Ho sempre vissuto Aosta solo come una tappa di passaggio per andare a sciare sulle montagne più belle. Ma mi sbagliavo. Me ne sono accorta guardando le puntate della fiction di Rocco Schiavone (la serie tv è stata girata in gran parte qui). Quegli scorci, tra rovine romane, locali affascinanti e paesaggi alpini, mi hanno convinta a organizzare un weekend in città. E, grazie alle giornate assolate d’estate, all’aria frizzantina di montagna e all’atmosfera rilassata (a dispetto delle immagini piovose, buie e fredde in cui il vicequestore letterario svolge sempre le sue indagini) ho visto questa meta sotto una nuova luce (lovevda.it).
Il giro nel “salotto buono” di Aosta
La visita di Aosta inizia da piazza Chanoux, cuore del centro storico. È qui che ci si incontra, si fa shopping o si prende un caffè seduti in uno dei tanti dehor circondati da palazzi signorili. Ci sono il palazzo del Municipio, con lo stemma della città, e due fontane che simboleggiano i due fiumi di Aosta, la Dora Baltea e il torrente Buthier; l’Hotel des Etats trasformato in spazio per mostre temporanee; l’Hotel Couronne et de la Poste, uno degli alberghi più lussuosi di tutta la Valle d’Aosta dell’Ottocento, in cui hanno soggiornato teste coronate e capi di Stato europei.
Ma questo è solo un primo assaggio di una città a misura d’uomo che ho visitato piacevolmente a piedi. Basta una breve passeggiata dalla stazione infatti per essere subito catapultati ai tempi dell’antica Augusta Pretoria. Fondata dai romani nel 25 a.C. oggi è un museo a cielo aperto dove resti di mura, torri e monumenti ben conservati fanno di Aosta la seconda città italiana con il maggior numero di rovine romane ancora visibili tanto da essere chiamata la Roma delle Alpi.
Le rovine romane di Aosta
Da Porta Pretoria, la più imponente delle quattro porte di accesso alla città antica, e dall’Arco di Augusto si raggiunge l’antico quartiere con l’anfiteatro (oggi incluso nel Convento di Santa Caterina ma visitabile su richiesta) e il Teatro romano, di cui si può ancora immaginare l’imponenza semplicemente guardando la facciata rimasta, alta 22 metri, e le gradinate a emiciclo che potevano ospitare più di 3 mila spettatori. Superata la piazza della Cattedrale, dove sorgeva la zona sacra del foro cittadino, si arriva al Criptoportico forense, un gioiello sotterraneo che poche città del mondo romano possono vantare: un lungo porticato di calcare bianco, a 2 metri sotto il suolo, con archi e corridoi, illuminato da finestrelle. Qui è piacevole passeggiare soprattutto d’estate, perché la temperatura interna si mantiene sempre fresca.
Un luogo sacro scavato nella roccia
Concluso il giro in centro c’è un’altra meta che merita una visita e che regala ad Aosta il primato di Stonehenge italiana. Nel quartiere di Saint-Martin-de-Corléans, poco fuori città, è stata rinvenuta un’area megalitica. Si tratta di un luogo sacro destinato al culto e alla sepoltura che risale a oltre 5 mila anni fa, alla fine del Neolitico. Per le sue dimensioni (circa 10 mila metri quadri) è il più vasto sito archeologico coperto d’Europa. La visita è davvero suggestiva grazie al percorso immersivo che trasporta nel tempo e nella storia: a me ha suscitato lo stesso stupore provato a Xian, in Cina, sul sito dove è stato ritrovato l’Esercito di terracotta.
Grazie a una passerella, dall’ingresso si scende 6 metri sotto il livello del terreno fino a raggiungere lo scavo, immerso in un ambiente scuro dove un gioco di luci che muta gradualmente scandendo le diverse ore del giorno dà risalto agli antichi reperti: una rara traccia di aratura rituale, pozzi, tombe e 24 pali totemici di legno affiancati da più di 46 imponenti stele antropomorfe. Tutto illustrato da grandi pannelli retroilluminati e schermi in un dialogo continuo con i reperti.
Se la storia antica ti affascina, consiglio anche la visita al vicino Mar, il Museo archeologico regionale (piazza Roncas 12).
