Il Cairo non è stato amore a prima vista. Traumatico il primo impatto con il traffico e lo smog, poi però la città mi ha conquistata. Questa megalopoli da 22 milioni di abitanti è stata capace di ribaltare i cliché in cui credevo prima di partire in solitaria e giorno dopo giorno la grande umanità degli egiziani ha fatto svanire i miei timori. Oggi, alla mia quinta volta da sola nella capitale, posso dire che la preoccupazione maggiore è attraversare la strada rimanendo incolume. Ma qui c’è sempre qualcuno pronto a fermare il traffico con una mano, rendendo possibile l’impossibile. È questa la magia del Cairo: sorprenderti con il suo calore, che ti avvolge e ti spinge a guardare oltre le apparenze. Una sensazione che ti segue sempre, sia durante una passeggiata a ritroso nella storia, tra antichi bazar e monumenti millenari, sia sulla modernissima linea verde della metro, affollata di universitarie in jeans e rossetto rosso che non vedono l’ora di sapere chi sei.
Il nuovo GEM: imperdibile la visita al Grande Museo Egizio
Prima tappa irrinunciabile, il GEM, a Giza. L’inaugurazione ufficiale del più grande museo del mondo dedicato alla civiltà egizia è prevista per il 3 luglio 2025, dopo più di 20 anni di lavori. Riunirà il preziosissimo tesoro di Tutankhamon composto da oltre 3000 manufatti. Ma ci sono già 12 sale visitabili con centinaia di reperti, dalla Preistoria all’età romana.

All’entrata mi accoglie la statua di Ramses II: è un gigante da 83 tonnellate in pietra, testimonial perfetto del peso storico di questa civiltà. Da lì, una grande scalinata porta fino alla vista più bella del mondo: l’enorme vetrata che si affaccia sulle piramidi. È come una porta che conduce su un altro pianeta, dove incontrerò statue di faraoni, divinità dalla testa di leone e uccelli mitologici. Aya, neo-guida che si offre come mio Cicerone per fare pratica, mi racconta che la sovrana più amata non era Cleopatra, ma Hatshepsut: è la regina-faraone non violenta, famosa per i suoi outfit maschili e una barba posticcia.
Finiamo insieme la giornata sulla terrazza del ristorante Rooftop 7000. I tavoli si trovano a poche decine di metri dalle piramidi di Cheope e dalla Sfinge. Il celebre spettacolo notturno di luci sulla necropoli, che richiama turisti da tutto il mondo, da qui è gratuito. È un po’ kitsch, lo ammetto, ma va visto una volta nella vita.
Cosa vedere a Il Cairo: il quartiere Zamalek e il Nilometro
Il quartiere di Zamalek si trova sull’isola di Gezira, anticamente ricoperta da campi coltivati, oggi sede di ambasciate e di palazzi decadenti invasi dalla vegetazione tropicale. È un posto gradevole da attraversare a piedi, tra caffè e ristoranti in stile europeo, pieni di expat. Girovagando, mi fermo davanti a un palazzo da cui entrano ed escono studenti. È la Greater Cairo Library, tra le cui sale mi guida un signore gentilissimo, spiegandomi che quella è stata la residenza della principessa-artista Samiha Kamel fino agli anni Ottanta. Oggi, invece, il palazzo è sede della più grande biblioteca della città: si affaccia sul Nilo e l’atmosfera è da mille e una notte.
Uno spuntino da Granita, una vera oasi di pace per ricaricarsi, prima di visitare il Nilometro, uno dei primi monumenti islamici dell’Egitto. Misurava l’altezza delle piene del fiume e così prevedeva l’entità della produzione agricola annuale, annunciando carestie oppure buoni raccolti. Unica turista, scendo con il custode fino al fondo, sotto il livello del fiume, per vedere la colonna delle misurazioni (in avambracci!), a cui un tempo accedevano solo i sacerdoti.
Di ritorno a Zamalek, mi godo un tramonto sulla città dalla Cairo Tower. È alta 187 metri e termina in un fiore di loto come negli antichi templi. Eccoli, davanti ai miei occhi, tutti i mondi del Cairo: dalla Cittadella di Saladino al campus dell’Università Americana, dalla Moschea di Al Azhar al Four Seasons Hotel. In lontananza, sempre loro, le grandi piramidi. E oltre, il deserto. Una dritta? A quest’ora la coda per salire sulla torre è piuttosto lunga, meglio optare per una visita intorno a mezzogiorno, quando il sole scioglie la foschia.
Gli atelier delle artiste dove fare shopping a Il Cairo
Stando ai consigli della guida, dovrei andare al suq di Khan El Khalili, per ammirare paralumi e cornici intarsiate e perdermi tra le botteghe di essenze profumate. Ma per fare shopping decido di affidarmi al Gamaleya Boutique Hotel. Nell’atrio, infatti, ospita atelier di maestri del metallo e del legno che formano nuove leve, soprattutto ragazze. Il proprietario – mi spiega Mayada, la manager – ha deciso di scommettere sull’imprenditoria femminile. E su questo vecchio edificio trasformato oggi in un albergo delizioso.

