e persino dai piccolissimi.
L’età del vero zoccolo duro degli utenti non poteva che spingere YouTube a preoccuparsi della concorrenza di TikTok, il social più in crescita del momento, fatto solo di video brevi. Il risultato è questa funzionalità, che puoi riconoscere da un nuovo logo, una S rossa e grassottella stilizzata con il triangolo bianco del “play” al centro. Concorrente di Tik Tok in primo luogo, ma anche di Stories e Reels di Instagram.
L’unica vera differenza rispetto a TikTok
Come ricaduta vedremo i video moltiplicarsi in modo esponenziale dentro i nostri smartphone? Su TikTok gli utenti possono esportare i video, su cui resta impresso il logo, e questo ci ha già abituato a vedere contenuti che si clonano sui vari social. Una confusione e una ripetitività che in una parte del pubblico può forse risultare inquietante, oltre che noiosa. Ma per la maggior parte degli utenti sembra non essere determinante sapere dove nascono e che percorsi seguono le clip postate e condivise, né rivedere ovunque le stesse cose. Sta di fatto che gli Shorts non si potranno scaricare. Resta da scoprire se questa scelta sarà una salvaguardia o un ostacolo al loro successo.
Come fare gli Shorts
Gli YouTubeShorts possono essere girati con lo smartphone e si caricano sulla piattaforma video di Google: le istruzioni per imparare a farli si trovano su support.google.com, la guida di Google.
Realizzarli è facile e intuitivo soprattutto per chi è già abituato a TikTok. Dall’interno dell’applicazione la videocamera si può avviare, fermare e riavviare per stare nei tempi che sono, come promette il nome, molto brevi: durano 15 o 60 secondi. Per decidere la lunghezza bisogna selezionare il numero sopra il tasto di registrazione. C’è poi un’icona che sembra un fantasmino che permette di allineare tutte le clip girate. Si può anche decidere la velocità di cattura delle immagini, in modo da rallentare o velocizzare i movimenti. Una volta montato il minivideo, si può passare all’editing.
Per esempio, è possibile aggiungere testi in punti specifici, inserire clip già presenti nel proprio telefono. I sottotitoli, invece vengono generati in automatico. Si potrà poi attingere a filtri colore, da usare durante la ripresa o dopo, e una biblioteca di musicale che si preannuncia fornitissima, nata dalla collaborazione con 250 etichette discografiche. Si può anche usare la traccia sonora di un altro video e, a partire da questa, crearne uno nuovo da 15 secondi. Però, se il creator originario decide a un certo punto di eliminare la sua clip, l’audio verrà disattivato e gli Shorts eliminati entro 30 giorni (si viene comunque avvisati).
Se invece li guardi soltanto…
I video Shorts sono separati dagli altri. Sono visibili nella schermata principale della app del telefono, in basso e sulla home page del sito e sul canale dei creator che segui. Per farli circolare tra agli utenti, entrano tra i contenuti suggeriti e dovrebbero essere postati con #Shorts. Le clip vanno in loop, cioè continuano a ripetersi e, una volta entrato in un video Shorts si passa al successivo scrollando.
Si guadagna con gli Shorts?
Nella fase di lancio negli Usa e in Asia YouTube ha stanziato un fondo di 100 milioni di dollari per il biennio 2020-2022 per incentivare i creator a produrre Shorts originali e lanciare la nuova funzionalità tra gli utenti. Al contrario degli youtuber “professionisti” che devono avere i numeri, tra iscritti e visualizzazioni ed essere legati al programma Partner della piattaforma, a chi vuole guadagnare con gli Shorts basta creare e condividere i video brevi. I più visti e apprezzati dagli utenti vengono remunerati ogni mese. Poco, a quanto dicono gli youtuber stessi. Pagare i più bravi realizzatori di contenuti è però una pratica consolidata. Quindi, se gli Shorts avranno successo, YouTube si inventerà un sistema per premiare il contribuito dei creator, essenziali per formare e intrattenere le grandi community di utenti che fanno la fortuna sua e della pubblicità.