Una geografia che emoziona a ogni giro di curva: cime imponenti, fitti boschi di castagni e lecci, canyon e immense cavità carsiche, distese verdi di ulivi che arrivano sino al mare e insenature da incanto. Il Cilento è una regione nella regione, un territorio vasto e incontaminato, Parco nazionale dal 1998 e riserva naturale. Questo scrigno di biodiversità conserva circa 1.800 specie di piante autoctone spontanee tra cui autentiche rarità come la primula di Palinuro che è diventata il simbolo del parco.
È un viaggio da intraprendere in auto (in bicicletta pedalando lungo la Via Silente) questo percorso ad anello che, in circa 600 km e 15 tappe, attraversa l’intero territorio del Parco nazionale (https://www.laviasilente.it). Ma anche a piedi, riscoprendo antichi cammini di monaci e pellegrini che toccano minuscoli borghi medievali, eremi e meraviglie naturali (www.camminibizantini.com). Qualunque sia il mezzo che scegli, l’importante è mantenere un andamento lento per godersi il paesaggio.
La costa del Cilento e le sue 13 bandiere blu
Compresa tra il golfo di Salerno e quello di Policastro, la costa del Cilento è uno dei tratti più belli del Sud: 100 chilometri di insenature, riserve marine, piccole cale rocciose accessibili solo dal mare. La Foundation for environmental education quest’anno ha assegnato ben 13 bandiere blu alle spiagge cilentane.Da vedere, la piccola cala Bianca, nel comune di Camerota, raggiungibile via mare o percorrendo a piedi il sentiero degli Infreschi che parte dalla spiaggia di Lentiscelle. Il percorso si inoltra nella macchia e tocca prima la baia di Pozzallo, poi cala Bianca e infine baia degli Infreschi. Quest’ultima è un porto naturale di rara bellezza per i colori del mare e la rigogliosa vegetazione.
Sulla costa a nord, tra Punta Licosa e il promontorio del Tresino, si estende invece l’area marina di Castellabate, un paradiso per i subacquei: spugne, madrepore, gorgonie, aragoste e cernie brune abitano i fondali. Punta Licosa, con la sua pineta di pini di Aleppo, è da non perdere: qui trovò la morte Leucosia, la sirena che prese le sembianze di scoglio dopo essersi gettata dalla rupe per un amore non corrisposto. Oggi la punta, con l’isolotto e il faro, si raggiunge solo a piedi grazie al sentiero che parte dal porticciolo di San Marco di Castellabate.
I borghi gioiello tra le gole
Il Cilento interno è intatto e selvaggio, preservato da un isolamento geografico. Un tempo terra di briganti con i suoi boschi impenetrabili, oggi è meta preferita dagli escursionisti e dai cultori dell’undertourism che apprezzano i paesini arroccati, l’ospitalità semplice e vera e la buona cucina rurale. Sono tanti i borghi gioiello da segnare nel carnet di viaggio. A Morigerati gli abitanti, circa 700, aprono le case ai visitatori orgogliosi del proprio “paese albergo” che è un incanto di portali, vicoli e cortili (morigeratipaeseambiente.it). Il tutto a pochi passi dalla straordinaria risorgenza del fiume Bussento, tra canyon profondi, grotte e cascate, oggi oasi protetta dal Wwf. Le donne del paese di Felitto, invece, si tramandano di madre in figlia la lavorazione del fusillo fresco, fatto ancora a mano con l’ausilio del ferretto: piatto tipico e identità locale. Il paesino medievale, con mura e torri di guardia, si staglia su una rupe che domina il fiume Calore che, poco più a valle, scava gole profonde e un paesaggio incredibile da attraversare a bordo di un kayak o con una semplice passeggiata (goledelcalore.it).
Poco distante Roscigno Vecchia è un paese fantasma abbandonato nei primi del Nocevento. Ha un solo abitante, Giuseppe Spagnuolo, che è diventato simbolo e custode del luogo, personaggio eccentrico e carismatico con la sua barba folta e gli abiti del secolo scorso. L’antico Cilento rurale respira ancora tra queste case in pietra legata con calce e sabbia. In piazza un platano secolare, un pozzo e la grande fontana lavatoio. Tutt’intorno solo silenzio. Infine, ai piedi dei Monti Alburni, Castelcivita appare aggrappato al fianco della montagna: l’abitato è un saliscendi di stradine e rampe di scale costruite con la pietra bianca locale. Lo chiamano il paese delle Grotte, tra le più spettacolari del Sud Italia per le imponenti stalattiti e stalagmiti (grottedicastelcivita.com).
Ultima tappa a Paestum
Non si può lasciare questa terra senza passare per la piana di Paestum e perdersi tra le maestose rovine del parco archeologico, visitare il Museo con la celebre Tomba del tuffatore e il grande Cavallo in sabbia realizzato dall’artista Mimmo Palladino (museopaestum.beniculturali.it). Lo stupore è lo stesso di quello che provarono i viaggiatori del Grand tour: i tre templi dell’antica Grecia svettano maestosi sulla piana, pressoché intatti nella loro bellezza, con le robuste colonne doriche, i fregi e i frontoni. L’ora del tramonto regala attimi di pura magia, i templi si tingono di oro, poi di rosa e via via si perdono nel crepuscolo. Una cartolina senza tempo.
Come arrivare in Cilento
Dove mangiare
Il Cilento è la culla della dieta mediterranea teorizzata da Ancel Keys durante un lungo soggiorno a Pioppi (si visita qui il Museo della Dieta Mediterranea). A base di cereali, pasta fatta in casa, legumi, ortaggi e olio, la cucina cilentana è una bontà. Ecco dove la gusti:
→ L’Occhiano a Felitto serve i fusilli fatti a mano e cotti nel tegamino (locchiano.it).
→ A Morigerati all’Ustaria Rosella assaggi i piatti tipici (ustariarosella.it).
→ A Caselle in Pittari con la Cooperativa Terra di
resilienza i giovani cilentani si impegnano nell’agricoltura sociale e nell’ecoturismo. La bottega ha prodotti local e offre esperienze di eco-turismo (terradiresilienza.it).
Dove dormire
→ Marulivo Hotel, a Pisciotta, ricavato da un antico convento (marulivohotel.it, da 90 a 120 euro la doppia).
→ Il Cannito è una dimora di charme sulle colline di Capaccio, vicino a Paestum: tre stanze in un casale nel verde (da 300 euro la doppia inclusi lettino e ombrellone, ilcannito.com).