Terra di lupi (hirpus nell’antica lingua osca è il lupo) e di pastori, terra di mezzo e di transumanze, di paesini arroccati e abbazie millenarie. L’Irpinia è parte di quella Italia minore a lungo dimenticata che ora invece torna a far parlare di sé, complice una nuova cultura del viaggiare che predilige posti fuori catalogo, ritmi più lenti, destinazioni vicine. «Un luogo antico che è pieno di futuro» l’ha definita Franco Arminio, scrittore e poeta di Bisaccia che da anni racconta e canta l’Irpinia, i piccoli paesi in via di spopolamento, il bar della piazza, il silenzio, la solitudine felice (tra i suoi scritti Vento forte tra Lacedonia e Candela, Laterza, tra le poesie “Cedi la strada agli alberi”, Tea edizioni).

Quarant’anni dopo il disastroso terremoto del 1980, questo territorio, che ricade nella provincia di Avellino, è un viaggio da percorrere on the road per riempire gli occhi di paesaggi sconfinati e il bagagliaio di vini e tartufi. Il giro che ti proponiamo tocca borghi circondati da vigneti dove visitare cantine e fare degustazioni. Perché l’autunno in Irpinia è la stagione più ghiotta.

Vini bianchi e rossi ricchi di storia

Nei boschi del Partenio e dei monti Picentini si va a caccia del Tartufo nero di Bagnoli Irpino (tartufaipicentini.it) e si raccolgono le castagne, una varietà quella di Montella che è considerata tra le più pregiate d’Italia. Nei vigneti che disegnano i pendii e le valli, fino ai primi di novembre matura l’Aglianico, l’uva rossa che portarono i Greci e da cui nasce il possente Taurasi Docg, il vino icona di questa terra aspra e tenace che vanta anche bianchi importanti: il Greco di Tufo e il Fiano di Avellino, altre due Docg.

Vigneto Aglianico Avellino
Vigneto in Irpinia

Le cantine del territorio di per sé valgono il viaggio e ciascuna ha la sua storia da raccontare, come quella della famiglia Mastroberardino, viticoltori da dieci generazioni, oltre due secoli di storia che oggi rivivono nel Museo d’impresa dei Mastroberardino da poco inaugurato ad Atripalda (mastroberardino.com). A Salza Irpina merita una visita l’azienda dei fratelli Di Meo nata intorno al palazzo di famiglia: un Casino di caccia del Settecento che conserva intatti gli spazi aristocratici di un tempo, parte degli arredi e la piccola cappella. La bottaia custodisce, oltre alle riserve di vino, la collezione d’arte contemporanea dei Di Meo, con foto d’autore e bottiglie d’artista (www.dimeo.it).

A Sorbo Serpico, tra un saliscendi di filari a perdita d’occhio, spicca la cantina Feudi di San Gregorio, una sorta di astronave tra i vigneti: un capolavoro di architettura contemporanea progettata dal giapponese Hikaru Mori, con ristorante, teatro del vino, collezioni d’arte, giardini pensili e un progetto nuovo di accoglienza nato dal restauro dei casali contadini sparsi nella tenuta.

In visita all’abbazia-gioiello

La chiamano la “piccola Assisi d’Irpinia” e si trova a Sant’Angelo dei Lombardi. È l’Abbazia del Goleto, luogo dal fascino raro, un intrico di archi, volte, scale, piccoli chiostri e chiese. Fu fondata da San Guglielmo da Vercelli nel XII secolo come cittadella monastica per ospitare monache e monaci sotto la guida di una badessa. Dell’epoca conserva ancora affreschi, pietre scolpite, bassorilievi e la massiccia Torre Febronia.

Sant Angelo dei Lombardi Abbazia del Goleto Campania Irpinia
L’abbazia del Goleto
Si trova a Sant’Angelo dei Lombardi ed è un complesso in cui la Chiesa
grande, qui nella foto, è priva del tetto: colpa del sisma del 1980.

La cappella di San Luca, costruita nel 1250, è il cuore dell’abbazia, ma la Chiesa grande, edificata nei primi anni del Settecento, che si spalanca agli occhi dei visitatori, è la parte più suggestiva del complesso perché si presenta priva della copertura, crollata in seguito al sisma del 1980. Ad abitare oggi quest’oasi di silenzio e raccoglimento sono i Piccoli fratelli ispirati alla regola di Charles de Foucauld. L’abbazia del Goleto si può visitare liberamente tutti i giorni dalle 8 alle 20 (tel. 082724432, goleto.it).

La bellezza dei borghi dell’Irpinia

Accoccolato a più di 900 metri di altezza, il paese di Nusco è tra i borghi più belli d’Irpinia e d’Italia: un digradare di terrazze, di case in pietra, vicoli e scalinate su cui svetta l’alto campanile. Il centro storico è un gioiello: sul tracciato medievale si innestano i palazzi gentilizi del Sei e Settecento con grandi portali in pietra, stemmi nobiliari e loggiati. E nella Cattedrale si entra per vedere la cripta romanica. Nusco è il paese dei falò, una tradizione antichissima che si rinnova ogni anno il 17 gennaio per la festa di Sant’Antonio Abate quando grandi pire di legno vengono accese nelle piazze per celebrare il nuovo anno agricolo al ritmo di pizzica, taranta e tarantella.

Non lontano, i paesi di Rocca San Felice, Gesualdo, Zungoli chiamano e, come dice il poeta Arminio, c’è urgenza di “attraversarli e guardarli”, di “salvarli con gli occhi”.

Come organizzare un viaggio in Irpinia

Come arrivare

Il mezzo migliore è l’auto, in A1 fino a Caserta, poi A30 fino a Nola e da qui A16 direzione Avellino.

Dove dormire

● Radici resort, in mezzo a 60 ettari di vigneto, ha 12 camere, ristorante
e una piccola spa (localita Piano Pantano, Contrada Corpo Di CristoMirabella Eclano, da 180 la doppia con colazione, radiciresort.com).
● Il Relais Debeaumont è immerso tra i vigneti ai piedi del paese di Castelvetere (appartamenti da 150 euro a notte, www.debeaumont.it/relais/,).

Dove mangiare

● La Ripa Ristorante Museo, a Rocca San Felice, offre cucina tipica irpina (tel. 0827215023, ristorantemuseolaripa.it).
● Cantine Feudi di San Gregorio con foresteria e ristorante Marennà. Visite e degustazioni su prenotazione. Si trova a Sorbo Serpico
(tel. 0825986683, feudi.it).
● L’ Azienda agricola Carmasciando produce il Pecorino di Carmasciano e altri formaggi di alta qualità. Visite e degustazioni in azienda (Guardia Lombardi, tel. 08271810055, carmasciando.it).