Keep it Surreal!, si legge a caratteri cubitali nelle sale dell’aeroporto di Bruxelles. Siamo nell’anno delle commemorazioni per l’Art Nouveau, il movimento artistico a più alto tasso decorativo della storia – nato qui 130 anni fa con l’inaugurazione dell’Hôtel Tassel – eppure ad accoglierti è questo messaggio denso di humour squisitamente belga, che mette in dubbio perfino la certezza del luogo in cui ti trovi (infatti la scritta continua così, metà in francese e metà in inglese: «Ceci n’est pas un aéroport. Don’t worry, it is!»). Benvenuto nella vera capitale d’Europa: una città di 1,2 milioni di abitanti dove l’umorismo si mescola con le lingue e le culture delle 183 diverse nazionalità che la popolano.
Il tour fra le maison di Bruxelles
Bruxelles va scoperta così: senza schemi culturali predefiniti, passando con disinvoltura dalla monumentale Grand Place, la piazza più bella del mondo, dichiarata patrimonio Unesco, alle atmosfere afro del distretto di Matongé fino alla bellezza classica del Sablon, il quartiere degli antiquari e dei negozi di fumetti che qui vantano autori di comics leggendarie, da Lucky Luke a Tintin. Per i 130 anni dell’Art Nouveau, che alla fine dell’Ottocento aveva ribaltato tutti i codici estetici portando dentro le case il tripudio decorativo della natura, la municipalità ha messo a punto decine di tour a piedi e in bicicletta, fra grandi classici e aperture straordinarie di luoghi normalmente inaccessibili o freschi di restauro come la Maison Hannon.
La mappa dell’arte di Bruxelles
La mappa completa è in un opuscolo in vendita all’ufficio turistico sulla Grand Place, ma si può consultare anche online nel sito di Visit.Brussels (www.visit.brussels/it/visitatori/agenda/art-nouveau-brussels-2023), dove la storia dei quasi 1.000 edifici Art Nouveau è affiancata da un calendario di mostre in programma fino alla fine dell’anno. Si va dalle storiche architetture di Victor Horta, padre fondatore del movimento, come la sua casa-museo in Rue Américaine e lo strepitoso Hôtel Solvay, a inediti come l’Hôtel van Eetvelde realizzato alla fine del XIX per l’allora amministratore generale del Congo. Oppure i Magasins Waucquez, ex negozio di tessuti oggi sede del Museo del Fumetto, e le sale in stile belle époque del ristorante-brasserie Ultieme Hallucinatie, con le pareti fitte di decorazioni e le panchine progettate da Henri Van de Velde per le ferrovie belghe, dove puoi pranzare come nella carrozza-ristorante di un elegante treno d’antan.
Le mostre nell’ex centrale elettrica
Ultieme Hallucinatie non è un caso isolato. Nel Bozar-Palazzo delle Belle Arti, realizzato da Victor Horta negli anni Venti, si assiste a mostre, concerti, poi si cena nelle eleganti sale del ristorante bistellato dove lo chef Karen Torosyan propone, fra gli altri, un menu degustazione di 7 portate ispirato proprio al padre dell’Art Nouveau. La metropoli però ha mille altri volti, mescola location inaspettate come le vie piene di caffè alla moda a un passo dall’Europarlamento, e le vecchie fabbriche dismesse trasformate in catalizzatori di arte e cultura. «Bruxelles è versatile e cosmopolita, con una creatività a tutto tondo» spiega Marjorie Vandriessche, 36 anni, curatrice delle sezioni di arte e design presso l’ufficio turistico cittadino. Così accanto alla mappa dell’Art Nouveau ne puoi sfogliare un’altra dedicata all’arte contemporanea: si va dalla centenaria centrale elettrica di piazza Sainte-Catherine ribattezzata La Centrale, con diversi spazi tutti dedicati alle mostre, al Wiels, «un ex-birrificio del 1931 nel quartiere di Forest che oggi ospita un caffè e una libreria fra le cisterne della birra, residenze d’artista e un calendario di mostre d’arte visiva» continua Marjorie. Un altro birrificio nell’area di Molenbeek-Saint-Jean è diventato il MIMA, Millennium Iconoclast Museum of Art. Mentre in centro città la Loge è un luogo intimo, una galleria d’arte sui generis, totalmente gratuita, «dove la maggior parte degli artisti crea qualcosa di connesso con le nostre sale» racconta il direttore Wim Waelput. E dal 6 ottobre al 3 dicembre, nella sede temporanea K1, in Avenue du Port, ci sarà la preview del Kanal-Centre Pompidou, l’atteso museo di arte moderna e contemporanea negli edifici di un ex garage Citroën: aprirà nel 2025.
Carnet
Dove dormire
The Hotel Un grattacielo nella via della moda (Boulevard de Waterloo). Le camere sono moderne e dai piani più alti la vista sulla città è strepitosa (da 187 euro la doppia, thehotel-brussels.be). Yooma Hotel Lodge A 15 minuti a piedi dalla Grand Place, questo hotel ha come fil rouge i fumetti (da 108 euro, https://yooma-brussels.com).
Dove mangiare
Tero Restaurant Cucina healthy e raffinata, la carne arriva dalla loro fattoria in campagna, o da piccoli produttori locali (https://tero.be/fr/restaurants/tero-restaurant-bruxelles). Bozar restaurant Il ristorante più famoso di Bruxelles: due stelle Michelin appena conquistate dallo chef-manager Karen Torosyan (bozar.be/fr/bozar-restaurant).
Appuntamenti
Dal 7 al 15 ottobre, Artonov Festival: un festival dedicato all’Art Nouveau. Dal 18 ottobre al 14 gennaio 2024, la mostra Victor Horta and the Grammar of Art Nouveau con artisti e performer contemporanei.
A novembre, alla Centrale for Contemporary Art, due mostre: Antoine Waterkeyn (fino al 5) e L’art de rien (dal 23/11-17/3/2024).
Fino al 7 gennaio 2024: da Wiels, mostra dell’artista belga-messicano Francis Alÿs: The Nature of the Game; al Bozar Palais des Beaux Arts un’esposizione dell’artista spagnolo Antoni Tàpies, di cui ricorre anche il centenario dalla nascita.
Fino all’8 gennaio 2024, all’Horta Museum, la Victor Horta versus Art Nouveau mette sotto una nuova luce il lavoro del padre dell’Art Nouveau.
Il sito da consultare
www.visit.brussels/it