C’è chi, durante la pandemia, è stato costretto a rimandare le nozze e adesso che si può, vuole organizzarle ancora più in grande. Ma ci sono anche coppie che, a furia di disdire e riprogrammare il giorno del sì, hanno deciso di invertire la rotta, in modo drastico. O, meglio, hanno proprio deciso di scappare senza voltarsi indietro, di organizzare un matrimonio da soli o con 10 invitati al massimo, in una destinazione da sogno. Lo hanno battezzato elopement wedding (in inglese il verbo to elope vuol dire proprio questo, scappare con la persona amata) e attrae sempre più coppie, vip compresi.
Le location più inconsuete per i matrimoni
Ma non pensare a una celebrazione del rito sulla classica spiaggia alle Seychelles, di cui sicuro avrai sentito parlare anche pre-Covid. Oggi le coppie osano molto di più, e scelgono mete che fuoriescono dai soliti itinerari. «Quello che conta è lo scenario, che deve essere di forte impatto visivo. Come un ghiacciaio in Alaska, un parco naturale nello Utah o i geyser in Islanda. Un panorama indimenticabile, che sarà immortalato in un servizio fotografico altrettanto indimenticabile. Ma, sia chiaro, non è obbligatorio che sia all’estero. Un bosco innevato sulle Dolomiti è un set da elopement wedding di tutto rispetto, per esempio» racconta Roberta Patanè, wedding planner certificata (robertapatane.it).
È una scelta che stava già prendendo piede prima del Covid, tra le coppie meno tradizionaliste, quelle che non digeriscono le convenzioni e si stufano solo al pensiero di dover fare la lista dei tavoli del ricevimento. Ma la pandemia ne ha convinte altre ancora, spingendo sul fronte del numero super ridotto o inesistente degli invitati (solo famigliari o amici stretti).
I vantaggi dell’elopement wedding
L’elopement wedding, però, ha anche altri vantaggi. «Innanzitutto, costa meno e comprende la luna di miele, di solito in una destinazione da sogno, che magari non potrai più permetterti. Le prime voci di spesa del budget, infatti, sono il viaggio e il fotografo, che va valutato con attenzione e deve essere all’altezza dello scenario. Il resto sono dettagli: nessuna spesa per il ristorante, il minimo indispensabile per gli allestimenti, come i fiori. E anche negli abiti in genere si investe molto meno» continua Patanè. «Per non parlare del livello emotivo: quanti pensieri in meno ci sono! L’organizzazione è vissuta in modo più rilassato, senza stress, e si respira un rigenerante senso di libertà».
C’è chi si affida a un destination wedding planner, specializzato proprio in matrimoni all’estero o location particolari, oppure ad agenzie di viaggi che si occupano di pianificare anche tutti gli aspetti burocratici necessari per le nozze. Come Mi sposo al polo (misposo alpolo.it), che organizza il sì di italiani in Islanda, la terra del ghiaccio e del fuoco, dove la natura domina incontrastata. Insomma, uno scenario perfetto per un elopement wedding. In Islanda si organizzano anche matrimoni civili per coppie etero o dello stesso sesso, che poi vengono trascritti in Italia, e hanno piena validità. Il prezzo forfettario per un matrimonio in Comune a Reykjavik si aggira intorno ai 1.500 euro, ma si può anche organizzare la cerimonia in una location all’aperto.
L’elopement wedding conquista i giovanissimi
Tra i clienti, c’è una prevalenza di giovanissimi, allergici al festone con i familiari. «Oppure coppie over 50, che optano per questa destinazione come set per sposarsi dopo anni di convivenza o altri matrimoni finiti» rivela Edoardo Cicchinelli che (ovviamente) ha detto sì proprio tra i paesaggi naturalistici da sogno d’Islanda e che, insieme a Serena Valentini, ha fondato Mi sposo al polo. «Anche se sembra strano, io consiglio l’inverno come stagione per sposarsi: l’atmosfera è unica e fare il bagno in una sorgente d’acqua calda è un’esperienza memorabile, magari durante una tempesta di neve. Io lo dico sempre di portarsi il costume!».
Un matrimonio che non è per tutti, questo è certo, ma che regala grandi emozioni. Avere un’indole da viaggiatore non guasta perché gli imprevisti possono essere dietro l’angolo. «Come quando una coppia ha perso i bagagli con i vestiti da cerimonia durante il volo» racconta Cicchinelli. «Li abbiamo accompagnati subito in giro per la città per lo shopping dell’ultimo minuto ma sapete cosa è successo? Anziché spendere soldi per un abito sono entrati in un piccolo negozio che supporta la Croce Rossa locale e hanno comprato un lopapeysa, il tipico maglione locale superpesante con cui hanno iniziato la loro vita da marito e moglie».