Dimentica Siviglia, Cordova e Granada, c’è un’altra Andalusia da scoprire. Oltre a queste famose città, dall’inconfondibile impronta araba, che attirano (meritatamente) frotte di turisti, la regione del sud della Spagna ci conquista anche con luoghi più intimi, contemplativi e creativi, tra paesaggi eterogenei, dal mare ai villaggi, nel territorio intorno a Malaga, la “sorellina minore” delle tre località star.

Andalusia tra fincas e pueblos blancos

Nei pressi del paese El Gastor, ti sorprenderai varcando la soglia de La Donaira, finca di lusso in collina immersa in una proprietà privata di 700 ettari, con azienda agricola biologica, centro-allevamento equestre di cavalli lusitani e solo 9 camere, delle quali 2 sono insolite tende yurta di charme.

L’esperienza nel resort ti conquisterà anche se decidi di non pernottare e di andare solo a cena, o per un aperitivo al tramonto. Il naso è inondato dai profumi di rose, gelsomini e cespugli di erbe aromatiche dei vasti giardini. Lo sguardo è rapito dalle cime della Sierra de Grazalema che si stagliano in un orizzonte vicino. La mente si rilassa nel silenzio del panorama durante le sessioni di yoga e meditazione sulla piattaforma in teak all’aperto. La filosofia green della Donaira, in rapporto simbiotico con la natura circostante, ne fa un luogo speciale. Come l’Andalusia, che esprime un altro aspetto del suo carattere attraverso la roccia dell’entroterra, con le infinite distese di uliveti.

Ne è un esempio il curioso Setenil de las Bodegas, inserito nel circuito dei Pueblos Blancos – i villaggi bianchi – che stanno all’Andalusia, come quelli del Salento alla Puglia. Le candide case sono state costruite sotto imponenti costoni rocciosi che attraversano le vie Calle Cuevas del Sol e Calle Cuevas de la Sombra. Impressionanti.

Setenil de las Bodegas. Foto di Monica Vinella

Il fascino di Ronda

A 20 chilometri ecco Ronda, un altro dei meravigliosi Pueblos Blancos allungato su un pianoro roccioso, con alte pareti a picco nel sottostante fiume Guadalevin, che serpeggia nella valle-gola di El Tajo (il Taglio), entrambi dominati dal Puente Nuevo (ponte Nuovo) il simbolo del villaggio. Un’opera d’ingegneria umana completata nel 1793 – dopo 42 anni – e progettata dall’architetto José Martín de Aldehuela per collegare la città vecchia con quella nuova.

I giardini panoramici di Cuenca. Foto di Monica Vinella

Camminando nel gomitolo di vicoli del nucleo antico, ti conquisterà l’impronta moresca-ispanica degli edifici, come la settecentesca Casa del Rey Moro con un curato giardino e una lunga scalinata-galleria sotterranea che conduce al fiume, Palacio de Mondragón che fu la residenza dei sultani arabi con tre splendidi patios interni, oggi sede del Museo Municipale di Ronda, oppure Palacio del Marqués de Salvatierra, di proprietà privata. È una delizia anche piazza Duquesa de Parcent, cornice ombreggiata del Municipio, del Convento de Santa Isabel e dell’Iglesia de Santa María la Mayor, trasformata in moschea al tempo della dominazione musulmana.

Ronda in Andalusia
Un pittoresco vicolo di Ronda. Foto di Monica Vinella

Nella città “nuova”, invece, a rubare la scena è la Plaza de Toros (l’arena): risalente al 1785, incantò anche Ernest Hemingway e Orson Welles. Qui nacque la corrida “moderna”, prima si affrontavano i tori a cavallo. L’ideatore fu Pedro Romero Martínez (1754-1839) natio di Ronda, una vera leggenda che si vezzeggiava con i vestiti “griffati” dal pittore Francisco Goya.

La Plaza de Toros a Ronda
La Plaza de Toros a Ronda. Foto di Monica Vinella

Percorsi naturalistici in Andalusia

Per rilassarsi, invece, all’ombra di piante secolari, è piacevole il parco Alameda del Tajo, provvisto di belvedere panoramico. Di nuovo gli scenari di pietra emergono con forza nello spettacolare Caminito del Rey, tra i paesi di Ardales e Álora. È un percorso pedonale allungato su strette passerelle di legno aggrappate alle pareti rocciose, che sovrastano da un’altezza di circa 100 metri il fiume Guadalhorce e i canyon profondi. Certo non devi soffrire di vertigini, ma le emozioni che regala questo sentiero “aereo” a tutta natura sono indimenticabili. Costruito tra il 1901 e 1905 nella gola di El Chorro (fu chiuso per 15 anni e riaperto nel 2015), complessivamente è lungo 7,7 chilometri, contando i sentieri di accesso e quelli forestali, mentre la parte più adrenalinica è di 1,5 chilometri (www.caminitodelrey.info/es/).