La curiosità mi porta poi verso la Bab Zuweila, la porta di accesso al quartiere medioevale di Al Qahira. Proseguo lungo una strada stretta, fiancheggiata da botteghe che vendono i famosi patchwork egiziani, piccoli capolavori cuciti a mano che richiedono mesi di lavoro. Intorno, il tipico caos cairota. Tra garzoni in bicicletta che trasportano sulla testa assi di legno stracolme di aish baladi, il pane arabo, e risciò strombazzanti. Sono nella strada dei “fabbricanti di tende”. E più che mai, sento di nuovo quella sensazione nota: è quasi come se le persone mi aspettassero per guidarmi a desti nazione o per raccontarsi davanti a un tè di ibisco.

Il Cairo, anche soprannominata la “grande madre”
L’ultimo giorno scelgo il cuore della capitale: la piazza Tahrir, epicentro della primavera araba egiziana del 2011. Nelle strade circostanti, gli edifici in stile Belle Epoque creano l’effetto di una piccola Parigi. A un certo punto, mi ritrovo in una viuzza silenziosa e ombreggiata, Nabarawi Street, che diventerà il mio angolo preferito. È la strada dei fashion designer più interessanti (da non perdere Bulga, un brand tutto al femminile di babbucce sostenibili). Inutile dire che mi ritroverò con un patrimonio di storie e nuovi numeri di telefono. Sotto la scorza frenetica ed estenuante, Il Cairo mi ha sempre svelato la sua anima più dolce. Non è un caso se i suoi abitanti lo chiamano la “grande madre”.
Al Cairo da sola: alcuni consigli pratici
COME ARRIVARE Egypt Air (egyptair.com) offre voli giornalieri da Milano e Roma, a partire da 300 euro.
COME SPOSTARSI In città puoi usare la rete della metropolitana o il servizio Uber, che è efficientissimo e sicuro. Evita i taxi perché gonfiano le tariffe.
DOVE DORMIRE Marriott Hotel (marriott.com) si trova a Zamalek, uno dei quartieri più trendy della città. Se preferisci stare nel Cairo storico, al Gamaleya Boutique Hotel (gamaleya.com) ti sentirai come a casa.
DOVE MANGIARE Il Seagull (106, Nile St., Dokki) è frequentato solo dai locals: pesce freschissimo su un barcone. Per una cena romantica e raffinata, su una terrazza vista Nilo c’è il Crimson Bar & Grill (16 Kamal Al Tawil St., Zamalek). Zooba (26th of July St., Zamalek) per assaggiare lo street food contemporaneo. Infine Granita (5 Miche Lutfallah St.) è la versione moderna degli storici caffè.
DOVE FARE SHOPPING Markaz (24 Talaat Harb St.), artigianato tradizionale da tutto l’Egitto; Cairopolitan (8 Dar El Shefa St.), il meglio degli artisti locali emergenti; Bulga (4 Nabarawi St), babbucce hand-made prodotti dalle donne del Mar Rosso.