Biennale di Venezia 2024: il tema di quest’anno

Ovunque–Foreigners Everywhere è il tema della Biennale Arte 2024, scelto dal curatore brasiliano, Adriano Pedrosa. Una riflessione sul fatto che ovunque andiamo, incontriamo stranieri, perché tutti lo siamo. Passeggiando tra gli spazi dell’Arsenale e i Padiglioni dei Giardini si scoprono artisti stranieri, immigrati, espatriati, diasporici, esiliati, indigeni e rifugiati. Il concetto di straniero è stato scelto anche da molte Nazioni, come San Marino che ha realizzato, grazie a FR Istituto d’Arte Contemporanea, il progetto Nomader dell’artista Eddie Martinez, che suppone che essere umani significhi migrare. Da vedere anche il padiglione del Benin con la mostra Everything Precious Is Fragile (biennale.org).

From Caspian To Pink Planet: I Am Here è la mostra del Padiglione dell’Azerbaigian, curata da Luca Beatrice e Amina Melikova. Courtesy of Ugo_Carmeni La Biennale di Venezia

A pochi passi dalla Biennale di Venezia 2024

Non perdetevi l’occasione di arrivare fino a Sant’Elena, “l’ultimo” sestiere di Venezia, quello più verde, più tranquillo e più residenziale. Alla sera qui sembra di essere in un quadro metafisico di Giorgio de Chirico. Per cena andate da Pampo (osteriadapampo.com).

Due indirizzi imperdibili per lo shopping: Made With Patience, la bottega di Daniela Lombardo che realizza abiti fatti a mano con tessuti sostenibili e Nima Venice Store, negozio di abbigliamento e accessori (furlane comprese) scelti con passione dalla proprietaria Barbara Casarin (madewithpatience.com, nimavenicestore.com).

In città: mostre da non perdere

La vista più bella dall’alto sulla città è dal campanile della chiesa di San Giorgio, sull’omonima isola, sede di due musei, Le Stanze del Vetro e Le Stanze della Fotografia, e della Fondazione Giorgio Cini da visitare insieme alle Vatican Chapels, al Labirinto Borges e al Teatro Verde. Fino al 16 giugno alla Fondazione è in corso la mostra VISI di Alessandro Mendini. A settembre la nuova edizione di Homo Faber, curata da Luca Guadagnino e Nicolò Rosmarini (cini.it, stanzedelvetro.org).

Il labirinto Borges sull’Isola di San Giorgio Maggiore. Courtesy of Fondazione Giorgio Cini

Uno degli spazi d’arte contemporanea più interessanti è Ocean Space nella chiesa sconsacrata di San Lorenzo, riconoscibile per la sua facciata incompiuta. L’interno è speciale: a pianta quadrata e diviso a metà da un raro altare bifacciale a tre vani, è un centro che promuove mostre, attività, ricerche e programmi intorno a tematiche oceaniche. È in corso Re-Stor(y)ing Oceania, con due commissioni site-specific di artiste indigene del Pacifico (ocean-space.org).

A Dorsoduro: musei speciali

Da dieci anni Galleria di Palazzo Cini, Collezione Peggy Guggenheim, Palazzo Grassi e Punta della Dogana collaborano per favorire la reciproca promozione nell’area compresa tra il Ponte dell’Accademia e Punta della Dogana, una delle più magiche della città.

Nella sede di Punta della Dogana di Palazzo Grassi è stata da poco inaugurata la grande mostra inedita Liminal di Pierre Huyghe (pinaultcollection.com).

Peggy Guggenheim Collection, dimora di una delle più importanti collezioniste d’arte da sempre, è il museo italiano di riferimento per l’arte europea e americana del XX secolo. Da non perdere la mostra in corso dedicata a Jean Cocteau (guggenheim-venice.it).

Un giro in laguna

Per scoprire dove è nata Venezia, bisogna andare nella parte nord della Laguna sulle isole di Mazzorbo, Burano e Torcello. Per raggiungerle si prende la linea 12 del vaporetto dalla fermata Fondamente Nove. Il consiglio è scendere a Mazzorbo (fermata unica) e incamminarsi lungo la fondamenta per entrare nel giardino del wine resort Venissa.

Venissa in qualsiasi stagione è un posto bellissimo, con filari di vite da cui si ottiene l’omonimo vino e altre coltivazioni tra cui quella del carciofo, il re della laguna. Qui Matteo Bisol (figlio d’arte nella viticoltura punta sul turismo lento, non invasivo e per pochi con un piccolo hotel di sei camere, un bistrot e il ristorante (con stella Michelin e stella verde) di Chiara Pavan e Francesco Brutto (venissa.it).

Il granchio blu proposto dalla chef Chiara Pavan. Foto di Valeria Necchio

A Torcello c’è solo una fondamenta che costeggia il canale da percorrere una volta scesi dal vaporetto. Qui si trova uno dei 3 ponti di Venezia senza parapetto, si chiama il Ponte del Diavolo. Accanto la taverna omonima e più avanti una sorta di biergarten, alla veneziana, che serve ombre di vino e sarde in saor. Continuando sulla fondamenta si arriva alla “piazza” di Torcello dove ci sono il trono di Attila in marmo e il museo. Due le chiese, a destra Santa Foca, a sinistra la Basilica di Santa Maria Assunta, la più antica di tutta Venezia. Dal campanile si ammira il sistema di barene, le isole basse e piatte tipiche della laguna.