Il mondo è sempre in evoluzione e, mai come in questi ultimi anni, stiamo vivendo una fase che porterà a grandi trasformazioni sul lavoro.
Dopo la pandemia, si apriranno scenari di ricostruzione che accelereranno i cambiamenti profondi su cui potrebbe essere utile riflettere già da ora, poiché “chi prima impara, meglio agisce”.

Tra le ipotesi più probabili del mondo del lavoro, ci si aspetta che sia più agile e smart, ma soprattutto (si spera) la cultura aziendale sarà molto diversa, sia nell’organizzazione del lavoro, sia nella scelta dei dipendenti. Cambieranno (e stanno già cambiando) le modalità di relazione insieme alla comunicazione e ci si aspetta anche nuove prospettive.

La cosa importante è considerare che i cambiamenti siano delle opportunità per migliorare. Ecco perché non dovresti preoccuparti delle trasformazioni sul lavoro ma, anzi, coglierle per trarne più benefici.

I cambiamenti di cultura lavorativa

Non devi vivere per lavorare

Come si dice, “si lavora per vivere” e non viceversa (anche se capita a tutti di attraversare periodi in cui sembra di vivere per lavorare).
Da qui arrivano molti studi (soprattutto dall’Europa del Nord) che propongono modelli di vita in cui le ore dedicate al lavoro andrebbero diminuite.
Secondo queste ricerche, lasciare più spazio alla vita privata e al tempo libero, migliora l’efficienza e, quindi, la produttività delle persone che, essendo più felici, lavorano meglio (anche in tempi minori).

La responsabilità sociale del lavoro

Tra gli aspetti di cambiamento (potenziati anche dalla pandemia), c’è una nuova percezione delle imprese rispetto alle aspettative di responsabilità sociale.
Secondo alcuni esperti, infatti, le imprese dovranno riformulare le loro missione e i loro valori rispondendo a tre domande fondamentali: Perché l’azienda esiste? In che modo la sua presenza può cambiare il mondo? Come raggiungerà la missione e realizzerà la sua visione?

Naturalmente, se sei una libera professionista, sei “impresa di te stessa”, ma questo non significa che anche tu, nel tuo piccolo, non debba farti qualche domanda. Lavorare in autonomia, infatti, non significa che tu non faccia lo stesso parte di una comunità e una società.

Maggiore inclusività

Tra i cambiamenti sul lavoro che dovrebbero essere fondamentali c’è anche l’abbracciare una prospettiva più inclusiva. Questo non significa solo pari diritti a prescindere dal genere, dall’età, etc. Significa anche che i responsabili (di aziende, grandi o piccole che siano) devono considerare maggiormente i diritti dei lavoratori, anche in termini di protezione economica in caso di crisi.

I cambiamenti verso le persone

Con il cambiamento degli scenari, è probabile che presto osserveremo alcune trasformazioni sul lavoro rispetto ai modelli tradizionali di reclutamento.

Nuovi criteri di reclutamento

Per anni ci siamo scontrati con richieste “impossibili”, che pretendevano candidati con molti anni di esperienza, uniti a formazioni approfondite, entro i 30 anni (se non addirittura i 25).
Le cose stanno cambiando, in linea con un panorama in evoluzione che riguarda anche le competenze, a loro volta meno stereotipate.
Quello che sta cominciando a contare di più, infatti, è il percorso di ciascuna persona, fatto non solo dal percorso di studi, ma dalle esperienze (lavorative e non).

Le esperienze sono plus valori

A proposito di cambiamenti, la maggiore attenzione e apertura a tutto ciò che rientra nella salute mentale è tra le trasformazioni del lavoro che diventeranno sempre più radicate. La psicologia del lavoro e gli studi delle grandi aziende stanno apprendendo che le persone che sono “sopravvissute” a situazioni provanti dal punto di vista fisico e, soprattutto, mentali, non vanno considerate come fragili ma, al contrario, come soggetti più resistenti di altri.

La resilienza è una soft skill fondamentale e sempre più sotto i riflettori, per cui una sfida per tutte le aziende sarà creare dei sistemi di reintegrazione, dando spazio e nuove opportunità a chi decide di rialzarsi.

I cambiamenti della “leadership”

I cambiamenti nelle modalità di lavoro creeranno la necessità di un nuovo tipo di leadership.

Il futuro del lavoro

In tanti concordano che tra le trasformazioni sul lavoro che rimarranno stabili, c’è lo smartworking. Sono già in corso tanti studi per cui la richiesta di lavoro a distanza (o da remoto, come si dice) sono destinate ad aumentare. Questo viene incontro al desiderio di evitare spostamenti affollati e abbraccia meglio anche i modelli di vita lavorativa più sostenibili, da tutti i punti di vista.

La nuova leadership

Per guidare una squadra da remoto, servono competenze diverse al fine di sviluppare migliori strumenti di collaborazione. Questo, tuttavia, in linea con le altre trasformazioni sul lavoro, significa anche impostare tempi di inattività, per esempio vietando le chiamate serali, in modo che venga mantenuto l’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata da entrambe le parti.

Assumi persone più intelligenti di te

Il consiglio viene direttamente da Jack Ma, presidente esecutivo di Alibaba Group Holding. «Quando assumo persone, assumo persone più intelligenti di me: persone che quattro, cinque anni dopo potrebbero essere il mio capo, mi piacciono le persone che mi piacciono, che sono positive e che non si arrendono mai». Se sei in condizione di responsabilità, cerca di essere un’insegnante generosa: «Tu vuoi sempre che i tuoi studenti siano migliori di te. La regola numero uno: aiuta le persone a essere migliori di te».