Le due gite fuori porta
Qui si dice che quando il sole passa sopra la Becca di Nona sono le 11 di mattina. Il detto si riferisce alla cima che prende il suo nome dall’ora in cui i canonici recitavano il breviario che terminava alle 15 (l’hora nona dei Romani) e che, insieme al monte Emilius, protegge da lontano Aosta. Oltre a scandire il tempo, la generosa natura alpina attorno alla città è un invito a fare escursioni a piedi o in bici lontano dal traffico.
In circa mezz’ora di passeggiata dal centro, ho raggiunto la riserva naturale Tsatelet (gli aostani la chiamano quota BP, da Baden-Powell, fondatore dello scoutismo), che si trova su una collina alta circa 800 metri, perfetta per avere la migliore visuale sulla piana e sul centro. Una meta rilassante, dove fare il pieno d’ossigeno tra prati e piccoli rilievi ricoperti di pini silvestri e dove avvistare durante le migrazioni uccelli e rapaci, come la poiana, il nibbio o il falco pellegrino.
Se sei un’appassionata delle due ruote, invece, segui la pista ciclopedonale che collega Sarre a Fénis passando da Aosta: è un itinerario facile di 20 km, prevalentemente pianeggiante, adatto a biker e famiglie, che si snoda lungo le sponde della Dora Baltea. Pedalando tra frutteti e vigneti, si attraversano diversi comuni dove piccole pievi, ristoranti e antichi ruderi diventano tappe per una sosta o una visita.
Il mio consiglio è di non perdere la Maison des anciens remèdes a Jonvencan, a soli 5 km dalla città (frazione Les Adams 29). È un luogo speciale creato dall’etnobotanica Giuseppina Marguerettaz che, all’interno di un edificio di legno e pietra del Seicento, ha ricreato un orto-giardino ispirato a quelli medievali. Qui, con passione, l’esperta racconta curiosità e antichi saperi sull’uso delle piante officinali tipiche della Val d’Aosta. Io ne ho comprate alcune come souvenir per amici e parenti.
La kermesse che racconta la Valle d’Aosta
Conclusa la visita ho già segnato in calendario un appuntamento che mi farà tornare presto ad Aosta. La storia, l’arte e la cultura della valle saranno protagoniste dell’evento Plaisirs de culture en Vallée d’Aoste dal 18 al 26 settembre (regione.vda.it/Cultura/eventi_spettacoli). Giunto alla nona edizione, ha lo scopo di far conoscere ai turisti il ricco patrimonio storico e artistico valdostano. Per l’occasione, infatti, saranno aperti al pubblico, gratuitamente o a tariffa ridotta, numerose aree archeologiche, musei e castelli di solito chiusi al pubblico. Le visite saranno accompagnate da percorsi guidati, conferenze e attività didattiche per i bambini. Io ho già programmato un weekend e tu?
Informazioni utili per un viaggio ad Aosta
Dove dormire
→ Lo storico hotel a 4 stelle Duca d’Aosta ha appena inaugurato una raffinata pâtisserie con dolci delizie (da 125 euro la doppia, alpissima.it/duca-daosta).
→ L’Hotel Cecchin è stato ricavato da un antico edificio con vista sul ponte romano (da 99 euro la camera, hotelcecchin.com).
Dove mangiare
→ In un antico edificio del 1772, Stefenelli Desk è il nuovo regno dello chef valdostano Marco Stefenelli. Propone i classici della tradizione in versione gourmet, come scaloppa di fois gras, spuma di fonduta di patate e fontina e una variazione della crema di Cogne (stefenellidesk.com).
→ La Grenette è il ristorante della Bottega degli antichi sapori (via Porta Pretoria 63) da cui prende gli ingredienti di prima qualità. Prova i taglieri di salumi e formaggi locali, gli gnocchi alla fontina d’alpeggio dop o la carne alla valdostana (labot tegadegliantichisapori.com).
La mostra da vedere
→ Al Centro Saint-Bénin si può visitare la mostra Guido Crepax. I mille volti di Valentina con oltre cento opere del maestro del fumetto d’autore (via Festaz 27).