Dici Liverpool e la prima cosa che pensi sono i Beatles. Così, anch’io mi abbandono alla malìa beatlesiana. Salgo sull’autobus giallo del Magical Mistery Tour che mi porta in giro per i sobborghi dove sono nati e hanno vissuto i Fab Four. Tra i miei compagni di viaggio, una coppia di ventenni dei quali divento fotografa ufficiale: li immortalo davanti all’insegna stradale di Penny Lane, al cancello rosso di Strawberry Fields, alla casa natale di George, e a quelle di John, Paul e Ringo. Il tour finisce in pieno centro al Cavern Club, locale dove oltre ai Beatles si sono esibiti anche i Rolling Stones, Elton John e i Queen. E dove, ancora oggi, si suona musica dal vivo tutti i giorni, dalle 12 a notte fonda. Si chiama “caverna” non per niente, visto che per raggiungerlo devo inabissarmi per varie rampe di scale (cavernclub.com). A pochi metri da qui trovo The Liverpool Beatles Museum, uno dei due musei cittadini dedicati alla band. Al suo interno, la più vasta collezione di memorabilia beatlesiani del Pianeta: vi spoilero solo che c’è pure il wc di Lennon (liverpoolbeatlesmuseum.com).
Liverpool: i musei sul Waterfront
L’altro museo devoto al quartetto è The Beatles Story, in un vecchio magazzino del Royal Albert Dock (beatlesstory.com). Siamo arrivati nella zona più scenografica della città: il Waterfront, che occupa gli spazi dello storico porto e si specchia nelle acque del fiume Mersey mixando architetture che vanno dall’Ottocento al XXI secolo. Passo accanto alla Tate Liverpool, annunciata dalla scultura in colori flou Liverpool Mountain dell’artista svizzero Ugo Rondinone. Mi viene la pelle d’oca nell’International Slavery Museum, museo sulla tratta degli schiavi: un milione e mezzo di africani sono stati deportati alle Americhe da qui. Passo sopra al ponticello che unisce il Royal Albert Dock a Pier Head e mi ritrovo davanti alla candida architettura ultramoderna del Museum of Liverpool, che nelle sue sale riassume la storia della città. Proseguo sul lungofiume e canto Yesterday insieme a una famiglia di turisti malesi: siamo raccolti attorno a un menestrello che si esibisce di fianco alla statua dei quattro Beatles, immortalati a grandezza più che naturale. Alle nostre spalle, lo skyline è impreziosito dalle Three Graces, maestosi palazzi testimoni dell’età dell’oro di Liverpool.
La musica a Liverpool
Oggi all’interno del Cunard Building c’è la British Music Experience, museo interattivo sulla storia del rock e pop britannico, con l’ologramma a grandezza naturale di Boy George che interpreta Karma Chameleon e le T-shirt in vendita dei Pink Floyd (britishmusicexperience.com). Nel Royal Liver Building seguo il tour che porta sulla cima della torre dell’orologio. Da quassù la vista spazia a 360 gradi e si vedono da vicino le statue dei mitici Liver bird, uccelli-simbolo della città, mezzi aquile e mezzi cormorani (rlb360.com). Per ammirare il Waterfront in tutto il suo splendore mi imbarco sul Dazzle Ferry, traghetto dipinto a colori vivaci da Peter Blake (quello che ha disegnato la cover dell’album Sgt Pepper dei Beatles) e mi concedo una crociera di un’ora (merseyferries.co.uk). I gabbiani accompagnano, planando nel vento.
In giro fra pub, locali dove si suona e mercatini vintage di Liverpool
Alle estremità di Hope Street, via principale dell’elegante Georgian Quarter, si fronteggiano due cattedrali. Da una parte, la colossale stazza cremisi dell’anglicana Liverpool Cathedral (è nella Top 10 delle chiese più grandi del mondo), dall’altra, la ciclopica torre conica della Metropolitan Cathedral, cattolica. Altro punto di riferimento di Hope St è The Philharmonic Dining Rooms, pub con 150 anni di storia, leggiadri mosaici che dai pavimenti invadono il bancone circolare in stile Art Nouveau e ricca selezione di cask ale, birre maturate in botte. L’ora è giusta, me ne prendo un bicchiere e mi siedo a un tavolino a guardare il via vai sentendomi più fortunata di John Lennon che, alla domanda: «C’è qualcosa che ti pesa dell’essere famoso?» rispose: «Non posso più bermi una pinta in tranquillità al The Phil» (nicholsonspubs.co.uk). Altro posto per fare people watching è il quartiere di Baltic Triangle. Un tempo area negletta, oggi cuore della movida soprattutto grazie al Cains Brewery Village che, attorno all’edificio vittoriano del birrificio Cains, raggruppa ristoranti, bar, spazi multifunzionali e il Red Brick Markets, mercato coperto con oltre 50 negozi indipendenti. Dagli abiti vintage ai vinili, non manca niente (redbrickmarkets.co.uk). Lungo la vicina Jamaica Street, mi faccio due foto. La prima, con il murale dello street artist Paul Curtis che riproduce in rosa le grandi ali del Liver bird. La seconda, con la statua di Bob Marley. Nella testa mi risuona una sua canzone: Is this love? Sì, credo d’essermi innamorata di Liverpool.
Informazioni pratiche
COME ARRIVARE
Voli diretti Ryanair (ryanair.com) da Roma Ciampino (venerdì e domenica) e da Bergamo Orio al Serio (mercoledì e sabato).
DOVE DORMIRE
Design contemporaneo in un palazzo d’epoca del Georgian Quarter per il boutique hotel Hope Street (doppie da 129 sterline, 150 euro circa). Al suo interno, la Spa e il ristorante The London Carriage Works, che propone cucina modern british (hopestreethotel.co.uk).
DOVE MANGIARE
Leaf serve dall’English breakfast alle torte fatte in case in un cinema degli anni ’20 ristrutturato. Da portarsi a casa, pregiate miscele di tè in foglia (leafteashop.co.uk). Acclamato per cocktail e bistecche, Hawksmoor nutre anche i vegetariani con piatti tipo sedano rapa arrosto con bulgur, funghi e formaggio Spenwood (thehawksmoor.com). Al Royal Albert Dock basta seguire il profumo per trovare Rough Handmade, panetteria e pasticceria dove cose buone vengono sfornate davanti ai vostri occhi (roughhandmade.co.uk).
DOVE COMPRARE
Solo souvenir made in local da Merseymade: al piano terra, dai saponi al gin confezionati da piccoli produttori della zona; al primo piano, atelier di artisti che creano e vendono le loro opere (merseymade.uk).
IL SITO DA CONSULTARE
visitbritain.com