È un dato di fatto che la pandemia di COVID-19 abbia accelerato la transizione verso l’impiego da remoto, offrendo ai lavoratori la libertà di scegliere dove vivere, indipendentemente dalla posizione del loro ufficio. Una libertà che ha sta portando molti giovani professionisti a valutare l’importanza del clima e dell’ambiente sul loro benessere psicologico assecondando la nuova e crescente tendenza del Glowbirding.
Salute mentale e fisica le priorità
Studi recenti indicano che la Gen Z (i nati tra il 1996 e il 2010), che rappresenterà il 27% della forza lavoro nei paesi dell’OCSE entro il 2025, sperimenta livelli di stress e ansia superiori rispetto ad altre fasce generazionali, con una minore soddisfazione percepita della propria situazione lavorativa. In tutta risposta, molti stanno cercando ambienti che favoriscano uno stile di vita più equilibrato e salutare. In questo senso il Glowbirding apre loro nuove possibilità di sfuggire all’inverno, dare priorità alla salute fisica e mentale e mantenere uno stile di vita attivo e all’aria aperta.
«La mia generazione apprezza le esperienze e siamo tutti concentrati sul benessere mentale. Sfuggire al freddo non significa solo trovare un clima più caldo: è stato fondamentale per gestire la mia depressione stagionale», afferma al New York Post Gabby Beckford, creatrice di contenuti Gen Z per @PacksLight e autodefinitasi “Glowbirder”. «Inoltre – continua – trovarmi in posti dove posso rimanere attiva all’aperto tutto l’anno mi mantiene in forma fisica e mentalmente acuta. Per me non si tratta solo una strategia di viaggio; è un approccio completo a uno stile di vita più sano e felice».
La stagione del Glowbirding
Secondo una ricerca Vrbo, condotta su professionisti americani, la cosiddetta stagione del Glowbirding parte a gennaio, subito dopo la corsa alle vacanze, e dura per gran parte di marzo. È in questo periodo che viene registrata la maggiore richiesta di soggiorni di almeno un mese verso mete calde, seguendo destinazioni famose per il clima soleggiato e attività all’aperto, come Phoenix, Tucson e Scottsdale in Arizona, Palm Springs in California, ma anche l’Algarve in Portogallo.
I “Glowbirder” amano viaggiare da soli (lo fa l’80% di loro): «Penso che viaggiare da sola mi consenta di entrare in contatto in modo più significativo con ogni destinazione perché sono incentivata a incontrare nuove persone lungo il cammino – racconta ancora Gabby -. Cerco posti accoglienti e sicuri, il che di solito significa una cultura invitante con molta diversità e altre persone della mia età».
Soggiorni glowbird, si risparmia
Beckford racconta anche di aver trovato benefici dal punto di vista economico prenotando sistemazioni fuori stagione: «Mi piace la normalità di cucinare per me stessa, avere un’area di lavoro, fare il bucato, ecc. – conclude Beckford -. Anche invitare nuovi amici per mangiare o per passare del tempo insieme e costruire una nuova comunità. E poi ho scoperto che è più conveniente, perché viaggiare fuori stagione significa che posso divertirmi in posti caldi che di solito sono troppo costosi durante il resto dell’anno».