La mobilità globale rappresenta un indicatore chiave delle opportunità offerte ai cittadini di ogni Nazione, ed è proprio in questo contesto che si colloca l’Henley Passport Index, l’indice che da vent’anni valuta il potere dei passaporti. Basandosi sui dati esclusivi della International Air Transport Association (IATA), la classifica misura la libertà di accesso ai Paesi di tutto il mondo senza visto, analizzando 227 destinazioni globali. I risultati più recenti confermano l’ascesa di Singapore al vertice e consolidano il ruolo di leader dei Paesi europei, tra cui l’Italia, che si posiziona terza a pari merito.

Singapore al vertice, Italia tra i migliori

Per il 2024, Singapore si aggiudica la prima posizione, offrendo ai propri cittadini l’accesso senza visto a 195 destinazioni su 227. Un risultato che consolida la piccola città-stato come leader nella mobilità internazionale, grazie a politiche diplomatiche fortemente orientate alla globalizzazione e al libero scambio. Segue il Giappone, che dopo aver riottenuto l’accesso senza restrizioni alla Cina post-pandemia, garantisce ai suoi cittadini la possibilità di viaggiare liberamente verso 193 destinazioni.

L’Italia è il terzo passaporto più potente

Ottimo piazzamento per il nostro Paese. L’Italia, in compagnia di Francia, Germania, Spagna, Finlandia e Corea del Sud, occupa infatti il terzo gradino del podio. Con un passaporto che permette di viaggiare senza visto verso 192 Stati, il nostro Paese si conferma tra i leader globali in termini di libertà di movimento.

La forza dei passaporti europei

La quarta posizione della classifica è dominata dai passaporti di sette Stati membri dell’Unione Europea: Austria, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia, che offrono ai propri cittadini l’accesso a 191 destinazioni. Questo risultato è fortemente legato al sistema Schengen, che garantisce ai cittadini europei una mobilità interna senza barriere.

Il resto della classifica

Il quinto posto è occupato dai passaporti di Belgio, Nuova Zelanda, Portogallo, Svizzera e Regno Unito, con 190 destinazioni. Seguono Grecia e Australia al sesto posto (189), e un gruppo di Paesi tra cui Canada, Polonia e Malta al settimo (188). Gli Stati Uniti, un tempo protagonisti incontrastati nella classifica, occupano oggi il nono posto (185), insieme all’Estonia. Questa posizione riflette l’evoluzione delle politiche migratorie globali e le complessità geopolitiche che influenzano la mobilità.

Il divario tra passaporti ricchi e poveri

All’opposto della classifica troviamo l’Afghanistan, i cui cittadini possono viaggiare senza visto solo verso 26 destinazioni. Seguono Siria e Iraq, rispettivamente con 27 e 31 destinazioni. Questa disparità riflette un profondo divario nelle libertà di movimento, spesso dettato da instabilità politica, conflitti e isolamento internazionale. Christian H. Kaelin, presidente di Henley & Partners, ha sottolineato l’importanza di un ripensamento globale del concetto di cittadinanza: «Il luogo di nascita e la nazionalità acquisita alla nascita non dovrebbero determinare il destino di una persona. Le sfide globali come i cambiamenti climatici e i conflitti richiedono soluzioni che superino le barriere nazionali».