Il caminito del Rey in Andalusia
Il caminito del Rey. Foto di Monica Vinella

La città di Pablo Picasso: Malaga

Si cambia scenario raggiungendo Malaga che nel 1881 diede i natali a Pablo Picasso, omaggiato con un museo ad hoc. In questa solare città, seguendo il filo conduttore green-creativo, non devi perdere l’atelier della stilista Maryam Blanes che realizza vestiti su misura ispirati anche ai quadri di Goya (www.julietabrand.com), le borse ecologiche create da Irene Hernández (www.labienhecha. com) e, nel ristorante Kaleja, la cucina bio-naturale dello stellato chef Dani Carnero che propone i “piatti della memoria”, tutti preparati sulle braci in un particolare piano di cottura a legna e carbone.

Un graffito di Pablo Picasso sui muri del centro storico di Malaga. Foto di Monica Vinella
La fashion designer Maryam Blanes a Malaga
La fashion designer Maryam Blanes a Malaga. Foto di Monica Vinella

Nel raccolto centro storico, sono un must la Calle Larios, la via pedonale bordata da case in stile Liberty e boutique, l’araba Alcazaba e l’attiguo Castello di Gibralfaro che regalano un magnifico panorama dall’alto e l’imponente Cattedrale risalente al 1528. È bello passeggiare anche lungo il Muelle Uno (Molo Uno) che ha rivitalizzato l’area portuale con locali, negozi e il museo Centre Pompidou Malaga, costola di quello parigino.

Andalusia: le mete alternative

A est di Malaga, a una sessantina di chilometri, si respirano atmosfere d’antan a Frigiliana. È il romantico borgo collinare moresco tinto di bianco con botteghe artigianali, come El Rincón del Esparto (su IG @elrincondele) di Lourdes Bueno che realizza cesti, borse e access l’esparto (simile alla paglia) raccolto in montagna.

La designer Lourdes Bueno in Andalusia
La designer Lourdes Bueno, proprietaria del negozio di artigianato El Rincón a Frigiliana. Foto di Monica Vinella

Infine, basta un pugno di chilometri per raggiungere il mare. Intorno a Nerja, vivace località marina, sono un incanto le spiagge di Burriana, La Caleta e Playa de Maro, ideali per rilassarsi sulla costa mediterranea. Ma se ami le onde lunghe dell’oceano e contemplare re l’orizzonte infinito, raggiungi Cadice (a 235 km da Malaga), suggestiva città affacciata sulla costa atlantica, ricca di storia, monumenti e deliziose spiagge urbane sabbiose.

Il lungomare di Cadice. Foto di Monica Vinella

Dove dormire

Finca La Donaira. Country resort di lusso in una tenuta collinare di 700 ettari. Arredi curati, 9 camere, piscina, Spa e ottimo ristorante. Lezioni di yoga e meditazione. Sono richieste minimo 2 notti. In doppia in pensione completa al giorno a persona da 390 euro (https://ladonaira.com).

Le cipolle caramellate con senape e fiori della Finca La Donaira. Foto di Monica Vinella

Parador de Nerja. È un quattro stelle in posizione panoramica sulla vasta spiaggia Burriana (lunga 1 chilometro), raggiungibile direttamente con un ascensore dell’hotel. Arredi moderni, vasto giardino con piscina e 98 camere. Aperto tutto l’anno. In agosto, doppia in B&B da 309 euro (paradores.es/es/parador-de-nerja).

Dove mangiare

Kaleja. Nel centro di Malaga, ristorante con una Stella Michelin. È il regno dello chef-patron Dani Carnero che propone cucina tradizionale rivisitata con prodotti a km zero (www.restaurantekaleja.com).

Lo chef stellato Dani Carnero
Lo chef stellato Dani Carnero ha aperto il ristorante Kaleja nel centro di Malaga. Foto di Monica Vinella

El Adarve. Nel villaggio di Frigiliana, è il ristorante con terrazza panoramica dello chef Juan Carlos Cerezo. Dalla cucina piatti tradizionali soprattutto di terra (https://frigiliana.es/negocio/ restaurante-el-adarve/).