Il riscaldamento globale sta avendo un impatto notevole sulle località sciistiche, che lottano per mantenere praticabili lo sci e gli altri sport invernali. Gli inverni più caldi e le nevicate irregolari stanno riducendo la durata della stagione, con la maggior parte delle località costrette a ricorrere alla neve artificiale e, comunque, a diversificare le attività per mantenersi attrattive a livello turistico. La storica rivista di viaggi britannica «TimeOut» ha chiesto ad alcuni esperti un parere sui rischi futuri per la sostenibilità del comparto sciistico.
Poca neve, comprensori a rischio chiusura
Negli ultimi anni le località sciistiche hanno riscontrato una drastica diminuzione delle nevicate e un aumento della pioggia nei mesi invernali. «Coloro che hanno costruito la propria economia sugli sport invernali come lo sci [e lo snowboard], e non hanno più nevicate affidabili, sono in difficoltà», afferma Susanne Etti, esperta ambientale presso Intrepid Travel citata da «TimeOut». Alcuni resort, come l’Alpe du Grande Serre nella regione francese dell’Alvernia-Rodano-Alpi, e la stazione sciistica di La Sambuy in Francia, hanno chiuso a causa della mancanza di neve.
La necessità della neve artificiale
Le località sciistiche stanno cercando di far fronte al cambiamento climatico utilizzando neve artificiale. Gli esperti avvertono che la domanda di neve artificiale potrebbe aumentare tra il 55 e il 97% entro il 2050. «Ci siamo adattati utilizzando cannoni da neve alimentati interamente da energia rinnovabile per mantenere una buona varietà di piste», spiega su «TimeOut» Reto Fry, responsabile del progetto Greenstyle Sustainability presso la stazione sciistica LAAX nel Canton Grigioni in Svizzera. Ma si tratta, ha sottolineato l’esperto, di «un cerotto su un problema molto più grande».
Oltre lo sci, nuove strategie per attrarre i turisti
Molte località stanno diversificando l’offerta turistica per ridurre la dipendenza dallo sci, promuovendo attività come escursionismo, mountain bike, zip-line e parapendio. Alcuni esempi rendono l’idea. A LAAX – sottolinea «TimeOut» – «i visitatori possono godere di viste panoramiche tutto l’anno mentre camminano nella gola del Reno o percorrono una passerella di legno lunga 1,5 km adatta alle famiglie sopra i pini», mentre Intrepid Travel segnala una crescita dei turisti interessati all’escursionismo sulle Dolomiti e sul Monte Bianco durante i mesi intermedi.
Sci, verso un futuro sostenibile?
Alcuni resort stanno investendo in strategie ecologiche per ridurre il proprio impatto ambientale. LAAX punta a eliminare l’uso di combustibili fossili entro il 2030, mentre Morzine sta sperimentando soluzioni come la produzione di biogas dai rifiuti alimentari e incentivi per i turisti che scelgono il treno invece dell’aereo. «Se non ci impegniamo tutti seriamente a ridurre le nostre emissioni di carbonio, è improbabile che lo sci sulle Alpi possa continuare per molte generazioni a venire», conclude Fry.