Harlem è diventato uno dei quartieri più cool di New York, riscattando quello che nell’immaginario collettivo era percepito come un ghetto. Oggi si passeggia tra mercati vivacissimi, locali con musica dal vivo, musei e mostre dedicate alla cultura afroamericana e caraibica.
L’architettura di Harlem
Ci si arriva facilmente a piedi uscendo dal lato nord di Central Park e camminando lungo i Boulevard che portano il nome di attivisti come Frederick Douglass e Malcom X. E se nel lato più noto della Grande Mela lo sguardo si alza verso grattacieli e ponti spettacolari, nei luoghi dove Spike Lee negli anni ’90 ha girato Jungle Fever e Malcolm X è la comunità ad attirare l’attenzione. Questo è il fazzoletto di città compreso tra la 110ma strada a sud e la 155ma a nord, l’Hudson River a ovest e il fiume Harlem a est. L’architettura è più a misura d’uomo, la cosiddetta “gentrification” ha visto arrivare una nuova borghesia in cerca di prezzi accessibili, e c’è anche quella Columbia University il cui viavai di studenti ha recentemente lasciato il passo alle manifestazioni per la pace.
Harlem tempio della cultura black
Un dipinto della mostra The Harlem Renaissance
Tutto potrebbe iniziare però dal Metropolitan Museum sulla 5th Avenue dove è aperta fino al 28 luglio la mostra The Harlem Renaissance and Transatlantic Modernism: 160 pezzi fra dipinti, fotografie, sculture e video raccontano la rinascita artistico-culturale del quartiere, 100 anni fa. Qui si ripercorrono le radici di un’effervescenza che ha nutrito talenti di ogni arte, da James Baldwin, per fare un solo esempio legato alla letteratura, a quelli ancora più celebri della musica come Duke Ellington (metmuseum.org).
Harlem tempio del jazz
Inutile dire che il jazz è vivo ad Harlem, a partire dall’Apollo Theater, nato per il burlesque nel 1914 e diventato poi il cuore della Harlem Renaissance. È stato il trampolino di lancio di Ella Fitzgerald e Jimi Hendrix, The Jackson 5 e Aretha Franklin, fino a Lauryn Hill e ai musicisti di oggi (apollotheater.org). Anche The National Jazz Museum in Harlem (jmih.org) offre musica, eventi e workshop mentre lo Studio Museum si propone di valorizzare l’arte contemporanea afroamericana (studiomuseum.org) come il Museo del Barrio fa con la cultura caraibica e sudamericana (elmuseo.org). E ancora: nel Marcus Garvey Park ci sono concerti e spettacoli teatrali la sera organizzati dall’Harlem Theatre (cthnyc.org) mentre al General Grant National Memorial, più noto come Grant’s Tomb, ci sono ottimi concerti jazz gratuiti ogni mercoledì sera all’aperto (thecuriousuptowner.com).
Gospel tra sacro e profano
Le chiese sono un tradizionale punto d’incontro della comunità ma non molte, come ci si aspetterebbe, offrono i canti gospel la domenica, lontano dalle feste natalizie (tour su tripadvisor e getyourguide). Il Red Rooster, uno dei locali più celebri del quartiere, offre il Gospel Brunch mentre al Blue Note, nel Greenwich Village, si esibisce spesso il The World Famous Harlem Gospel Choir (bluenotejazz.com). Interessante da visitare, alle porte di Harlem, è comunque la Cattedrale di St. John the Divine, una delle più grandi al mondo, oppure la Riverside Church costruita da Rockefeller, che non offre funzioni ma è aperta ai visitatori, e molte persone della comunità la trovano ancora un luogo intimo di preghiera o meditazione.
In strada si fa festa
In estate trionfa la vita all’aperto a cominciare dai mercati, come il coloratissimo Malcolm Shabazz Harlem Market, tra la 52W e la 116ma strada, dove Malcom X parlava con la gente di diritti. O l’Uptown Night Market sotto gli archi della 12ma Avenue, vicino alla 133ma strada – biglietto di circa 10 dollari su Eventbride – considerato tra i più interessanti per la gastronomia e l’artigianato, ogni secondo giovedì del mese dalle 16 alle 22. È sempre una festa passeggiare lungo il Frederick Douglass Boulevard dove affacciano locali come il Row House Harlem (al civico 2128) davanti al quale la gente balla anche sul marciapiede nel weekend, o il Blvd Bistro dal decor interessante, che offre il soul food, cucina tipica fatta di cibi poveri e aromi forti, entrata dagli anni ’70 anche nei ricettari. A est, il Riverside Park è la finestra di Harlem sull’Hudson River e il punto di incontro per gli sportivi della zona settentrionale di Harlem, meno conosciuta. Vale una passeggiata scendere alla 135ma strada per vedere il quartiere storico ed elegante di Saint Nicholas, comunemente conosciuto come Strivers’ Row, mentre fra la 138ma e la 139ma gli edifici in mattoni rossi e grigi costruiti a fine ’800 sono bellissimi esempi di architettura newyorkese molto amati dai fotografi.
Le scale della metropolitana
Dove dormire
Harlem Grand B&B vicino al Morningside Park è in un edificio storico in brownstone arredato con gusto d’altri tempi (220 a notte, harlem-grand.new-york-city-hotel.net). In alternativa c’è il NYC Townhouse Apartment (195 a notte, www.hotels-new-york.org).
Dove mangiare
SOUL FOOD: lo storico Sylvia’s Restaurant – The Queen of Soul Food (328 Malcolm X Blvd, sylviasrestaurant.com) è stato anche location del film Jungle Fever di Spike Lee e offre accompagnamento musicale il mercoledì. Da provare anche il Melba’s (melbasrestaurant.com). COCKTAIL E MUSICA: il Red Rooster è un’istituzione non solo per le serate a base di drink e musica dal vivo ma anche per i gospel brunch. Importante prenotare anche sul sito (redroosterharlem.com). MELTING POT: tra i locali più celebri e chic, la stellata Vinaterìa offre cucina trasversale compresi piatti italiani e sudamericani, ed è nota per l’ottima lista di vini (vinaterianyc.com