Guardandole dai tortuosi tornanti a gomito che si arrampicano fino al lago di Scanno, le Gole del Sagittario hanno quel fascino drammatico che solo i paesaggi estremi, modellati dalla natura, possono sfoggiare. Non a caso sono uno dei punti forti di questo angolo d’Abruzzo a pochi chilometri dal parco nazionale della Majella. In primavera danno il meglio perché il vertiginoso canyon di rupi calcaree scavate dalle acque del fiume è incorniciato da distese di fiori introvabili altrove, come il raro fiordaliso del Sagittario. Un fragile ecosistema da proteggere: qui sono di casa orsi marsicani, lupi, cervi e caprioli.
Per innamorarti della zona basta esplorare a piedi i sentieri del Cai n.18 e n.19 che insieme formano un itinerario ad anello di 7 km, alla portata di tutti, il Sentiero delle Acque. A un certo punto ti ritroverai a scendere a valle tra gli anfratti delle gole e lungo il fiume, per poi risalire fino alle Sorgenti del Cavuto e finire in un paradiso botanico con cascatelle dall’acqua caraibica (abruzzoturismo.it).
Anversa degli Abruzzi è la casa di poeti e creativi
Il punto di partenza per visitare la zona circostante è Anversa degli Abruzzi, un borgo a nido d’aquila arroccato a 560 metri e che da solo vale il viaggio. Il puzzle di casette di pietra in bilico nel vuoto, dove vivono poco più di trecento persone, ha stregato Gabriele d’Annunzio che qui ha ambientato la sua tragedia La fiaccola sotto il moggio. Oggi il paese è stato trasformato in un museo diffuso dedicato al poeta dove puoi visitare un parco letterario e leggere le citazioni dai suoi scritti sparse tra i vicoli (parchiletterari.it).
Anche la tappa finale del tour sembra uscire da un libro di fiabe: la mini frazione di Castrovalva, un puntino sulla cartina geografica che si erge sulla Cresta di Sant’Angelo, è abitato da una quindicina di persone. Il paese ha ispirato il famoso artista olandese Mauritius Cornelis Escher e lo si ritrova in una famosa litografia chiamata, appunto, Castrovalva. I dintorni sono attraversati da numerosi sentieri battuti un tempo da Escher e oggi dai turisti: ti bastano un paio d’ore per la passeggiata di 5 km che collega il paese di Villalago all’Eremo di San Domenico.
Scanno, un paese amato dai grandi fotografi
Ritratto dai più grandi, Scanno si è guadagnato l’appellativo di “città dei fotografi”. Il borgo rapisce per il paesaggio che lo circonda (le montagne del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e della riserva del Monte Genzana) e per le tante immagini in bianco e nero di cui è protagonista. Ti basta cliccare in rete per vedere i capolavori di Henri Cartier Bresson e degli italiani Mario Giacomelli e Ferdinando Scianna e finire in un mondo di antichi abiti femminili, indossati ancora oggi nelle feste.
Il costume tradizionale della zona prevede una gonna voluminosa confezionata con 18 metri di stoffa (pesa 15 chili), un corpetto con le maniche larghe e un piccolo cappello tondo. Si tratta di un mix talmente particolare che gli storici fanno fatica a stabilirne le origini anche perché Scanno ha subito influenze e invasioni da Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Longobardi, Svevi e Angioini.
Per assaporare l’atmosfera più autentica del borgo parti da piazza della Codacchiola, uno slargo di pietra levigata in salita a cui si accede oltrepassando un arco. Qui si affacciano le tradizionali casette con i portali di legno e con le caratteristiche “cemmause”, le scale esterne con ballatoio. Se ne scorgi una circondata dai fiori è quella di Carmelita, signora conosciuta in paese per il suo balcone che sembra un giardino botanico. Nell’abitazione accanto, al primo piano, potrebbe accoglierti il sorriso di Teresa, la bisnonna scannese che da ragazzina, durante la transumanza, raggiungeva a piedi la pianura del Tavoliere delle Puglie. Sarà felice di raccontarti la sua storia e quelle del quartiere che, da sole, meriterebbero un libro.
Se poi passeggi senza meta tra i vicoli, come faceva Escher, noterai che qui tutto è un gioco prospettico, dove salite, scale e discese si alternano all’infinito e finiscono nelle piazze. In quella chiamata “nuova”, piazza Santa Maria della Valle, sorge una chiesa in stile romanico abruzzese; quella “vecchia” anticipa la “ciambella”, il percorso ad anello deputato allo stuscio. Per guardare la gente passare siediti ai tavolini del Bar della Liquirizia (strada Abrami 33) dove il caffè è servito con “rotelle” e “spezzatine”.
Da Frattura Nuova scatti la foto ricordo più bella
A circa 8 km dal centro di Scanno, percorrendo la spettacolare statale 479 che attraversa l’alta valle del Sagittario, arrivi a Frattura Nuova. Il piccolo borgo a quota 1.260 metri è stato costruito negli anni Trenta, dopo che il terremoto di Avezzano del 1915 ha raso al suolo l’antico abitato di Frattura Vecchia che sorgeva su uno sperone del monte Rava. Questo paese fantasma, con le abitazioni nascoste tra i resti del castello medievale e la montagna, oggi è in fase di restauro. L’intento è riportare alla luce le belle costruzioni di pietra, la fontana e la cappella bianca dedicata alla Madonna che accoglievano i visitatori all’ingresso.
Nel nuovo abitato, invece, meritano una sosta il portale a tutto sesto e la torre campanaria della Chiesa di San Nicola. Da qui hai la vista migliore sul lago di Scanno, il più suggestivo e visitato d’Abruzzo. La sua originale forma a cuore e le sue acque turchesi sono il soggetto ideale per i tuoi scatti d’autore.
Come organizzare un viaggio in Abruzzo
Qui dormi
→ A Scanno l’Hotel Miramonti ha 47 camere e Spa (da 60 euro a testa la pensione completa, albergomiramontiscanno.it).
→ A Villalago La Maga del Lago è un b&b con doppie da 145 euro (via Circumlacuale).
→ Ad Anversa degli Abruzzi c’è Casetta Angela, appartamento per 2 vicino alla riserva naturale (da 56 euro, airbnb.it)
Qui assaggi
→ I formaggi di pecora e di latte vaccino, bio e a km0, di Gregorio sono un must: li gusti a Scanno nel ristorante del produttore (vallescannese.com).
→ A Scanno assaggi il dolce al cioccolato Pan dell’Orso o i mostacciuoli, golosi biscotti al mosto d’uva (dimassoscanno.net).
Qui fai shopping
→ L’Oreficeria De Rienzo vende la Presentosa, un ciondolo a stella di filigrana d’oro dalle origini ottocentesche, le Sciacquajje, orecchini pendenti a semiluna, e la Cicerchiata, l’antica fede nuziale decorata con granelli d’oro (strada de Angelis 1, Scanno).
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